
(AGENPARL) – Thu 26 June 2025 Comune di Rimini
Ufficio Stampa
Rimini 26 giugno 2025
Comunicato stampa
“Tempo pieno, non un privilegio ma un bisogno ormai strutturale”. Dichiarazione di Chiara Bellini, vicesindaca con delega ai servizi educativi del Comune di Rimini
“La società è cambiata. Le famiglie sono cambiate. I tempi dell’infanzia e del lavoro non assomigliano più a quelli a precedenti il covid o a quelli dell’organizzazione nazionale, ancora orientata su modelli di decenni fa; una strutturazione che, in ogni caso, non regge più il passo dei mutamenti sociali del mondo del lavoro, dell’organizzazione e composizione famigliare. oggi i genitori chiedono con forza servizi di prolungamento dell’orario scolastico che includano almeno la mensa, spazi educativi che restino aperti anche il pomeriggio. Chiedono una scuola che accompagni la vita, non che la interrompa a metà giornata.
Rimini è storicamente più penalizzate di altre realtà; sul tema del tempo pieno, partiamo infatti dalla posizione più fragile in tutta l’Emilia-Romagna: siamo la provincia con la più bassa percentuale di copertura di tempo pieno. Eppure la domanda delle famiglie è fortissima, cresciuta in maniera esponenziale dopo il Covid. Guardiamo i numeri: La copertura di tempo pieno a Rimini è all’incirca intorno al 25%, la media delle province romagnole si assesta orientativamente intorno al 40%, di quelle emiliane supera mediamente il 60%, con picchi in quelle più assistite vicine al 90%.
Se le classi riminesi a tempo pieno sono di poco superiori a 60, poco meno di 20 sono quelle con 2 o 4 rientri, sempre intorno a 60 quelle con un solo rientro.
Cosa fare per migliorare questa situazione? Come Comune stiamo facendo tutto il possibile, investendo con risorse del nostro bilancio. Due nuove mense scolastiche in via di realizzazione intercettando fondi pnrr (una alla primaria Casadei di Viserba, l’altra alla Lodi dei Padulli), progetti innovativi come il ‘Tempo Pieno Creativo’, l’apertura degli spazi scolastici alle attività partecipative. Faccio due esempi che trovo particolarmente virtuosi perché nati insieme alle istituzioni scolastiche e ai genitori. Il progetto “Fuori classe” nella scuola di lagomaggio (con 31 famiglie che hanno aderito e sostenuto il progetto) e il prolungamento orario con l’inserimento del pranzo al VI circolo (con 93 famiglie a sostenerlo).
Ma gli sforzi locali, pur necessari, è evidente che non possono bastare e soprattutto non possono risolvere una esigenza ormai strutturale con interventi a “macchia di leopardo”.
Senza un intervento strutturale dello Stato, il divario non potrà colmarsi. Perché quello che le famiglie chiedono non è un privilegio: è un diritto, una questione di pari opportunità e giustizia sociale.
Il tempo pieno non può più essere considerato un’aggiunta, un “di più”: io la penso diversamente, penso che debba diventare il cuore di una scuola che vuole stare nel proprio tempo. Serve una visione nazionale che dia risposta a domande chiare e urgenti. Perché dietro ogni richiesta c’è non solo una famiglia, dei genitori, ma una intera comunità che lavora, si muove, evolve e si trasforma, sperando, in questi cambiamenti, di non essere lasciata indietro.”