In una giornata finanziaria segnata da forti oscillazioni, il dollaro è salito e il Bitcoin ha raggiunto un massimo storico mentre Donald Trump ha proclamato vittoria nelle elezioni presidenziali statunitensi. Prima ancora dell’annuncio ufficiale, i mercati avevano già reagito all’avanzata del candidato repubblicano contro la democratica Kamala Harris, vicepresidente in carica, aumentando le scommesse su una possibile nuova ondata di tagli fiscali, tariffe e inflazione.
Il dollaro ha subito registrato un balzo significativo, guadagnando l’1,5% rispetto allo yen, toccando quota 154,38, il livello più alto da luglio. Ha anche guadagnato oltre l’1% sull’euro e più del 3% sul peso messicano. L’inaspettata performance del Bitcoin ha spinto la criptovaluta a un nuovo picco di 75.371,69 dollari, superando il record precedente di marzo.
Questo movimento è stato in parte favorito dalle aspettative del mercato, con gli investitori che si aspettano un’inflazione crescente e un’espansione della domanda di asset digitali, visti come strumenti di protezione contro la svalutazione delle valute tradizionali. “Il prezzo del Bitcoin ha seguito da vicino la posizione di Trump nei sondaggi e nei mercati delle scommesse”, ha spiegato Russ Mould, analista di AJ Bell.
In un discorso in Florida, Trump ha rivendicato la vittoria e ha dichiarato il suo impegno a rendere gli Stati Uniti la “capitale mondiale dei bitcoin e delle criptovalute”, promettendo di mettere il miliardario tecnologico Elon Musk a capo di un’operazione di controllo degli sprechi governativi. Questa visione di una politica più favorevole alle criptovalute potrebbe spingere ulteriormente la domanda di asset digitali, con molti investitori che ritengono che una presidenza repubblicana possa favorire un’economia più orientata verso la deregolamentazione.
La prospettiva di una vittoria repubblicana ha rinvigorito il cosiddetto Trump Trade, caratterizzato da tre elementi chiave: commercio, tariffe e tassazione. Neil Wilson, analista di Finalto, ha sottolineato come una politica di riduzione delle tasse e aumento delle tariffe sulle importazioni possa avvantaggiare il dollaro e sostenere la crescita dei rendimenti dei titoli del Tesoro USA. Tuttavia, ha ricordato che “Trump non ha il pieno controllo del Congresso, e anche in passato ha faticato a realizzare tutte le sue promesse elettorali”.
L’ex presidente, nel discorso in cui ha rivendicato la vittoria, ha affermato: “Aiuteremo il nostro Paese a guarire… Abbiamo un Paese che ha bisogno di aiuto e ne ha un disperato bisogno”. La notizia che il Partito Repubblicano abbia probabilmente conquistato il Senato ha ulteriormente incoraggiato le aspettative di politiche economiche espansive.
Una presidenza Trump potrebbe rappresentare una sfida per la Federal Reserve, che attualmente si sta preparando per una nuova decisione politica. La banca centrale USA ha già ridotto i tassi di interesse di 50 punti base a settembre e giovedì potrebbe tagliarli di altri 25 punti, una misura presa per mantenere l’inflazione sotto controllo. Tuttavia, i piani economici di Trump – con l’aumento della spesa e i tagli alle tasse – potrebbero complicare ulteriormente l’obiettivo della Fed di frenare l’inflazione.
L’aumento del dollaro ha spinto in alto anche i mercati asiatici: il Nikkei 225 di Tokyo ha registrato un incremento del 2,6% grazie ai guadagni degli esportatori. Rialzi simili si sono registrati anche a Sydney, Singapore, Taipei, Mumbai e Bangkok. Al contrario, i mercati di Shanghai, Seul e Hong Kong hanno chiuso in ribasso, con l’indice Hang Seng in calo del 2,2%, riflettendo i timori su come una nuova presidenza Trump possa influire sulle relazioni economiche tra Stati Uniti e Cina.
In Europa, i mercati di Londra, Parigi e Francoforte sono partiti in territorio positivo, mentre negli Stati Uniti i futures sugli indici azionari hanno continuato a salire. Wall Street ha visto tutti e tre gli indici principali crescere di oltre l’1% il giorno precedente, un chiaro segnale di fiducia nell’economia USA post-elettorale.
Per la Cina, l’esito di queste elezioni ha grande rilevanza. Trump ha già dichiarato che intende intensificare la guerra commerciale contro Pechino, aumentando le tariffe sui beni di importazione cinese. Questo mentre il governo cinese sta preparando un pacchetto di stimoli per affrontare la crisi del settore immobiliare, colpito da una crisi del debito che minaccia la stabilità economica del Paese. In risposta alle elezioni, Pechino ha auspicato una “coesistenza pacifica” con gli Stati Uniti, in un segnale di cautela.
- Dollaro/Yen: su a 154,00 yen (da 151,60 yen)
- Euro/Dollaro: giù a $1,0735 (da $1,0930)
- Sterlina/Dollaro: giù a $1,2871 (da $1,3035)
- Tokyo – Nikkei 225: su del 2,6% a 39.480,67 (chiusura)
- Hong Kong – Hang Seng: giù del 2,2% a 20.538,38 (chiusura)
- Petrolio WTI: giù dell’1,2% a 71,13 dollari al barile
- Petrolio Brent: giù dell’1,3% a 74,56 dollari al barile
Le elezioni americane hanno mostrato un impatto immediato sui mercati finanziari globali. Con Trump che sembra pronto a rivendicare un secondo mandato, si prospetta una politica economica improntata su tagli fiscali, deregolamentazione e tariffe che potrebbero scuotere le relazioni internazionali. Le prossime settimane saranno cruciali per capire come gli investitori reagiranno e se la Fed riuscirà a mantenere la stabilità economica in uno scenario di potenziale inflazione crescente.