
(AGENPARL) – mer 12 marzo 2025 Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui
Comunicato Stampa
12 marzo 2025
Tratta: Save the Children, nell’ambito del progetto E.V.A dal 2023 ha assistito nelle zone di confine di Italia, Francia e Spagna 236 persone migranti a rischio di tratta e sfruttamento, soprattutto giovani donne sole con figli
Oggi a Roma, presso la sede di Save the Children, capofila del progetto E.V.A. che ha coinvolto 6 organizzazioni e il Numero Verde Antitratta in Italia, Francia e Spagna, si svolge l’evento conclusivo per illustrare i risultati e i dati del progetto, finalizzato arafforzare la collaborazione transnazionale per l’identificazione precoce e l’accesso alla protezione delle vittime di tratta nei tre Paesi
Dal 2023 sono state assistite in Francia, Italia e Spagna, 236 persone migranti a rischio di tratta e sfruttamento, di cui 86 al confine italiano di Ventimiglia. 156 sono stati, invece, i colloqui di approfondimento per l’accesso a programmi di protezione effettuati nei tre Paesi, di cui 61 solo in Italia, dove è stato anche creato, per la durata dell’intervento, un alloggio sicuro per donne sole e madri vittime di tratta e i loro figli.
Sono solo alcuni dei dati emersi e dei risultati raggiunti nell’ambito del Progetto Anti-Tratta Europeo E.V.A. (Early identification and protection of Victims of trafficking in border Areas), implementato a Ventimiglia e nei luoghi di frontiera di Francia e Spagna, con l’obiettivo di garantire l’identificazione precoce e l’accesso alla protezione a minori, ragazze e giovani donne, con o senza figli, vittime o potenziali vittime di tratta o a rischio di re-trafficking, in transito nelle aree di frontiera tra Italia e Francia (Ventimiglia), Francia e Spagna (Irun) e nelle città francesi di Parigi e Nîmes.
Il confine italo-francese, in particolare il comune di Ventimiglia, è un punto di transito chiave per i migranti che tentano di raggiungere la Francia o altre destinazioni europee, arrivati in Italia principalmente via mare, o respinti da altri Paesi europei.La città di Ventimiglia, infatti, è interessata dalla presenza costante di persone migranti in transito, maggiormente vulnerabili, a causa della loro situazione di bisogno e della limitata disponibilità di posti in accoglienza, al rischio di cadere vittime di tratta e sfruttamento di esseri umani.
A essere maggiormente a rischio sono le donne sole, i minori non accompagnati e le giovani madri che rientrano in Italia dopo periodi di permanenza in altri Paesi europei. Il progetto, avviato nell’aprile 2023 e conclusosi ora, a marzo 2025, ha coinvolto sette partner, di cui sei organizzazioni e un’istituzione pubblica, coordinato da Save the Children Italia, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, con lo scopo di rafforzare la collaborazione transnazionale per l’identificazione precoce e l’accesso alla protezione delle vittime di tratta nei tre Paesi. Tra i partner del progetto in Italia ci sono il Numero Verde Nazionale antitratta (Regione Veneto)[1] e il Consorzio Agorà Network[2], in Spagna Save the Children Spain, in Francia MIST[3], un collettivo di donne vittime della tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale con sede a Parigi ma attivo in tutto il Paese, France Terre D’Asile (FTDA)[4], un’organizzazione dedicata al mantenimento e allo sviluppo del sistema di asilo in Francia e ARAP RUBIS[5], un’organizzazione senza scopo di lucro per sostenere le prostitute e le vittime della tratta.
Le evidenze e i risultati del progetto E.V.A. sono stati presentati stamattina nel corso di un evento presso l’auditorium della sede di Save the Children a Roma, con la partecipazione di attori istituzionali e non impegnati nella lotta alla tratta e allo sfruttamento in Europa e in Italia, tra cui il Numero Verde Nazionale Anti-tratta, Save the Children Spagna, Save the Children Costa d’Avorio e gli altri Partner di progetto.
“Il progetto ha consentito di raggiungere risultati rilevanti, grazie alle attività implementate dai diversi partner, che vanno dalla mappatura di servizi, all’identificazione precoce delle vittime, compresi i minori non accompagnati che sono stati indirizzati ai servizi sociali pubblici locali. È stata senz’altro rilevante, inoltre, per la durata del progetto, la creazione di un alloggio protetto per donne sole e madri con figli, come rifugio temporaneo in un luogo sicuro, in risposta a una carenza di posti dedicati d’emergenza” ha dichiarato Pia Cantini, Responsabile dell’Area Protezione di Save the Children Italia.