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Comunicato Stampa
25 agosto 2025
Save the Children apre il primo ufficio in Siria
Nel Paese attualmente tre bambini su quattro hanno bisogno di assistenza umanitaria
Save the Children ha aperto oggi il suo primo ufficio nazionale in Siria, dopo 13 anni di gestione delle operazioni da Giordania, Libano e Turchia, con l’obiettivo di potenziare i programmi di assistenza alla popolazione, in un momento in cui tre bambini su quattro hanno bisogno di assistenza umanitaria nel Paese.
L’Organizzazione – che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro – sarà ora in grado di fornire aiuti dall’interno del Paese attraverso centri a Damasco, Aleppo, Raqqa e Qamishli, con un team di oltre 1.050 persone, il 96% delle quali cittadini siriani, affidando pertanto decisioni, risorse e responsabilità direttamente alle mani siriane.
Attualmente in Siria quasi 17 milioni di persone, tra cui 7,5 milioni di bambini, più di due terzi della popolazione, hanno bisogno di assistenza umanitaria.
Circa 7,2 milioni di persone sono ancora sfollate e 2,4 milioni di bambini non possono frequentare la scuola, mentre altri 1,6 milioni rischiano di abbandonarla da un momento all’altro. Quasi la metà degli ospedali e dei centri sanitari primari del Paese sono parzialmente o completamente inutilizzabili, mentre 650.000 bambini sotto i cinque anni soffrono di malnutrizione cronica.
“Da 14 anni i bambini siriani subiscono bombardamenti incessanti, sparizioni forzate, ripetuti sfollamenti, inverni gelidi trascorsi in tende, pericolose traversate via mare, una pandemia e un devastante terremoto. Eppure, hanno dimostrato più volte una straordinaria resilienza e un desiderio incrollabile di pace, sicurezza e opportunità”, ha dichiarato Gabriella Waaijman, Direttrice operativa di Save the Children.
Save the Children collabora con oltre 20 organizzazioni della società civile siriana e lavora a stretto contatto con le autorità provvisorie della Repubblica araba siriana per ripristinare aule scolastiche, centri sanitari di base e mezzi di sussistenza.
Consegnare gli aiuti dall’interno della Siria elimina i costosi trasbordi transfrontalieri e consente un monitoraggio in tempo reale della situazione. Inoltre, accelererà i lavori pianificati per ripristinare le scuole, potenziare i servizi nutrizionali, bonificare gli ordigni esplosivi e ampliare la possibilità per le famiglie di avere accesso ai mezzi di sussistenza, allontanando così anche il pericolo di ricorso al lavoro minorile o ai matrimoni precoci.
“Ho lavorato per la prima volta fianco a fianco con i colleghi siriani in un centro di confine nel 2014, ognuno di loro sradicato dalla propria città. Il loro coraggio e la loro professionalità mi hanno convinto che il talento siriano è la nostra risorsa più grande”, ha detto Bujar Hoxha, direttore nazionale di Save the Children in Siria.
“Portare a termine l’intera operazione è una pietra miliare, ma il nostro lavoro è lungi dall’essere concluso finché ogni bambino qui non potrà dormire al sicuro, tornare a imparare e sognare senza paura. Questo richiederà un sostegno costante da parte della comunità internazionale”.
Save the Children lavora in Siria dal 2012, raggiungendo oltre 11,9 milioni di persone, tra cui 5,9 milioni di bambini, con programmi di istruzione, protezione dell’infanzia, salute, nutrizione, sicurezza alimentare e acqua.
L’Organizzazione esorta i governi donatori a colmare il deficit di finanziamenti nel Piano di risposta umanitaria 2025 con un sostegno flessibile e pluriennale e invita le autorità provvisorie e tutti gli attori coinvolti a garantire un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli.