Massimiliano Latorre, ex fuciliere di Marina e protagonista di uno dei casi diplomatici più complessi della recente storia italiana, è diventato un simbolo di resistenza e dignità. Dopo il controverso’incidente che lo vide coinvolto in India nel 2012 insieme al collega Salvatore Girone, ha vissuto anni di processi, accuse e lunghe attese per una risoluzione che solo nel 2022 ha chiuso ufficialmente il caso. Nel corso di questa intervista, Latorre condivide i momenti più difficili della sua esperienza, le lezioni apprese e l’impatto che tutto ciò ha avuto sulla sua vita, sia personale che professionale.
Domanda. Come ha cambiato la sua vita e la sua carriera dopo l’incidente diplomatico con l’India nel 2012, sia a livello professionale che personale?
Massimiliano Latorre. Tengo a specificare e ribadire, che non essendo coinvolti nella morte dei pescatori, reputo che non si possa parlare di incidente bensì di congettura / costruzione di un’ accusa tra l’ altro mai formulata dalle autorità indiane; detto ciò posso affermare che a mia carriera professionale è cambiata radicalmente, pur consapevole della completa estraneità ai fatti.
La vita personale, ne ha pagato le conseguenze così come la mia salute fisica, ma nella vita necessita vedere sempre il bicchiere mezzo pieno.
Questa triste quanto assurda ed infamante vicenda mi ha regalato la conoscenza di tante persone con cui ancora oggi conservo unitamente a mia moglie Paola ottimi rapporti, riscontrando ancora oggi tanto affetto da parte della gente che quotidianamente incontro.
2. Domanda. Guardando indietro, quali lezioni ha tratto dall’esperienza vissuta durante la detenzione in India?
Massimiliano Latorre. Un’ esperienza che non auguro a nessuno, neanche al peggior nemico, ma da buon cristiano ancora, cerco di porgere l’ altra guancia. Grazie al mio reparto ho vissuto molte esperienze in vari teatri operativi, che mi hanno lasciato un grande bagaglio, soprattutto dal punto di vista umano.
3. Domanda. Come ha gestito il sostegno e la pressione dell’opinione pubblica italiana durante gli anni del processo?
Massimiliano Latorre. Non la chiamerei pressione quella dell’ opinione pubblica, anzi loro, Voi, siete stati e non sbaglio affermando che lo siete ancora oggi, il mio ossigeno.
Mi avete dato la forza di resistere alle ingiustizie con dignità ,come può e sa fare un Italiano , un Soldato Italiano.
4. Domanda. Che ruolo ha avuto la diplomazia italiana nel risolvere la sua vicenda? Ritiene che ci siano stati momenti in cui le cose avrebbero potuto essere gestite diversamente?
Massimiliano Latorre.
Io sono un militare, anche se attualmente in quiescenza.
Sono dell’ opinione, che essendo un Militare, e nonostante sia la parte lesa in questa vicenda, non mi dà comunque il diritto di puntare il dito contro nessuno.
Nonostante fossi immerso da dubbi e perplessità, ho cercato di mettere a proprio agio, chi in quel momento si interessava a questa persecuzione costruita, e lo facevo non ponendo mai domande scomode o che potessero metterli in imbarazzo, lasciandoli quindi lavorare.
Sono consapevole di aver fatto il mio dovere prima durante e dopo, e posso ancora oggi camminare con lo sguardo alto e con i palmi delle mani rivolte verso il basso.
Al mattino quando mi sveglio posso farmi la barba guardandomi allo specchio; se poi c’è qualcuno che la barba non può farla, è un problema che deve risolvere soprattutto con la sua coscienza.
5. Domanda. Come ha mantenuto il suo equilibrio mentale ed emotivo durante i lunghi anni di incertezza e isolamento?
Massimiliano Latorre. Non vorrei essere ripetitivo, ma l’ addestramento ricevuto, il carattere, la forza dell’ innocenza, ma soprattutto l’ amore della gente che ci sosteneva con innumerevoli iniziative sacrificando proprie risorse di tempo ed anche economiche, mi facevano sentire forte; Pensavo anche a tutti i soldati Italiani che negli ultimi anni così come nelle grandi guerre, pur sapendo di andare incontro alla morte mantenevano fede alla propria Bandiera, sacrificando la loro vita per il bene comune, e questo non mi permettava di arrendermi, dovevo resistere ad ogni costo, ma questo mi faceva immagazzinare malessere interiore.
6. Domanda. Qual è il suo rapporto oggi con Salvatore Girone? L’esperienza vissuta ha influenzato il vostro legame professionale e personale?
Massimiliano Latorre. Nel nostro reparto spesso ci si trova a lavorare con persone diverse, ma alla base c’ è l’ addestramento comune; io ero il Comandante del team, due colleghi che condividono una cattiva esperienza, ma poi si ritorna a fare ognuno la propria vita.
7. Domanda. Come vede oggi il ruolo dei militari italiani nelle missioni internazionali, dopo la sua esperienza diretta?
Massimiliano Latorre. Non bisogna commettere l’ errore di fare di tutta un’ erba un fascio; non bisogna guardare al proprio tappetino di casa, spesso ci si adopera per il bene comune, e le persone Istituzionali predisposte alla valutazione dei vari scenari internazionali sanno ciò che fanno e credo e spero abbiano anche imparato gli errori da non commettere nuovamente.
8. Domanda. Crede che il caso dei marò abbia cambiato la percezione pubblica del lavoro dei militari italiani all’estero?
Massimiliano Latorre. Posso riferire ciò che spesso mi è stato detto e cioè che non molti conoscevano il San Marco, e che la nostra storia ha dato dignità al nostro Paese e fatto apprezzare i sacrifici dei Militari, ma soprattutto delle nostre Famiglie.
9. Domanda. Quali sono i suoi piani per il futuro? Ha pensato di scrivere un libro o raccontare pubblicamente la sua storia in modo più dettagliato?
Massimiliano Latorre. Mi dispiace ricevere questa domanda, ma ad ogni odo, ho scritto un libro “il sequestro del Marò”. L’ ho presentato presso la Camera dei Deputati a Novembre 2022, nel 2023 l’ ho presentato su invito ed in luoghi Istituzionali di 50 città Italiane, oltre che al Senato della Repubblica dall’ estremo Nord all’ estremo Sud, ottenendo sempre riscontri positivi oltre che il dono del continuo affetto della gente. La cosa che mi ha colpito positivamente, è che la presenza di ragazzi è andata via via aumentando, e parliamo di ragazzi che, all’ epoca dei fatti, avevano al massimo 10 anni.
Ad ogni modo il libro racconta l’esperienza vissuta da un punto di vista più che altro umano, con l’intenzione di diffondere la sentenza della chiusura del caso con la nostra assoluzione, notizia data nel gennaio 2022, in ultima riga ultima pagina e con caratteri minuscoli.
10. Domanda. Cosa direbbe ai giovani italiani che oggi considerano la carriera militare dopo la sua esperienza?Massimiliano Latorre. Posso affermare che è una cosa giusta, mq il Giuramento è sacro così come l’ obbedienza ed il sacrificio.