
(AGENPARL) – Wed 30 April 2025 UFFICIO STAMPA
COMUNICATO STAMPA
PREMIO EXODUS 2025 A DAVID MEGHNAGI
MENZIONE CITTADINA A DORIANA FERRATO PRESIDENTE ANED LA SPEZIA
Giovedì 8 maggio ore 11.00 Mediateca Regionale Ligure “S. Fregoso”
La Spezia, 30 aprile 2025 – Giovedì 8 maggio alle ore 11.00 alla Mediateca Regionale Ligure “S. Fregoso” (via Firenze, 37) il Sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini conferirà il Premio Exodus 2025 a David Meghnagi, ideatore e direttore del Master internazionale di secondo livello in Didattica della Shoah presso l’Ateneo di Roma Tre, membro della Delegazione italiana presso la Task Force for International Cooperation on Holocaust Remembrance and Education, e la Menzione Cittadina a Doriana Ferrato, presidente dell’Associazione Nazionale Ex Deportati – La Spezia.
Quest’anno il Premio Exodus è dedicato a Cecilia Sala e a tutti gli uomini e le donne che con coraggio sono portavoce dei popoli oppressi nel mondo, in attesa che possa essere presente qui alla Spezia.
Per l’edizione 2025, si annuncia anche che è stato predisposto in Mediateca Regionale Ligure “S. Fregoso” l’archivio documentale “Premio Exodus”, i cui documenti sono tutti inseriti nel catalogo online (OPAC) del Sistema Bibliotecario e Museale Città della Spezia (http://bibliospezia.erasmo.it), catalogati come “Premio Exodus” per consentirne la più facile fruizione.“Il Premio Exodus è un appuntamento nel calendario civico della Città della Spezia che ha radici lontane e profonde e rivela il vero volto della nostra comunità – generosa, aperta, libera, democratica – tramandando alle nuove generazioni, ogni anno, una bellissima pagina di storia della nostra Provincia – dichiara il Sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini – Da tutto il nostro territorio, infatti, fra il 1946 e il 1948, in anni tremendamente bui, i cittadini prestarono aiuto ai superstiti dei lager nazisti con le tre navi, Fede, Fenice e Exodus, verso quello che diventerà lo Stato d’Israele con una generosità e umanità senza precedenti in Italia per l’organizzazione e il numero dei salvati, tanto che da allora nelle carte nautiche internazionali siamo riconosciuti come la “Porta di Sion”. Quest’anno il Premio Exodus sarà conferito a David Meghnagi “in virtù della sua attività di strenua ricerca e conservazione della memoria della Shoah, di promozione di una cultura del dialogo e di pace”: una personalità importante dal punto di vista umano e intellettuale nel panorama accademico italiano e dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Poiché in questi ultimi anni, l’Amministrazione insieme all’ANED La Spezia si è particolarmente impegnata nel ricordare le persone che sono state vittime del nazionalsocialismo attraverso il segno tangibile delle pietre d’inciampo nelle vie della Città, la menzione cittadina del Premio Exodus quest’anno è conferita a Doriana Ferrato con la seguente motivazione: “per la strenua custodia della memoria di tutti i deportati nei campi nazisti a beneficio delle nuove generazioni. La continuità del Premio Exodus, la predisposizione delle pietre d’inciampo, le iniziative congiunte con il Comitato Unitario della Resistenza, l’impegno a promuovere eventi di rievocazione della nostra storia locale per non dimenticare il sacrificio di quanti sono caduti per la nostra libertà e democrazia, la reinterpretazione di luoghi drammatici come la Galleria Antiaerea in chiave contemporanea con chiari messaggi di pace a firma di un’artista internazionale come OZMO sono tutti tasselli di un unico mosaico per affermare senza ambiguità ogni giorno e ad ogni cittadino l’orgoglio di essere una Città Medaglia d’Oro al Merito Civile e Medaglia d’argento al Valore Militare”.
