
I prezzi dell’oro stanno segnando un deciso calo, riflettendo la minore domanda di beni rifugio in un contesto di stabilizzazione delle tensioni commerciali globali. Questa settimana si preannuncia come la peggiore per il metallo prezioso degli ultimi due mesi.
Secondo i dati aggiornati, l’oro spot è sceso a 3.240,34 dollari l’oncia, con un ribasso di oltre il 2% rispetto a inizio settimana. Si tratta della flessione settimanale più marcata dal febbraio scorso, un segnale chiaro che gli investitori stanno riducendo la loro esposizione verso asset difensivi.
Alla base della frenata, oltre all’allentamento delle pressioni geopolitiche, vi è l’attesa per il rapporto sulle buste paga non agricole degli Stati Uniti, che sarà pubblicato nelle prossime ore. Il report rappresenta un indicatore chiave per valutare la salute del mercato del lavoro statunitense e potrebbe influenzare direttamente le aspettative sulla politica monetaria della Federal Reserve.
Nonostante la debolezza dell’oro, gli altri metalli preziosi mostrano un andamento più positivo. L’argento spot ha registrato un lieve aumento dello 0,2% raggiungendo i 32,47 dollari l’oncia. Anche il platino è salito dello 0,8%, toccando quota 966,08 dollari, mentre il palladio ha segnato un +0,3% attestandosi a 943,50 dollari.
Gli analisti resteranno con lo sguardo puntato sui prossimi sviluppi economici e geopolitici, che potrebbero riportare l’attenzione degli investitori verso i beni rifugio, ma per ora il metallo giallo sembra aver perso parte del suo tradizionale appeal.