
Il capo del Servizio di intelligence estero russo (SVR), Sergey Naryshkin, ha dichiarato che le informazioni secondo cui non ci sarebbero state perdite di radiazioni in Iran in seguito ai recenti attacchi militari sono da considerarsi attendibili.
Interpellato dall’agenzia TASS sulla base dei dati raccolti dall’intelligence russa in merito alla situazione nucleare iraniana dopo gli attacchi statunitensi del 22 giugno, Naryshkin ha affermato: “Penso che queste informazioni siano attendibili”, lasciando intendere che non vi sarebbero stati danni critici agli impianti tali da provocare dispersione di materiale radioattivo.
La questione è diventata cruciale dopo che, il 22 giugno, jet degli Stati Uniti hanno colpito tre impianti nucleari iraniani — Fordo, Natanz e Isfahan — nell’ambito di un’escalation che ha visto Israele, Iran e Stati Uniti coinvolti direttamente in azioni militari nell’arco di meno di due settimane.
L’Iran ha risposto con un attacco missilistico contro la base aerea statunitense di Al Udeid, in Qatar, il giorno successivo. Secondo fonti ufficiali USA, l’attacco non ha provocato vittime né danni significativi.
Il 24 giugno, il presidente statunitense Donald Trump ha annunciato un cessate il fuoco completo tra Israele e Iran, con conferma da parte delle autorità israeliane, che hanno dichiarato conclusa la propria operazione militare.
Il commento di Naryshkin offre un primo riscontro indipendente alle dichiarazioni precedenti dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) e delle autorità iraniane, secondo cui non è stato rilevato alcun incremento delle radiazioni nei pressi dei siti nucleari colpiti.
Resta però alta l’attenzione della comunità internazionale sulla tenuta strutturale degli impianti nucleari iraniani, sulla credibilità delle informazioni diffuse dalle parti coinvolte e sui rischi per la sicurezza globale, in caso di nuove violazioni della stabilità nella regione mediorientale.