
(AGENPARL) – mar 06 agosto 2024 Comunicato Stampa
Presentata la nuova indagine del Consiglio Nazionale dei Giovani
Benessere, 3 giovani su 4 avvertono l’esigenza di un supporto psicologico
Presidente CNG, “Il disagio è più accentuato tra le giovani donne: l’87,3% rispetto al
61,8% degli uomini. Interventi tengano conto della specificità di genere”
Più elevata la richiesta di aiuto dei giovani residenti nelle regioni del Centro (79,4%) e del Sud
(76,8%), rispetto al Nord (71,8%). Il 35,9% dei giovani ha avvertito la necessità di supporto
psicologico ma non si è rivolto a nessun professionista. Il 11,2% si è rivolto a un professionista
senza ricevere i benefici attesi.
Roma, 6 agosto 2024 – Il Consiglio Nazionale dei Giovani (CNG) ha diffuso oggi i risultati di una
nuova indagine sulla salute mentale dei giovani italiani, realizzata con il supporto tecnico di
EU.R.E.S. Ricerche Economiche e Sociali, rivelando dati allarmanti sulla necessità di supporto
psicologico e sulle risposte ricevute.
Secondo l’indagine, che ha coinvolto 1.100 giovani tra i 15 e i 35 anni, il 75% degli intervistati
ha sentito il bisogno di un supporto psicologico negli ultimi cinque anni, ma solo il 27,9% ha
ricevuto l’aiuto necessario.
Dati che evidenziano una significativa lacuna nella risposta al supporto psicologico dei giovani,
con gravi ripercussioni sul loro benessere complessivo.
“Il nostro studio mette in luce la necessità urgente di azioni concrete per affrontare una vera
emergenza. Abbiamo rilevato che 3 giovani su 4 avvertono l’esigenza di un supporto e che il
disagio psicologico è più accentuato tra le giovani donne: ben l’87,3% dichiara di aver avvertito
la necessità di supporto psicologico, rispetto al 61,8% dei coetanei uomini. Questo dato
sottolinea l’importanza di interventi mirati che tengano conto delle specificità di genere”. Lo
afferma Maria Cristina Pisani, Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani.
“Negli ultimi anni, il Consiglio Nazionale dei Giovani – prosegue la Presidente Pisani – ha
lavorato intensamente per sensibilizzare e supportare le istituzioni nell’implementazione di
politiche efficaci. L’impegno di tutti deve concentrarsi su politiche che garantiscano
accessibilità, tempestività e continuità delle cure, personalizzando gli interventi in base alle
esigenze individuali. È cruciale che le istituzioni e le famiglie prestino maggiore attenzione a
questo tema, specialmente in un periodo storico come quello attuale.
È necessario un piano nazionale organico e permanente che permetta di rafforzare e
aumentare i servizi di sostegno alla salute mentale. Servono sportelli di ascolto psicologico
nelle scuole superiori e nelle università, accessibili gratuitamente a tutti gli studenti.
Appare, a nostro avviso, essenziale introdurre la figura dello psicologo di base nel sistema
sanitario nazionale, come già sperimentato con successo in alcuni distretti sanitari territoriali,
iniziativa che dovrebbe andare di pari passo con una campagna di sensibilizzazione per
superare lo stigma associato alla ricerca di aiuto psicologico e promuovere una maggiore
consapevolezza dell’importanza della salute mentale tra le giovani generazioni, considerato
che soltanto il 27,9% delle ragazze e dei ragazzi si è rivolto ad un professionista ricevendo
l’aiuto richiesto. Va scongiurata la solitudine e l’abbandono che troppe ragazze e ragazzi
sperimentano. Bisogna fare in modo che l’accesso alle cure non sia un privilegio riservato a
pochi”.
Il Piano di azioni nazionale salute mentale (PANSM)1 già nel 2013 evidenziava quanto i disturbi
neuropsichici nell’infanzia e nell’adolescenza siano rilevanti e gravi per le loro ricadute sui
percorsi di vita, raccomandando un approccio in grado di garantire accessibilità, tempestività
della presa in carico, continuità delle cure e personalizzazione del progetto di intervento.
