
(AGENPARL) – Tue 08 April 2025 Erosione, riportare la sabbia dal Porto di Viareggio a
San Rossore
Intervento del Presidente Bani: «sabbiodotto occasione
per riequilibrare l’ecosistema delle spiagge del Parco»
«Come già avevo messo in evidenza in una lettera ed in un intervento nel marzo 2024 e come
ribadito recentemente dall’associazione ‘La Città Ecologica’, sarebbe importante che almeno una
parte dei sedimenti raccolti al porto di Viareggio con il sabbiodotto siano utilizzati per il
ripascimento delle spiagge del Parco colpite dall’erosione» così il presidente del Parco Lorenzo
Bani nella lettera che ha inviato al presidente della Regione Eugenio Giani ed all’assessore
competente Monia Monni.
Tra i sedimenti che insabbiano il Porto di Viareggio ci sono infatti materiali che con le correnti
vengono trasportati dal Gombo ed in generale dalle spiagge di San Rossore verso nord. Mentre
negli ultimi decenni sul litorale pisano tra l’Arno ed il Fiume Morto c’è stata erosione, nel tratto
settentrionale del Parco, dalla foce del Fiume Morto in poi, la spiaggia è cresciuta causando
problemi al Porto di Viareggio.
«Se finora l’attenzione verso il fenomeno erosivo si è concentrata sulle zone abitate e dove insistono
le attività economiche, non vanno scordate le zone di alto pregio naturale che a lungo termine
rappresentano il metro del benessere del nostro territorio» continua Bani. Le spiagge di San
Rossore sono un ambiente unico nel panorama regionale: oltre 10 chilometri che vanno dall’Arno al
Serchio e che sono accessibili solo con guida ambientale e con iniziative che interessano un numero
limitato di persone. Uno dei pochi tratti di costa toscana che non è stato alterato dalla realizzazione
degli stabilimenti balneari e dove si può osservare l’evoluzione naturale dell’ecosistema dunale. La
protezione ambientale non è sufficiente da sola a contrastare l’erosione, le cui cause, come spiegano
gli esperti, sono iniziate molto prima della nascita dell’Ente Parco nel 1979 e vanno cercate nella
gestione dei fiumi a monte e nella diminuzione dei sedimenti che arrivano al mare.
Le dune, uno dei tre ambienti naturali caratteristici del Parco, sono mangiate dal mare che avanza e
con loro tutto l’ecosistema che include gli arbusti caratteristici della macchia mediterranea e la
fauna come il fratino, piccolo volatile specie bandiera del benessere delle spiagge. La situazione è
difficile anche nelle aree umide retrostanti la costa, prima fra tutte la riserva delle ‘Lame di Fuori’
situata immediatamente a nord di Boccadarno: paradiso di biodiversità, tappa importante per decine
di migliaia di uccelli che si spostano durante le migrazioni primaverili ed autunnali, è un’area
costituita da canali naturali di acqua dolce che sono sempre di più minacciati dal fronte marino che
avanza, e con esso avanza il cuneo salino sotterraneo.
«Insieme alle opere necessarie che saranno individuate dagli esperti del settore per contrastare