(AGENPARL) - Roma, 21 Settembre 2024(AGENPARL) – sab 21 settembre 2024 Si chiude oggi la tre giorni del XXI Convegno Nazionale del CoDAU che, dal
19 al 21 settembre, ha coinvolto più di 80 istituzioni universitarie e 375
rappresentanti tra direttori generali e dirigenti. Al centro il tema de “il
futuro delle università, tra umanesimo intelligenza artificiale e governo
dei dati”. Il Convegno è stato preceduto dal primo Bilaterale tra la Giunta
del CoDAU e quella dei Direttori Generali francesi che si è inquadrato
nell’ambito del Trattato del Quirinale siglato tra la Repubblica italiana e
la Repubblica francese.
All’apertura a Palazzo Vecchio, dopo i saluti della Sindaca di Firenze Sara
Funaro, è intervenuto a nome del Governo il Ministro dell’Università e
della Ricerca, Anna Maria Bernini, che ha espresso la vicinanza all’operato
dei Direttori Generali nel contesto della sfida che l’Intelligenza
artificiale pone al sistema universitario.
Nei discorsi introduttivi la Presidente CRUI, Giovanna Iannantuoni ha posto
l’accento sulla piena consapevolezza dei Rettori sulle sfide da affrontare
nel prossimo futuro in sinergia con il management universitario soprattutto
relativamente all’innovazione tecnologica nei modelli didattici.I temi
centrali dei panel dei giorni seguenti del Convegno sono state le modalità
con le quali il sistema universitario, insieme ai più importanti
stakeholders nazionali ed internazionali, può guidare efficacemente il
cambiamento generato dall’intelligenza artificiale e dal governo dei dati,
facilitando l’innovazione e lo sviluppo di competenze adeguate. In
particolare, i relatori hanno discusso come nel contesto dell’evoluzione
digitale accelerata, le organizzazioni universitarie si trovino di fronte a
una sfida epocale: interpretare il cambiamento o rischiare l’obsolescenza.
Gli studenti richiedono altresì l’accesso a infrastrutture digitali
avanzate come piattaforme intuitive per l’apprendimento collaborativo,
laboratori virtuali per esperimenti scientifici e simulazioni immersive.
L’intelligenza artificiale offre potenti strumenti per l’automazione dei
compiti ripetitivi, la personalizzazione dell’apprendimento e persino per
la creazione di contenuti didattici personalizzati. Attraverso la raccolta
e l’analisi di enormi quantità di dati, resa oggi possibile da tecnologie
di supercalcolo e da sistemi quantistici, le istituzioni accademiche
possono ottenere insight approfonditi alla frontiera della ricerca, ad
esempio nella genomica, nella simulazione dei sistemi complessi, nelle
ricerche storiche. In tal senso il Governo italiano avrà un ruolo cruciale
nel fornire il supporto finanziario e la strategia necessari per guidare
questa trasformazione. Programmi come il Piano Nazionale di Ripresa e
Resilienza offrono opportunità per investimenti mirati nell’infrastruttura
tecnologica e nella formazione del personale. Inoltre, la collaborazione
tra università, industria e enti di ricerca può svolgere un ruolo chiave
nel promuovere l’innovazione e l’adozione delle nuove tecnologie. I lavori
del convegno hanno evidenziato che per essere protagonisti della
transizione occorre agire su diversi fronti, fra i quali si segnalano: le
università dovranno formare persone che siano in grado di modellare e
utilizzare responsabilmente l’intelligenza artificiale generativa; il
personale va reso consapevole delle enormi potenzialità che le nuove
tecnologie offrono per migliorare l’efficienza e la qualità dei servizi; il
superamento dei confini fra sistemi di governo, sistemi di amministrazione
e sistemi tecnologici implica un ripensamento dei modelli organizzativi,
che deve trovare quale
interprete fondamentale la dirigenza universitaria; l’innovazione si
conduce oggi più che ieri anche attraverso partnership fra gli operatori
del mercato, sviluppatori delle tecnologie, e il management universitario
che detiene la conoscenza dei processi gestionali; gli strumenti di
comunicazione, di interazione e di integrazione stanno subendo un forte
impatto che va accolto e governato. “È più di una sfida quella che ci
attende” afferma il Presidente del CodAU, Alberto Scuttari “la
trasformazione digitale richiede il ripensamento delle competenze e dei
processi all’interno delle organizzazioni ma allo stesso tempo richiede
alle università di formare competenze e coscienza critica per essere essa
stessa condotta e interpretata” ha concluso.
