Un’aura di mistero circonda la Gold Apollo Corporation, una presunta azienda ungherese collegata alla produzione di cercapersone piene di esplosivo, utilizzata in attacchi devastanti avvenuti in Libano e Siria martedì scorso. Secondo quanto riportato, l’azienda avrebbe sede a Budapest, ma una serie di dettagli ha alimentato i problemi sulla sua reale natura e operatività.
Un video dell’ufficio della Gold Apollo Corporation, basato sull’indirizzo fornito sul sito web dell’azienda, ha rivelato che esso si troverebbe in una residenza privata nella capitale ungherese. Tuttavia, mercoledì pomeriggio, il sito web è diventato improvvisamente inaccessibile, e i tentativi di contattare l’azienda per chiarimenti sono rimasti senza risposta. Questo sviluppo ha intensificato il mistero attorno alla Gold Apollo Corporation, sospettata di essere coinvolta nella produzione dei dispositivi esplosivi che hanno causato morte e distruzione.
Secondo il ministro della Salute libanese, Firas Al-Abiad, almeno 12 persone, tra cui due bambini, hanno perso la vita nelle esplosioni causate da cercapersone riempiti di esplosivo, che hanno provocato anche circa 2.800 feriti. Hezbollah, organizzazione politico-militare con sede in Libano, ha accusato Israele di essere responsabile dell’attacco, dichiarando che due dei suoi membri sono stati uccisi nell’esplosione. Nonostante le accuse, Israele non ha ancora commentato ufficialmente l’episodio.
Gli esplosivi sarebbero stati nascosti all’interno dei cercapersone cinque mesi fa, quando un lotto di 5.000 unità è stato importato da Hezbollah. Mounir Shehada, un ex generale di brigata libanese, ha dichiarato che gli esplosivi erano abilmente inseriti nelle batterie dei dispositivi, rendendo quasi impossibile rilevarli tramite normali sensori di sicurezza o strumenti di controllo.
In un comunicato rilasciato mercoledì mattina, la Gold Apollo Corporation ha negato qualsiasi coinvolgimento diretto nella produzione dei cercapersone esplosi, spiegando di aver concesso l’uso del proprio marchio a una società regionale, la BAC Consulting KFT, con sede a Budapest. Secondo l’accordo, BAC sarebbe responsabile della progettazione e produzione dei dispositivi, pur utilizzando il marchio Gold Apollo.
BAC Consulting KFT, diretta da Cristina Arcidiacono-Barsony, si presenta come un’agenzia di consulenza internazionale, ma la sua reale attività rimane nebulosa. Sebbene il sito web dell’azienda descriva progetti ambiziosi legati all’innovazione e allo sviluppo sostenibile, l’indirizzo registrato risulta essere una residenza privata a Budapest, sollevando ulteriori interrogativi sulla legittimità delle sue operazioni.
Il mistero continua a infittirsi mentre ulteriori indagini cercano di fare luce sulla vicenda, ma la chiusura improvvisa del sito web e la mancanza di risposte da parte della Gold Apollo e della BAC Consulting lasciano ancora molte domande senza risposta. Nel frattempo, il bilancio umano delle esplosioni di cercapersone in Libano e Siria continua a crescere, aggiungendo ulteriore urgenza alla necessità di chiarimenti su chi sia realmente responsabile di questi attacchi devastanti.