“Al Sindaco del Comune della Spezia, alle Cittadine e ai Cittadini della Spezia, è con grande onore che accetto il “Premio Exodus” e lo assumo come incoraggiamento e come impegno per continuare il lavoro iniziato con tanti amici e colleghi e che altri continueranno – dichiara David Meghnagi – Scrivendo a Thomas Mann nel 1935, Freud espresse la sua fiducia che “in tempi che confondono il giudizio” il grande scrittore tedesco non dicesse mai “una cosa” “vile e bassa”. Quei tempi ce li siamo lasciati per fortuna alle spalle, ma la cultura dell’odio si è riaffacciata nuovamente mettendo in pericolo le basi della convivenza su cui poggiano i valori della Repubblica. Per parafrasare in tempi che “confondono il giudizio”, può essere necessario avere per le parole la stessa cura che si ha per le persone più amate. Le parole possono ferire e uccidere, ma possono anche guarire le ferite. Viviamo in un momento storico di grandi incertezze e pericoli che non devono però fare venire mai meno la speranza di un futuro possibile. Conservare la capacità di pensare e di immaginare un possibile futuro diverso, è la vera forza nascosta in ogni essere umano, che rende possibile l’elaborazione del dolore e una sua trasformazione positiva. Viviamo in un momento difficile segnato da una profonda crisi delle relazioni internazionali che ha come sfondo la fine degli equilibri geopolitici emersi dopo la tragedia della Seconda guerra mondiale. Da latente l’antisemitismo è tornato manifesto. In un rovesciamento speculare dei simboli l’antisemitismo ha riscoperto una falsa “innocenza” perduta, declinandosi subdolamente come una forma di “antirazzismo”. Non c’è da sorprendersi che in questa perversa logica, la memoria della Shah venga messa sotto attacco, banalizzandola e derubricandola. Come ho più volte sottolineato di fronte ai drammi e alle tragedie che si consumano nel Vicino Oriente, come in altri luoghi del mondo, non sono in discussione il diritto alla critica o al dissenso. Critica e dissenso sono il sale della democrazia. Ad essere in discussione sono le forme che la critica talora assume, per non parlare della demonizzazione che fa da sfondo ad una cultura dell’odio che non risparmia nemmeno i sopravvissuti allo sterminio nazista. Come si è purtroppo ripetutamente verificato nel caso della Senatrice Liliana Segre, a cui desidero manifestare la mia vicinanza. In questa difficile sfida non siamo soli. La voce dell’intelletto è fioca, ma alla lunga può trovare ascolto. Gettando ponti, creando alleanze e avendo come riferimento un futuro possibile di convivenza fra popoli, nazioni, culture e religioni. Se assumiamo come valore il singolo nella sua unicità e irripetibilità, possiamo riscoprire il sentimento di una comune appartenenza, della fratellanza e della responsabilità verso le generazioni che verranno”.
“Ringrazio per la menzione in occasione del premio Exodus 2025 – dichiara Doriana Ferrato – Una menzione inattesa che emoziona e commuove nel ricordo di milioni di vittime delle deportazioni naziste. La nostra città detiene un tragico primato che non dimentica e impegna a far memoria storica, specialmente tra le nuove generazioni. Ma La Spezia è anche Exodus, solidarietà e aiuto concreto verso i superstiti dello sterminio degli Ebrei in un momento post bellico tanto difficile per la popolazione spezzina. E questa nostra storia cittadina deve essere conosciuta dai giovani per i Valori che esprime La menzione onora me e l’ANED che rappresento nel ricordo di tanti che non sono più tra noi”.
Il Premio Exodus anche quest’anno sarà un intenso momento di approfondimento culturale con lo scopo di celebrare, sempre con uno sguardo tra memoria e riflessione sul presente, la straordinaria pagina civile di cui La Spezia è stata protagonista ricordando l’aiuto prestato dalla Città e da tutto il territorio negli anni 1946-1948 ai superstiti ai lager nazisti. La Spezia, infatti, si trasformò nella “Porta di Sion”: da qui partirono navi come la “Fede”, il “Fenice” e la nave “Exodus”.
