(AGENPARL) – mer 18 dicembre 2024 Biblioteca Gambalunga
Galleria dell’Immagine
Elisabeth Ubbe
The Invisible Breasts
Seni Invisibili
prorogata sino al 6 gennaio 2025
Donne e allattamento: dopo aver fatto il giro della regione la mostra di Elisabeth Ubbe sbarcata a Rimini dal
20 novembre alla Galleria dell’Immagine è prorogata sino al 6 gennaio 2025.
Qual è il posto dell’allattamento e della donna nella società attuale? E con quali occhi noi dovremmo
guardarla? Sono le domande che pone la mostra “The Invisible Breasts – Seni Invisibili” della fotografa
svedese Elisabeth Ubbe. Corpi e parti del corpo femminile attenzionati e guardati attraverso uno sguardo
attento e diverso. Il corpo della donna non è solo seduzione o connotato da erotismo, come si è avvezzi a
considerare e a sfruttare.
Ecco allora che le fotografie qui presentate formano al contrario un mosaico di immagini contemporanee che
stimolano la riflessione sulla rappresentazione del corpo femminile.
Elisabeth Ubbe ritrae in particolare l’allattamento evidenziando la specificità di ogni donna, privata di
quell’aura di romanticismo così spesso usata, con foto in controluce o che esaltano la magnificenza della
natura. E in una epoca in cui il gesto di allattare in pubblico talvolta può essere considerato irritante se non
addirittura offensivo, l’artista sceglie di catturarne immagini tratte dal quotidiano: in casa, in città, negli spazi
di gioco dei bambini e in tutti quei luoghi in cui le donne trascorrono normalmente il tempo con i propri figli.
Ritrae anche donne a seno nudo in situazioni in cui normalmente sarebbero vestite.
Queste fotografie aiutano a riflettere sull’immaginario comune e sull’idea del corpo femminile nello spazio
pubblico che influenza la rappresentazione di sé e, di conseguenza, la fiducia di ognuna nella propria
capacità di allattare, ma non solo.
“Il progetto è nato nel 2013 in Svezia, mio Paese natale quando le donne che allattavano in luoghi pubblici
venivano infastidite da altre persone, quindi con la finalità di opporsi a questa forma di intolleranza – ha
spiegato Elisabeth Ubbe, autrice degli scatti –. Non sostenere l’allattamento, volendo darne un’immagine
diversa, è una forma di violenza, passiva e sistematica, contro le donne, che spesso vengono ritratte come
fragili e sofferenti. È per questo che ho scelto di mostrare queste donne nella quotidianità dell’allattamento,
mentre l’unica foto studiata a tavolino è quella della copertina della mostra e del libro”.
“Ho un sogno. Vorrei che le donne fossero viste e accettate così come sono. Vorrei che l’allattamento fosse
accettato e accolto in ogni luogo in cui la donna e il bambino sentono il bisogno di allattare. Vorrei che le
donne avessero accesso a plurime rappresentazioni del corpo femminile con cui identificarsi, piuttosto che
con una unica idea di che cosa sia la bellezza. Infine, vorrei che le rappresentazioni visive di che cosa
significhi essere donna fossero multidimensionali piuttosto che omologate”.
L’autrice chiede alla donna che intende fotografare di scegliere un contesto che rappresenti la sua vita di
madre. Ogni fotografia ha la sua storia. Ne scaturiscono dei veri e propri fotoracconti dove ogni immagine
corrisponde a un incontro e a una vicenda umana. Dalla donna musulmana che trova il modo di allattare
all’aperto nel quartier di Oslo dove vive la sua comunità e dove è difficile l’integrazione. Ci riesce solo
quando alcuni anziani alle sue spalle sembrano darle l’approvazione. Poi altre narrazioni: dalla donna mutila
dopo l’operazione a causa del tumore al seno, ritratta accanto alla propria madre, alla giovane coppia che si
stringe in un contatto familiare di unicità e fusione, alla donna che trascina un cavallo bendato nella
campagna e che svela i suoi seni nella bizzarra simmetria dei suoi capezzoli, come fossero gli occhi
dell’animale. L’anziana di 84 anni che mostra il suo corpo e i suoi seni che hanno fatto il loro ’dovere’ e
un’altra donna, ancor giovane sorridente signora, circondata dai nove figli ora adulti nutriti tutti ai suoi seni.
Elisabeth Ubbe è una fotoreporter pluripremiata svedese ed ex ostetrica il cui lavoro si concentra sulle
questioni delle donne, sull’uguaglianza, sulla giustizia sociale e sullo sviluppo sostenibile.
La sua missione è creare fotografie che diano potere alla persona ritratta. Raggiunge questo obiettivo
costruendo relazioni significative con le persone che fotografa e assicurandosi di essere ben informata sulle
questioni che affronta. Elisabeth è stata in grado di penetrare ambienti complessi e, spesso, inaccessibili e
isolati per estrarre storie di donne autentiche e imparziali. Recentemente è stata invitata a parlare alla
Conferenza delle donne delle Nazioni Unite a New York e ha lavorato in Turchia, al confine con la Siria,
raccontando storie di ragazze e donne vendute come co-mogli a uomini e bambini turchi addestrati dall’ISIS.
Rimini è dunque l’ultima tappa dell’esposizione itinerante, composta da una quarantina di scatti dell’artista
scandinava, dopo il successo delle tappe di Bologna, Cesena, Reggio Emilia e Imola e resterà aperta al
pubblico fino al 6 gennaio 2025 con un percorso strutturato su due sedi: all’esposizione principale, negli
spazi della Galleria dell’Immagine, si affianca una piccola selezione di opere su tessuto esposte all’interno
dell’ospedale Infermi, nell’atrio a piano terra nuovo DEA.
Con questo progetto la Regione Emilia-Romagna e l’AUSL della Romagna, che organizzano l’iniziativa con
il patrocinio del Comune di Rimini, ribadiscono il proprio sostegno all’allattamento come pratica di salute,
elemento di empowerment delle donne e dei genitori e di facilitazione della relazione con la bambina e il
bambino. L’inaugurazione è stata contrassegnata da speciale set fotografico per le donne ‘nutrici’ che hanno
voluto posare per la fotografa.
Galleria dell’Immagine, Rimini, via Gambalunga 27. Ingresso libero. Orari di apertura: dal lunedì al
venerdì dalle ore 8 alle 19, sabato domenica e festivi dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19. Chiuso 25
dicembre. 31 dicembre anche dalle 21 alle 03. 1 gennaio ore 15-19.
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