Martedì, l’oncia d’oro ha segnato un nuovo record storico, superando per la prima volta la soglia dei 2.770 dollari. Il metallo prezioso ha registrato un massimo di 2.771,73 dollari e, alle 15:15 GMT, si attestava attorno ai 2.766 dollari. Dall’inizio dell’anno, l’oro ha guadagnato circa il 34%, partendo da una quotazione di 2.065 dollari e segnando la migliore performance degli ultimi 45 anni.
Questo aumento dei prezzi è attribuibile principalmente all’incertezza alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, previste per il 5 novembre, e ai rischi geopolitici in crescita, specialmente in Medio Oriente. L’oro, noto come bene rifugio, ha beneficiato di un afflusso di investimenti mirati a proteggere i capitali dalle incertezze del contesto globale.
A contribuire al rally dell’oro è anche l’evoluzione delle politiche monetarie. Il graduale allontanamento dalla politica restrittiva in diversi paesi ha incentivato l’acquisto di asset rifugio, rendendo il metallo prezioso un’opzione particolarmente attraente per gli investitori preoccupati dall’instabilità dei mercati azionari e obbligazionari.
Con i rischi geopolitici in aumento e l’avvicinarsi di scadenze elettorali cruciali, è probabile che l’oro mantenga il suo trend rialzista, offrendo stabilità agli investitori in cerca di protezione finanziaria in tempi di incertezza. Il record di oggi potrebbe quindi segnare solo un punto di partenza per nuovi massimi, sostenuti dalle incertezze globali e dal contesto economico.