Per il 2025, il Sindaco della Spezia ha voluto conferire il premio a David Meghnagi con la seguente motivazione: “in virtù della sua attività di strenua ricerca e conservazione della memoria della Shoah, di promozione di una cultura del dialogo e di pace”.
La menzione cittadina del Premio Exodus 2025 a Doriana Ferrato è dovuta con la seguente motivazione: “per la strenua custodia della memoria di tutti i deportati nei campi nazisti a beneficio delle nuove generazioni”.
PROGRAMMA
Giovedì 8 maggio ore 11.00
Mediateca Regionale Ligure “S. Fregoso”, via Firenze 37
Saluto del Sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini
Conferimento della menzione cittadina Premio Exodus 2025 a Doriana Ferrato
Conferimento del Premio Exodus 2025 a David Meghnagi
Lectio Magistralis di David Meghnagi
I PROTAGONISTI DEL PREMIO EXODUS 2025
David Meghnagi.
David Meghnagi è nato a Tripoli che ha lasciato dopo un sanguinoso pogrom nel giugno del 1967. Negli anni Settanta – Novanta ha svolto una intensa attività per lo sviluppo del dialogo ebraico cristiano e per una composizione politica del conflitto medio orientale. In ambito accademico ha ideato e diretto per due decenni Master internazionale di secondo livello in Didattica della Shoah presso l’Ateneo di Roma Tre. Primo in Europa, il Master ha contribuito a formare oltre 150 studiosi incardinati oggi nel sistema scolastico e universitario italiano. Ordinario della Società psicoanalitica italiana e Professore di Psicologia Clinica, Psicologia dinamica e Psicologia della religione e pensiero ebraico presso l’Università di Roma Tre, è stato visiting in numerosi Atenei. Ha fondato e dirige dal 2013 Trauma and Memory, una rivista di studi internazionale sulla memoria del trauma ed è membro del Board di diverse riviste europee e internazionali tra cui International Journal of Psychoanalys, Lettera internazionale. E’ stato tra i promotori del Master internazionale in Scienze della religione di Roma Tre e della International Unity of Research “Tra Occidente e Oriente”. Ha Ideato e diretto con Amos Luzzatto il Comitato accademico europeo per la lotta all’antisemitismo e la promozione della cooperazione accademica euromediterranea. E’ stato per due decenni Membro della Delegazione italiana presso la International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA). È stato Vicepresidente e Assessore alla cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, e delegato per l’Italia presso la Conferenza dell’OSCE contro l’antisemitismo. È stato consulente del Centro di Cultura Ebraica di Roma. Membro del comitato scientifico di numerose riviste scientifiche e divulgative italiane e straniere tra cui Lettera internazionale (rivista di cultura europea pubblicata in numerose lingue), Quadrangolo (rivista di psicoanalisi e scienze sociali) e la Rassegna mensile Israel. Ha collaborato a diverse testate giornalistiche e riviste italiane e straniere (tra cui Avvenire, Il Messaggero, l’Unità, Liberation, MicroMega, International Review of Sociology, International Review of Psychoanalysis, Judaica – Zurich, Lettera Internazionale, Prometeo, Quadrangolo, la Repubblica). E’ presidente onorario della European Teachers Network on Holocaust Studies. Studioso di musica liturgica, è vice presidente dell’Associazione Leo Levi per la conservazione e valorizzazione del patrimonio musicale