
Il secondo vicepresidente della Camera dei Rappresentanti libica, Misbah Douma, ha espresso forti critiche nei confronti dell’ultimo briefing tenuto martedì dall’inviato delle Nazioni Unite in Libia, ritenendolo inutile e dannoso per il processo politico nazionale.
In un tweet pubblicato sul suo account personale, Douma ha dichiarato che l’intervento dell’inviato non ha apportato alcuna novità significativa, ma ha invece peggiorato il quadro politico già fragile del Paese.
Accuse: interferenze nei processi di sviluppo
Douma ha affermato che l’inviato ONU sarebbe intenzionato a interrompere i progressi che si stanno registrando in diverse regioni della Libia, tra cui l’est, il sud e alcune aree dell’ovest. Tali progressi, secondo Douma, fanno parte di un processo di sviluppo locale già avviato e sostenuto da attori istituzionali e civili.
Ha aggiunto che l’inviato dovrebbe invece concentrare i propri sforzi sull’attuazione dell’accordo politico libico, e non sui pareri del comitato consultivo, che ha definito come un organismo poco trasparente e privo di criteri chiari.
Dubbio sul comitato consultivo ONU
Douma ha anche lanciato una critica diretta al Comitato consultivo della missione ONU, sostenendo che questo non rappresenta il popolo libico, ma agisce come una proiezione della volontà dell’inviato stesso, mettendo in atto una visione personale e non condivisa con i veri attori politici libici.
Secondo Douma, questo approccio rischia di delegittimare il lavoro istituzionale locale e compromettere gli equilibri raggiunti con fatica in alcune regioni del Paese.
Le dichiarazioni di Douma arrivano in un momento di grande tensione politica in Libia, con lo stallo istituzionale che continua a ostacolare l’organizzazione di elezioni e la formazione di un governo unificato. Le divisioni tra est e ovest del Paese rimangono profonde, e il ruolo delle Nazioni Unite è sempre più oggetto di critiche da parte di una parte significativa dell’establishment politico libico.