Un grande successo di partecipazione al meeting tenutosi ad Atina (Fr.) giovedì 5 Dicembre, e organizzato dalle tre associazioni di allevatori appartenenti alle comunità locali interessate: l’ETS abruzzese “Iura Civium ad Bonum Naturae“, il Comitato Allevatori e Agricoltori del Territorio (CAAT-Molise), l’Alleanza dei Pastori Aurunci e Ciociari (APAC). Circa 70 allevatori estensivi si sono riuniti per discutere i risultati delle varie iniziative intraprese, fino ad oggi, per chiedere il rigetto del piano per il Parco di Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM) ed, ovviamente, una sua riscrittura con la partecipazione diretta di tutti i portatori d’interesse del territorio. I tanti approfondimenti della serata hanno riguardato anche altre tematiche, soprattutto quelle relative alla gestione del territorio e la faziosità ideologica del movimento rewilding europeo.
“Il nostro movimento sin dalla sua nascita si sta interrogando sul dal farsi per contrastare l’affermarsi d’ideologie animaliste che vogliono declassare le persone, privandole – sempre più spesso – dei propri diritti, sottomettendo le pratiche tradizionali e consuetudinari ad un generica supremazia della Natura e del mondo animale. Per questo motivo, siamo alla ribalta da qualche anno, ricevendo crescenti adesioni, e diventando interlocutori credibili con il mondo istituzionale. Con serietà e competenza abbiamo saputo approfondire ed analizzare le molteplici problematiche legate alle direttive comunitarie, alla luce dell’impatto che esse comportano sulla vita delle persone e sull’ambiente stesso”, lo afferma Virgilio Morisi presidente dell’ETS abruzzese.
Nel corso dell’incontro, si è a lungo dibattuto di alcuni pronunciamenti del tribunale amministrativo che ci hanno molto sorpreso, a seguito di ricorsi fatti sia da semplici cittadini, che da Comuni e Regioni, nei confronti del Parco in tema di titolarità nella gestione e regolamentazione delle nostre attività millenarie sul territorio (ovvero quelle degli allevatori estensivi). Sempre più spesso, si fa confusione su quale ente ha competenze e a chi sono attribuite tali funzioni pubbliche. Molti di noi lamentano una sorta di appiattimento e condizionamento del Tar in alcune sue decisioni che ci risultano inspiegabili ed ingiuste. Questa situazione ci lascia pensare seriamente che la magistratura amministrativa propenda, a priori, con le impostazioni del Parco e del mondo ambientalista radicale. Se ci siano delle pericolose ingerenze e contaminazioni che riescono a deviare la regolarità di processi giuridico-legali, non è facile stabilirlo. Quindi, resta aperta la sfida di come, sia allevatori estensivi che residenti, possano difendere i loro sacrosanti diritti costituzionali, come l’accesso ai domini collettivi e al godimento degli usi civici.
Al termine dell’incontro, dopo approfondimenti molto interessanti, è stato convenuto che, da oggi in poi, ci si rivolgerà, prioritariamente, ai tribunali regionali degli ‘usi civici’, in ragione di pronunce a noi favorevoli e ormai di consolidata giurisprudenza. Infatti, a citarne una: la Sentenza della Corte Costituzionale n 228 del 2022 ha bocciato una parte di una legge regionale annullandone gli articoli che limitavano il libero esercizio degli usi civici sul territorio abruzzese. “Insomma, siamo decisi ad andare avanti, sino in fondo, per mettere alla luce questa problematica” dice Gugliemo Lauro, Presidente del CAAT – Molise “vogliamo che il dibattito pubblico sia incentrato, sempre più, su tematiche volte alla difesa prioritaria della cultura rurale e delle pratiche consuetudinarie. Tali pratiche, tramandate di generazione in generazione – ed i valori identitari ad esse connesse – rappresentano, tuttora, una ragione di vita per migliaia di persone e sono la base della sostenibilità e della salvaguardia del nostro meraviglioso territorio”.