
(AGENPARL) – gio 22 agosto 2024 COMUNICATO STAMPA DEL 22 AGOSTO 2024
Elaborazione di un protocollo condiviso utile a comprendere le cause e a fissare le
linee operative per salvare il patrimonio di lecci in ambito urbano.
La proposta arriva dall’Assessorato all’Ambiente del Comune di Oristano che nei giorni
scorsi ha riunito a Palazzo Campus Colonna un tavolo tecnico con la partecipazione dei
soggetti che a vario titolo hanno competenze in ambito arboreo, di difesa
fitopatologica, di tutela forestale e ambientale e di ricerca universitaria. Erano presenti
oltre ai rappresentanti del Comune di Oristano, l’Università di Sassari, l’agenzia Laore,
il Corpo Forestale, l’Ordine degli Agronomi e altri esperti.
“Il patrimonio arboreo sardo è in pericolo, quello boschivo e quello urbano – spiega il
Sindaco Massimiliano Sanna -. Nell’isola c’è grande preoccupazione per un capitale
ambientale che evidentemente è in serio pericolo. A Oristano stiamo monitorando la
situazione e vogliamo intervenire per proteggere centinaia di esemplari di leccio la cui
condizione di sofferenza è palese e a cui vogliamo porre rimedio. Abbiamo già avviato
un confronto con gli esperti del settore per elaborare una strategia che potrebbe
diventare una buona pratica anche per le altre realtà urbane, non solo isolane”.
“Dei 6.400 alberi che costituiscono il patrimonio arboreo urbano di Oristano 750 sono
lecci – sottolinea l’Assessore all’Ambiente del Comune di Oristano Maria Bonaria
Zedda -. In questi ultimi anni si è registrata una diffusa sofferenza di lecci, soprattutto
di quelli in ambito urbano. È un fenomeno diffuso in tutta la Sardegna, in alcune realtà
in maniera anche molto evidente, e non ha risparmiato Oristano dove il 50% circa di
questi esemplari presenta segni di sofferenza che si manifesta con parti della chioma
disseccate. Il leccio è un albero non solo molto diffuso, ma anche un simbolo della
Sardegna e anche per questo motivo non possiamo assistere inerti al suo
decadimento. Abbiamo quindi riunito un tavolo tecnico in modo tale da analizzare il
problema e individuare le possibili soluzioni”.
Nel corso del tavolo tecnico è emerso che le principali cause della malattia, che in
ambito urbano minaccia i lecci della Sardegna, sono da ricercare negli attacchi
parassitari legati alla cocciniglia (Nidularia pulvinata) e nelle caratteristiche dei siti di
radicazione degli alberi. Entrambi questi fattori hanno una grande influenza nello stato
fitosanitario dei lecci e contribuiscono al loro progressivo decadimento. La cocciniglia,
in particolare, è un parassita poco conosciuto e poco studiato. Gli interventi di cura
sono orientati ad un trattamento in endoterapia con un prodotto chimico autorizzato
del quale però non si conosce l’efficacia. È necessario quindi proseguire i trattamenti e
raccogliere dati per verificare la reale efficacia dell’intervento curativo. A Oristano si è
giunti al terzo ciclo di trattamenti in endoterapia senza che vi sia stata una inversione
di tendenza e appare necessario condurre indagini più approfondite per verificare se
accanto all’insetto siano coinvolti anche agenti microbiologici quali funghi, batteri e
virus. Per quanto riguarda i siti di radicazione, invece, si è valutato che si potrebbe
intervenire con pratiche agronomiche necessarie a dare supporto all’attività di
vegetazione degli alberi, tra le quali l’allargamento della formella di radicazione
dell’albero, garantendo una superficie libera proporzionata al diametro della pianta.
“A settembre il tavolo tecnico si riunirà nuovamente e in quella sede si metterà a
punto un protocollo di intervento da attuare in varie località scelte per monitorare
l’efficacia delle azioni da intraprendere poi su larga scala – precisa l’Assessore Maria
Bonaria Zedda -. Il Comune di Oristano, attraverso la consulenza dei tecnici del
Servizio Verde Pubblico, del Corpo Forestale e dell’Università di Sassari, si candida a
promuovere un progetto pilota per comprendere le cause e cercare di invertire la
china negativa che in questo momento affligge i bellissimi alberi di leccio, simbolo
della Sardegna. Siamo aperti alla collaborazione di tutte le altre amministrazioni
comunali, oltre che ovviamente a quella indispensabile del Ministero e della Regione, e
a chiunque abbia competenze e idee da condividere per difendere il nostro patrimonio
ambientale”.