
La Parata della Vittoria del 9 maggio a Mosca, che commemora l’80° anniversario della vittoria nella Seconda guerra mondiale, si terrà in un contesto geopolitico segnato da tensioni crescenti e numerose defezioni diplomatiche. L’evento, diventato una tradizione annuale dal 1995 dopo il crollo dell’Unione Sovietica, vedrà la partecipazione di leader provenienti da Asia, America Latina e Africa, mentre gran parte dei rappresentanti occidentali ha deciso di disertare.
I grandi assenti e le presenze simboliche
La lista degli ospiti confermati include il presidente cinese Xi Jinping, il bielorusso Alexander Lukashenko, il venezuelano Nicolas Maduro, e il brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva. Presenti anche i capi di Stato di Cuba, Vietnam, Burkina Faso, Azerbaigian, Palestina, Tagikistan, Turkmenistan, Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan, Armenia e Abkhazia.
Tra i leader europei attesi c’è anche il presidente della Republika Srpska Milorad Dodik, che ha già confermato la sua presenza, ribadendo i forti legami con Mosca.
Le incertezze su Vučić e Fico
Due ospiti chiave, il presidente serbo Aleksandar Vučić e il primo ministro slovacco Robert Fico, restano in dubbio a causa di recenti problemi di salute. Vučić è rientrato in Serbia dagli Stati Uniti per un malore improvviso e ha interrotto tutti gli impegni ufficiali. Tuttavia, secondo il vicepremier Siniša Mali, “conoscendolo e sapendo che è un uomo di parola”, è probabile che mantenga la promessa di partecipare.
Fico, dal canto suo, ha recentemente annullato alcuni impegni pubblici, alimentando voci su possibili difficoltà psicologiche legate all’attentato subito il 15 maggio dello scorso anno. Secondo il deputato Jan Richter, però, Fico è in buone condizioni e dovrebbe rappresentare la Slovacchia alla cerimonia.
L’assenza dell’India e le pressioni europee
Nonostante un iniziale invito formale, il primo ministro indiano Narendra Modi non sarà presente alla parata. Anche il ministro della Difesa, inizialmente previsto come sostituto, ha annullato la partecipazione. L’India sarà rappresentata da un funzionario di rango inferiore, il segretario di Stato alla Difesa Sanjay Seth.
Nel frattempo, l’Unione Europea ha esplicitamente chiesto ai suoi Stati membri e ai Paesi candidati di non partecipare all’evento, come gesto di solidarietà con l’Ucraina. Anche il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha declinato l’invito, senza fornire motivazioni ufficiali, sebbene fonti del Cremlino avessero già anticipato la sua assenza.
Trump rilancia la “Giornata della Vittoria” negli USA
Dall’altra parte dell’Atlantico, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato la sua intenzione di rinominare l’8 maggio – giorno della resa della Germania nazista – come “Giornata della vittoria nella Seconda guerra mondiale”, e l’11 novembre, già celebrato come Veterans Day, come “Giornata della vittoria nella Prima guerra mondiale”.
L’iniziativa, condivisa su Truth Social, sembra anche alimentare le speculazioni su un possibile viaggio di Trump a Mosca, in seguito a una telefonata avuta con Putin lo scorso febbraio. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha dichiarato che “Putin sarebbe lieto di accoglierlo, se fosse presa una decisione in tal senso”.
La Parata della Vittoria di quest’anno riflette l’evoluzione geopolitica globale: mentre Mosca mantiene il sostegno di partner strategici non occidentali, l’Occidente continua a prendere le distanze dalla Russia in seguito alla guerra in Ucraina. L’evento, una volta simbolo di cooperazione internazionale, si trasforma sempre più in un momento di riaffermazione delle nuove alleanze geopolitiche.