
(AGENPARL) – Mon 25 August 2025 Nota di Melasecche (Lega): “Dalla stazione al Nodo di Perugia solo
giravolte e subalternità. La Regione affonda nelle sabbie mobili del
campo largo”
(Acs) Perugia, 25 agosto 2025 – “La vicenda della Medio Etruria
sta assumendo i colori dell’arcobaleno a seconda delle giravolte
elettorali di Giani. Ogni giorno una novità, nessuna visione
strategica. La presidente Proietti, ormai lacchè della Toscana, non
decide nulla. Prima era per Creti, poi per Rigutino, oggi
ridicolizzata dall’accordo fiorentino PD-M5S affonda nelle sabbie
mobili”. È quanto dichiara il capogruppo della Lega in Assemblea
legislativa dell’Umbria, Enrico Melasecche.
“Purtroppo – continua Melasecche – la mediocrità in politica si
paga, anche carissima, e l’Umbria è destinata a scendere sempre
più verso sud. Altro che Italia Mediana. Nonostante i vantaggi della
Zes che il centrodestra è riuscito a garantire, senza grandi scelte
strategiche non si va avanti. Alcuni risultati brillanti, come quelli
sull’aeroporto e sul turismo, hanno mostrato il trend che avevamo
voluto con lucidità nella scorsa legislatura. Ma la Banca d’Italia
ha certificato che uno dei problemi dell’Umbria resta la bassa
produttività degli investimenti, legata anche a un sistema
infrastrutturale bloccato da decenni di inconcludenza. La presidente
Proietti ha poche idee, ma molto confuse, e sul tema dell’isolamento
dell’Umbria, vera macina al collo della regione, salta di palo in
frasca secondo la convenienza elettorale. Lo stesso schema vale per il
Nodo di Perugia: i suoi voltafaccia e quelli del compagno Bori, pur di
tenere in piedi AVS e M5S, hanno del grottesco. Analoga la questione
Medio Etruria, dove il comportamento subalterno della Giunta rispetto
alle voglie di potere di Giani ha dell’incredibile. La Proietti, da
sindaco di Assisi, era per Creti. Poi, in veste di presidente, la
vediamo prostrata a Giani, pronta a sprizzare sorrisi per aver firmato
un accordo trasformato in delibera ufficiale a Palazzo Donini. Peccato
che l’innamoramento subalterno non sia corrisposto: Giani, senza
dirle nulla, blocca tutto a Firenze lasciandola affondare nelle sabbie
mobili, mentre De Rebotti tiene ferma la barra su Creti e il resto
della comitiva, cui interessa ben poco la miglior soluzione, già
finanziata e con data di realizzazione 2029, sta a guardare.
L’epilogo, di questo passo, sarà quello di rimettere tutto nel
cassetto. Negli annali resterà l’immagine di Giani che, pur di
assicurarsi il voto dei grillini toscani, si tira giù le braghe
dichiarando al mondo il suo nuovo amore politico con la Taverna, che
fino a poche settimane prima lo aveva insultato con gli stessi epiteti
che il M5S riservava in Umbria alla Marini. Intanto la Proietti, ferma
a Rigutino, rimane con un accordo che vale meno della carta
igienica”.
“E ora – prosegue Melasecche – ci racconteranno che la soluzione
migliore è la favola dell’Alta velocità diffusa? Una barzelletta,
dove l’Umbria rinuncia ai Frecciarossa previsti a Creti per
regalarli ad Arezzo. Una farsa che obbligherebbe i perugini che
vogliono andare velocemente a Roma, ad andare prima ad Arezzo a nord
sulla linea lenta, per poi girare al contrario verso sud. A Chiusi,
invece, regna il frutto delle spaccature del PD umbro, diviso in mille
interessi locali. Da quando la politica regionale, parole dello stesso
De Rebotti, è passata dalla linea Melasecche, fatta di analisi
scientifiche, procedure limpide e pareri dei vertici tecnici
nazionali, alla linea De Rebotti, cioè la discussione infinita per
accontentare tutti, siamo tornati al caos. Tutti a discettare di
ferrovie come se fossimo a Disneyland, davanti a trenini di modellismo
che corrono in tutte le direzioni. Solo pochi mesi fa la linea era
chiara, limpida e condivisa dai massimi esperti. Oggi, invece,
ritornano i commentatori della domenica, i negazionisti e i maitre à
penser, con ipotesi fantasiose che sbigottiscono la pubblica
opinione”.
“Nel frattempo – conclude Melasecche – l’Umbria del campo largo
si gode la decrescita infelice tanto cara ad AVS e M5S. Giani promette
il reddito di cittadinanza regionale. E aspettiamo il giorno in cui la
Proietti, pur di non restare indietro, lo seguirà pedissequamente,
finanziandolo con i soldi della stangata fiscale appena varata. Un
destino triste per un’Umbria che, nel dopoguerra, ha saputo crescere