La pressione sul presidente francese Emmanuel Macron sta crescendo rapidamente, con un sondaggio recente che evidenzia una crescente insoddisfazione nei confronti della sua leadership. Secondo un sondaggio condotto da Ipsos per il quotidiano Le Monde tra il 26 luglio e il 1° agosto, il 51% dei francesi è favorevole alle dimissioni del presidente Macron. Questo dato rappresenta un segnale preoccupante per l’Eliseo, che si trova ad affrontare una crisi politica senza precedenti.
Il sondaggio ha inoltre rivelato che il 53% degli intervistati non è soddisfatto della leadership di Macron, rispetto a un misero 15% che invece la approva. Un ulteriore 32% degli intervistati ha espresso insoddisfazione generale, senza preferire nessuna delle due opzioni. Questi risultati mostrano un panorama politico profondamente diviso e un crescente malcontento popolare.
Questo sondaggio arriva in un momento di caos politico in Francia. Il paese è rimasto senza un governo stabile per quasi due mesi, con il Primo Ministro Gabriel Attal che ha ricoperto solo il ruolo di ministro ad interim, privo del potere necessario per emanare nuove leggi. La mancanza di un governo solido ha aggravato la frustrazione pubblica e ha alimentato le richieste di cambiamento.
Nonostante Macron abbia cercato di allearsi con il partito di sinistra Nuovo Fronte Popolare (NFP) in un disperato tentativo di impedire al Rassemblement National (RN) di Marine Le Pen di vincere il secondo turno delle elezioni legislative anticipate il mese scorso, ha rifiutato di formare un governo con l’NFP. Questa decisione ha lasciato il paese in uno stato di incertezza, con l’opposizione che guadagna terreno e il sostegno a Macron che continua a diminuire.
L’instabilità politica ha portato il partito di estrema sinistra La France Insoumise (LFI) a chiedere l’impeachment di Macron, sostenendo la necessità di “difendere la democrazia dalle tendenze autoritarie del presidente”. Jean-Luc Mélenchon, ex candidato alla presidenza e figura centrale dell’LFI, ha assunto un ruolo di primo piano in questa iniziativa, pur sapendo che ottenere i voti necessari per rimuovere Macron sarà un’impresa ardua.
Per estromettere il presidente, sarebbe necessario ottenere i due terzi dei voti sia dell’Assemblea Nazionale che del Senato, il che implica la necessità di un’ampia coalizione, compresa una possibile collaborazione con la fazione di Le Pen. Tuttavia, la strada per l’impeachment rimane incerta, soprattutto considerando che il Nuovo Fronte Popolare, pur avendo vinto la maggioranza dei seggi, non ha ottenuto il maggior numero di voti, che invece sono andati al Rassemblement National.
La situazione politica in Francia rimane fluida e incerta. L’NFP ha esortato Macron a nominare Lucie Castets come suo prossimo Primo Ministro, ma la candidatura di Castets, un’economista socialista ed ex burocrate, è stata accolta con scetticismo. Non essendo mai stata eletta a nessuna carica, Castets rappresenta una scelta controversa, che potrebbe ulteriormente indebolire la posizione di Macron.
La Costituzione francese è piuttosto vaga su cosa fare in caso di un parlamento in stallo o addirittura sugli elementi necessari per innescare un impeachment di un presidente. Ai sensi dell’articolo 68, la Costituzione afferma che un presidente può essere rimosso “in caso di violazione del dovere manifestamente incompatibile con l’esercizio del suo mandato”. Prima del 2007, era un po’ più chiaro, con un presidente che poteva essere messo sotto accusa solo per “alto tradimento”.