
Fermare le frodi nel biologico è una priorità per tutelare tutti
AssoBio condanna con fermezza il recente caso di frode che ha portato al sequestro di 2,8 tonnellate di miele proveniente dalla Romania, venduto come biologico ma, in realtà, di origine convenzionale. Le indagini hanno dimostrato che, tra il 2024 e il 2025, un’azienda veronese ha immesso sul mercato oltre 7 quintali di miele con etichettatura ingannevole, spacciandolo per prodotto bio.
“Riteniamo fondamentale il lavoro delle forze dell’ordine per la garanzia del settore e del consumatore. L’auspicio è che l’intensificazione delle verifiche e dei controlli da parte degli Organismi di Certificazione e delle stesse forze dell’ordine, alle quali va un sentito ringraziamento, possa far emergere con chiarezza i casi di frode, a difesa dell’intero comparto e di quanti credono in un metodo di produzione che rappresenta una garanzia per il futuro del pianeta e per la salute dei cittadini. – afferma Nicoletta Maffini, Presidente di AssoBio –. Quanto accaduto e rilevato a Verona rispetto alla frode sul miele è estremamente grave. Trattasi, tra l’altro, di un settore, quello del miele, particolarmente a rischio, sia per le frodi sulla veridicità del prodotto, sia per le frodi, come quella del Veronese, sul falso biologico”.
L’Associazione ribadisce l’importanza di introdurre un marchio biologico italiano, strumento indispensabile per garantire la riconoscibilità e la valorizzazione delle produzioni bio nazionali, ottenute da materie prime coltivate o allevate sul territorio italiano. Allo stesso tempo, propone di innovare e potenziare i sistemi di controllo attraverso l’utilizzo di tecnologie digitali avanzate, capaci di assicurare una tracciabilità completa, trasparente e un monitoraggio costante anche nelle filiere più articolate.
“Il miele non rappresenta soltanto un alimento, ma un’eccellenza italiana, espressione dell’armonia tra agricoltura e ambiente, della biodiversità nazionale e della tradizione produttiva – prosegue Maffini –. L’episodio conferma l’urgenza di contrastare con decisione ogni abuso del marchio biologico, al fine di garantire trasparenza e sostenere un comparto in cui l’Italia riveste una posizione di leadership a livello europeo”.