Quasi la metà dei casi problematici di salute mentale si verifica infatti entro i 14 anni di età e
il 75% di essi si sviluppa entro i 24 anni, ma difficilmente la causa viene individuata e ancor
più raramente si attiva la presa in carico. Come per molti altri fenomeni, inoltre, la pandemia
ha avuto un effetto di amplificazione della diffusione del disagio psicologico e dei problemi
legati alla sua prevenzione e cura. Tra il 2020 e il 2021, i lockdown causati dalla pandemia
hanno comportato soprattutto per i più giovani la perdita di una routine importante, in cui la
scuola, lo sport, i momenti di svago, le occasioni rituali (compleanni, eventi familiari ecc.) e,
soprattutto, le relazioni amicali e tra pari garantivano nel quotidiano opportunità di sviluppo
emotivo e sociale indispensabili per l’equilibrio psicologico durante il percorso di crescita.
Diversi studi riportano una significativa diffusione delle manifestazioni di disagio tra gli
adolescenti durante il primo lockdown (ansia, tristezza, bassi livelli di ottimismo e scarse
aspettative per il futuro)2, specialmente tra le ragazze, con un generalizzato incremento dei
disturbi dell’umore, del comportamento alimentare, del sonno e un aumento di solitudine o
ritiro sociale, fenomeni di autolesionismo e tendenze suicidarie nonché la comparsa di altri
disturbi del neuro-sviluppo.
La centralità del tema della salute mentale è confermata anche nella presente indagine,
considerando che il 75% dei giovani intervistati (pari a 3 giovani su quattro) ha avvertito
Il Piano è stato elaborato dal Ministero della salute, in collaborazione con il Gruppo tecnico interregionale salute mentale (GISM) della
Conferenza delle Regioni, e approvato in Conferenza unificata con accordo n. 4 del 24 gennaio 2013 .
Si vedano le ricerche riportate nel report Covid-19 e adolescenza a cura del Gruppo emergenza Covid-19 del dell’Osservatorio nazionale
per l’infanzia e l’adolescenza, pp. 4-5 .
l’esigenza di ricevere un supporto psicologico (a fronte del 25% che non ha espresso tale
necessità). Tuttavia soltanto il 27,9% si è rivolto ad un professionista ricevendo l’aiuto
richiesto, mentre l’11,2% pur rivolgendosi a un professionista non ha ricevuto i benefici attesi
e un prevalente 35,9%, pur avvertendone la necessità, non si è rivolto ad alcun professionista,
trascurando e probabilmente aggravando una situazione di malessere interiore.
L’esigenza di un sostegno psicologico appare trasversale e condivisa dalla quota maggioritaria
del campione in tutte le sue articolazioni. Coerentemente al disagio psicologico più
frequentemente rilevato nella componente femminile della popolazione, tale richiesta di
aiuto assume caratteri particolarmente critici tra le giovani donne, tra le quali ben l’87,3%
dichiara di aver avvertito la necessità di ricevere un sostegno negli ultimi 5 anni (a fronte del
61,8% tra i coetanei maschi).
Anche nelle fasce anagrafiche centrali (comprese tra i 20 e i 29 anni), la richiesta di un
sostegno psicologico appare particolarmente avvertita, con valori vicini all’80% (78,5% tra i
20-24enni e 78,8% tra i 25-29enni), scendendo al valore più basso tra i 30-35enni (60%) e tra
i 15-19enni (64,1%).
Più elevata infine risulta la richiesta di aiuto dei giovani residenti nelle regioni del Centro
(79,4%) e del Sud (76,8%), scendendo leggermente al Nord (71,8%), dove, nonostante i livelli
di well-fare risultino più elevati rispetto al resto del campione, il disagio psicologico e
l’implicita richiesta di un maggiore sostegno si conferma ampiamente maggioritario.
Tabella – Negli ultimi 5 anni hai avvertito l’esigenza di un supporto psicologico? Valori %
Sì, mi sono
rivolto a un/una
professionista
che mi ha
aiutato a
risolvere i miei
problemi
Maschio
Femmin
15-19
20-24
25-29
30-35
Centro
Totale
Sì, mi sono
rivolto a un/una
professionista
ma non ho
ricevuto i
benefici attesi
Sì, ho avvertito
l’esigenza, ma
non mi sono
rivolto a un/una
professionista
No, non ho
avvertito
l’esigenza di
un supporto
psicologico
Total
Disaggregazione in base al genere
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
Disaggregazione in base alla fascia di età
Disaggregazione in base all’area geografica
Fonte: CNG Consiglio Nazionale dei Giovani – Eures Ricerche Economiche e Sociali 2024