liturgico ebraico. Negli anni Settanta e Ottanta è stato attivo nello sviluppo del dialogo inter religioso ebraico cristiano e di una politica di pace nel Vicino Oriente. Con Giorgio Napolitano e Piero Fassino ha contribuito a ideare e sviluppare iniziative culturali finalizzate alla costruzione del dialogo e per una composizione politica dei conflitti nella Regione. Amico del Rabbino Laras e del Cardinale Martini, ha promosso la creazione delle foreste in Israele in memoria di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Ha poi collaborato al progetto per la creazione di una foresta in memoria del Cardinale Martini voluta dal Rabbino Laras. Ha avviato un progetto di valorizzazione della musica liturgica del Mediterraneo. Un primo esito di questo progetto è stata la pubblicazione di Shiru Shir, un CD interamente dedicato alla musica liturgica degli ebrei di Libia. In ambito psicologico ha contribuito a innovare un’area di studi freudiani sulle origini del pensiero psicoanalitico e sulla problematica del trauma psichico. Tra le sue numerose pubblicazioni: Il Kibbutz: aspetti socio-psicologici (Roma 1974); Modelli freudiano della critica, Roma 1985; La sinistra in Israele (Milano 1980); Il Padre e la legge, Venezia, 1992: Freud and Judaism (London, 1993); Tra Vienna e Gerusalemme. Itinerari psicoanalitici (Firenze, 2002); Interpretare Freud, Venezia, 2003; Ricomporre l’infranto. Il lutto della Shoah nell’esperienza dei sopravvissuti, Venezia, 2005; Scrittura e testimonianza, Firenze, 2005; le sfide di Israele, Venezia, 2010; Enzo Bonaventura, Venezia, 2017; Jewish Libya (con Jack e Judith Roumani), Syracuse Univ. 2018; Freud, Jung, Sabina Spielrein e la “faccenda nazionale ebraica”, Bollati Boringhieri, 2025 (in uscita). Ha curato l’edizione italiana delle memorie di Marek Edelman, Memoria e storia dell’insurrezione del ghetto di Varsavia, Roma, 1985; la storia del Parnas di Pisa, Palermo, 218; con altri ha curato La cultura sefardita, in tre volumi, Roma, Israel, 1984; Antinomie dell’educazione (convegno internazionale a Roma Tre, 2004), Roma, 2005. È stato coautore di numerosi volumi tra cui: Il sistema educativo del kibbutz, Firenze, 1975; Il tempo del transfert, Guerini, Associati, 1989; un secolo di Freud, Milano; Judentum Ohne Halacha, Ohne Zionismus, Zurich, 1986, Vecchio e nuovo antisemitismo, 2019. Ha curato e collaborato scientificamente alla realizzazione di documentari radiofonici e televisivi tra cui: L’ultimo esodo, memoria e storia degli ebrei di Libia, sulla storia del campo di Terezin, sui desaparecidos argentini, sulla storia dei manicomi in Italia, sull’opera di Bion, sui processi marrani etc. Lo ha contraddistinto anche un’amicizia e un impegno condiviso con Primo Levi negli Anni Ottanta.
Doriana Ferrato.
Doriana Ferrato nata alla Spezia nel 1950, laureata all’Università degli Studi di Genova con tesi “Sarzana ai primi del ‘600: ricerche d’Archivio sull’amministrazione politico-militare e sulla vita interna”. Già docente di Materie Letterarie negli Istituti d’Istruzione Superiore della Spezia, conclusa l’attività professionale dal 2010 è presidente della sezione spezzina dell’Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi nazisti (ANED) e Consigliere Nazionale dell’Associazione, dedicandosi alla conservazione e divulgazione della memoria storica della deportazione nazifascista.
