
(AGENPARL) – Thu 17 July 2025 L’Aula di Palazzo Cesaroni approva all’unanimità la mozione di Simonetti
(M5S) e Ricci (Avs)
(Acs) Perugia, 17 luglio 2025 – L’Assemblea legislativa ha approvato
all’unanimità la mozione di Luca Simonetti (M5S) e Fabrizio Ricci (Avs)
“Conseguenze a carico della salute dei Vigili del fuoco per esposizione a
sostanze perfluoroalchiliche contenute nei dispositivi di protezione
individuale e nei liquidi schiumogeni: necessità di attivazione di specifico
biomonitoraggio”.
Illustrando l’atto di indirizzo, Simonetti ha spiegato che “l’uniforme
da intervento di un Vigile del Fuoco è una composizione di diversi strati
pensati per difendere la pelle dal fuoco, dalle sostanze tossiche, dai fumi.
In aggiunta ci possono essere diversi strati per isolare e proteggere che
lasciano esposto solo il viso, coperto da idonee maschere filtranti solo se
l’intervento lo richiede. Ogni Vigile del Fuoco sa di essere protetto e di
poter operare in sicurezza solo se indossa tutti questi dispositivi di
protezione individuale. Per essere efficaci e svolgere funzione protettiva i
completi anti-fiamma devono essere costruiti con materiali resistenti al
fuoco; quelli in dotazione al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco contengono
il Politetrafluoroetilene (Ptfe), più conosciuto come Teflon, e altri Pfas,
le sostanze Perfluoralchiliche note soprattutto per essere responsabili di
una delle più grandi contaminazioni ambientali italiane. Il Teflon, fino a
qualche anno fa conteneva Pfoa – un Pfas considerato cancerogeno e vietato
dal 2013 a causa della sua pericolosità per l’uomo. Oltre ai tumori,
l’assorbimento dei Pfas e i livelli di accumulo derivanti possono portare a
malattie cardiovascolari e tiroidee, ipertensione e ipercolesterolemia. Fin
dal 2021 le organizzazioni sindacali dei Vigili del Fuoco hanno segnalato
alle competenti amministrazioni statali, Ministero dell’Interno e
Dipartimento dei Vigili del Fuoco tra le altre, la presenza di Pfas nei
materiali costitutivi i dispositivi di protezione individuale (antifiamma)
indossati dai Vigili del Fuoco. Nei primi mesi del 2025, sedici Vigili del
Fuoco provenienti dai comandi di Catania, Padova, Verona, Alessandria, Genova
e Pisa si sono sottoposti al prelievo ematico. Sono stati rilevati Pfas in
concentrazioni variabili che rientrano nella fascia “intermedia” della
classificazione Nasem (National academies of sciences, engineering and
medicine). Chiedo quindi che la Giunta regionale si impegni a: stanziare
risorse a bilancio per realizzare, in collaborazione con gli enti sanitari e
ambientali competenti, un biomonitoraggio volontario su sangue e urine volto
a rilevare i livelli di Pfas nei Vigili del Fuoco operativi, volontari e in
quiescenza presenti sul territorio regionale; sollecitare il ministero della
Salute e il ministero dell’Interno affinché i biomonitoraggi per
l’esposizione ai Pfas vengano integrati all’interno del protocollo di
sorveglianza sanitaria per i Vigili del Fuoco; sollecitare il ministero
dell’Interno, di concerto con il Ministero della Salute e il ministero
dell’Ambiente, affinché sia avviato il progressivo bando dei Pfas da tutti
i dispositivi di protezione individuale destinati al personale operativo dei
Vigili del Fuoco, prevedendo la sostituzione con materiali alternativi privi
di sostanze perfluoroalchiliche e compatibili con gli standard di
sicurezza; avviare tutte le azioni di propria competenza che consentano il
riconoscimento dei parametri Inail al fine di garantire ai vigili del fuoco
lo status di categoria di lavoratori sottoposti ad impieghi altamente e
particolarmente usurante e invalidante”.
Thomas de Luca (assessore): “La tematica dei Pfas è sempre più di
attualità. Si tratta di inquinanti eterni, la cui degradazione è
impossibile. Servono sorveglianza e monitoraggio. Bisogna anche intervenire
per ‘chiudere il rubinetto’ sostituendo l’utilizzo di queste sostanze
nei prodotti di uso comune e in quelli industriali. Abbiamo attivato un
progetto di biomonitoraggio nelle aree Sin. Sarebbe positivo estenderlo e
chiedere alle istituzionali nazionali di attivarsi sul presidio
dell’esposizione lavorativa”.
Cristian Betti (Pd): “Si tratta di un tema sentito non solo dai Vigili del
fuoco ma anche dai cittadini di cui queste persone si prendono cura. Abbiamo
sentito in Commissione i rappresentanti dei Vigili del fuoco, manifestandogli
il nostro appoggio. Annuncio il voto favorevole alla mozione”.
Fabrizio Ricci (Avs): “Siamo di fronte ad una questione non solo tecnica ma
di sicurezza e dignità di questi lavoratori. I Pfas rappresentano una delle
sfide ambientali più insidiose, che stanno contaminando terreni e corpi. Non
possiamo permettere che la contaminazione si estenda anche con
l’esposizione professionale, che deve essere riconosciuta come rischio
professionale”.
Enrico Melasecche (Lega): “Voterò questa mozione anche se ci sono migliaia
di altri lavoratori delle industrie meccaniche e chimiche che si trovano a
lavorare in condizioni analoghe. Il problema riguarda l’intero corpo dei
Vigili del fuoco e quindi merita una sensibilizzazione a livello nazionale. E
il monitoraggio andrebbe ampliato ad altre categorie coinvolte ed
esposte”.
Bianca Maria Tagliaferri (Ud-Pr): “Paradossalmente le protezioni
individuali rischiano di essere un rischio per chi le usa. Tante volte i
Vigili del fuoco ci hanno aiutato, anche a scuola. Una categoria di persone
che riesce a fare la differenza e merita la nostra massima attenzione”. MP/
link alla notizia: http://consiglio.regione.umbria.it/node/80540