Secondo le stime del recente rapporto Commodity Markets Outlook della Banca Mondiale, i prezzi globali delle materie prime raggiungeranno i livelli più bassi degli ultimi cinque anni entro il 2025, continuando a calare anche nel 2026 a causa di un surplus di petrolio. Tuttavia, il contesto globale prevede alcune eccezioni, come l’oro, che potrebbe raggiungere nuovi record a causa di una persistente domanda legata a tensioni geopolitiche e instabilità economiche.
La Banca Mondiale prevede che l’offerta globale di petrolio supererà la domanda in media di circa 1,2 milioni di barili al giorno nel prossimo anno, causando una pressione sui prezzi simile a quella registrata nel 2020, durante la pandemia. Questo surplus potrebbe essere sufficiente a mitigare l’impatto sui prezzi anche in caso di un’escalation dei conflitti in Medio Oriente, che tradizionalmente aumenta la volatilità nel settore energetico.
Si stima che il prezzo del Brent, oggi intorno agli 80 dollari, scenderà a 73 dollari nel 2025 e si stabilizzerà a circa 72 dollari nel 2026. Complessivamente, i prezzi del petrolio sono destinati a ridursi del 3,4% quest’anno, del 5,1% nel 2025 e dell’1,7% nel 2026.
In contrasto con il calo del petrolio, l’oro si prevede raggiungerà livelli record entro il 2024, registrando un aumento del 21% rispetto alla media dell’anno precedente. Il prezzo dell’oro dovrebbe restare più alto dell’80% rispetto alla media quinquennale pre-pandemia per i prossimi due anni. Le incertezze geopolitiche e le crescenti tensioni internazionali stanno spingendo gli investitori verso questo metallo prezioso, considerato un rifugio sicuro.
L’aumento dei prezzi del gas naturale e la stabilità dei metalli industriali e delle materie prime agricole dovrebbero in parte contenere il calo complessivo dei prezzi delle materie prime. Per il gas naturale, le previsioni rimangono di stabilità a medio termine, mentre i prezzi dei prodotti alimentari dovrebbero mantenersi relativamente alti, circa il 25% sopra la media del periodo 2015-2019, nonostante un calo dell’8,5% quest’anno e del 4% nel 2024.
Per i metalli industriali, la Banca Mondiale prevede stabilità nei prossimi due anni: da un lato la debolezza del settore immobiliare cinese potrebbe ridurre la domanda, ma dall’altro l’offerta limitata e l’aumento della richiesta di metalli per la trasformazione energetica contribuiscono bilanciare il mercato.
La prevista discesa dei prezzi di cibo ed energia è un’opportunità per le banche centrali di impegnarsi nel contenimento del consumo, offrendo margini per mantenere più stabili i prezzi al consumo. Tuttavia, la Banca Mondiale avverte che il rischio di un peggioramento dei conflitti in Medio Oriente potrebbe interrompere la fornitura energetica, con effetti a catena su molte altre materie prime, generando volatilità e potenziali rialzi imprevisti dei prezzi.