STORIA DI EXODUS
Dall’estate del 1945 alla primavera del 1948 oltre ventitremila ebrei riuscirono dalle acque della Spezia a lasciare clandestinamente l’Italia diretti in Palestina. La potenza mandataria della Palestina, la Gran Bretagna, aveva infatti emesso il Libro Bianco del 17 Maggio 1939 per regolamentare l’afflusso controllato in Palestina di soli 75 mila ebrei in 5 anni. Una misura che fu messa in crisi dalla drammatica situazione europea e contrastata con ogni mezzo dal Mossad Le Aliyà Bet (Istituto per l’immigrazione illegale sorto nel 1938). A partire dal Maggio 1945 una notevole corrente di ebrei cominciò ad affollare la Penisola e il Mossad Le Aliyà Bet inviò un responsabile in Italia con base a Milano, Yehura Arazi. Altri membri del Mossad furono inviati in Italia tra i soldati della brigata ebraica al seguito degli alleati. La prima nave di profughi, il Dallin (già Sirius) partì da Monopoli il 21 Agosto 1945 con soli 35 immigrati a bordo. La questione dell’immigrazione ebraica scoppiò come caso internazionale nel Maggio 1946: l’epicentro della crisi divenne il porto della Spezia dove erano in allestimento due imbarcazioni, la Fede di Savona e il motoveliero Fenice, pronte a trasbordare 1014 profughi. Quell’operazione godette dell’aiuto di tutta la città della Spezia, già stremata dalla guerra e distrutta dai bombardamenti. Proprio il sostegno della gente, resistenza dei profughi, intervento dei giornalisti di tutto il mondo e la visita a bordo di Harold Lasky, presidente dell’esecutivo del Partito Laburista britannico, costrinsero le autorità londinesi – le cui navi bloccavano l’uscita dal porto della Spezia – a togliere il blocco alle due imbarcazioni che salparono dal molo Pirelli a Pagliari alle ore 10 dell’8 Maggio 1946.L’accoglienza della comunità e la solidarietà delle autorità spezzine convinsero gli organizzatori del Mossad a puntare sulla Spezia con operazioni di maggior peso. Così nella notte tra il 7 e l’8 Maggio 1947 la nave Trade Wins/Tikya, allestita in Portogallo, imbarcò 1414 profughi a Portovenere. Nelle stesse ore era giunta nelle acque del golfo della Spezia, proveniente da Marsiglia, la nave President Warfield, un goffo e pesante battello adatto a portare turisti giù per il Potomac, da Baltimora a Norfolk in Virginia. La nave venne ristrutturata nel cantiere dell’olivo a Portovenere per la più grande impresa biblica dell’emigrazione ebraica: trasportare 4515 profughi stipati su 4 piani di cuccette dall’altra parte del mediterraneo. L’imbarcazione divenne un simbolo, prese il nome di Exodus, raggiunse le coste della Palestina, venne attaccata dagli inglesi e avviò la nascita dello stato di Israele con tutte le conseguenze che sappiamo. A narrarci le peripezie dei profughi dello sterminio ebreo ci ha pensato nel 1958 Leon Uris con il celebre romanzo Exodus, tema ripreso nel libro il comandante dell’Exodus di Yoram Kaniuk. A Exodus è dedicato anche un bellissimo film del 1960 di Otto Preminger interpretato da Paul Newman, Peter Lawford ed Eva Marie Saint.La Exodus mosse dal golfo della Spezia ai primi di Luglio del 1947, sostò a Port-de-Bouc, caricò a Séte, fu assalita e speronata dai cacciatorpedinieri britannici davanti a Kfar Vitkin.Ci furono morti a bordo, gente che era sopravvissuta ai lager e che finì i suoi giorni a due passi dalla speranza nelle acque tra Netanya e Haifa. Dopodiché gli inglesi rimandarono i profughi ad Amburgo al campo di Poppendorf, un ex lager trasformato in campo di prigionia per gli ebrei. Il nome di Exodus da allora significò il desiderio di giustizia per l’emigrazione ebraica. Ma solo con la fine del mandato britannico i profughi sarebbero potuti tornare in Palestina. La Fede, il Fenice e la Exodus si mossero tutte dal golfo della Spezia, una dicitura che non compare nelle carte geografiche israeliane. La Spezia in Israele è infatti indicata col nome di “Schàar Zion” Porta di Sion. Nel nome di Exodus la città della Spezia porta nel Mediterraneo l’idea della pace e della convivenza Il 25 Aprile 2006 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha conferito al Comune della Spezia la medaglia d’oro al merito civile per l’aiuto prestato dalla popolazione spezzina ai profughi ebrei scampati alla seconda guerra mondiale.