
(AGENPARL) – sab 20 luglio 2024 *Comunicato Stampa*
*Tagli agli Enti Locali: la forte contrarietà di Cgil Cisl e Uil*
*Marturano, Scavazzin e Zanetti: “Da un lato si predica l’Autonomia,
dall’altro si tagliano le risorse per realizzarla”*
Anche le Segreterie Provinciali di Cgil Cisl e Uil si uniscono al coro di
proteste e decise prese di posizioni nel segno della contrarietà (dall’Anci
fino a numerosi amministratori locali) seguite alla pubblicazione nei
giorni scorsi, da parte del Ministero dell’Interno, del Decreto che
contiene la ripartizione del taglio alle spese di Comuni e Province
previsto dalla Legge di Bilancio 2024. A livello nazionale si tratta di una
sforbiciata di ben 400 milioni per anno (300 per i Comuni e 100 per le
Province) per il biennio 2024/2025 e di altri 250 milioni (200 per i
Comuni, 50 per le Province) per il triennio successivo 2026-2027-2028. “A
Padova – dicono i sindacati – tutto questo si tradurrà con un taglio
complessivo di 5,6 milioni di euro, una cifra decisamente considerevole che
provocherà inevitabili danni al funzionamento della macchina comunale con
prevedibili riduzioni del personale e conseguente peggioramento dei
servizi. Una penalizzazione che riguarderà quindi sia il personale
dipendente che cittadini”.
A dirlo, in una nota, i Segretari Generali delle Segreterie Provinciali di
Cgil Cisl e Uil, rispettivamente Aldo Marturano, Samuel Scavazzin e Massimo
Zanetti, che esprimono “la propria netta contrarietà, nel metodo e nel
merito, a questi tagli che di fatto spostano sui Comuni, quindi agli Enti
più prossimi al cittadino e che per primi dovrebbero garantire diritti e
risposte alle proprie comunità, il peso delle politiche di austerity che
sono l’esatto contrario di quel che serve se si ci si pone l’obiettivo di
evitare il declino economico del nostro Paese e mettere a rischio la sua
tenuta sociale”.
Pure sui criteri scelti per ripartire il taglio i sindacati sono molto
critici: “Il riferimento al livello di risorse PNNR, di cui gli enti sono
destinatari, è semplicemente assurdo – dicono Marturano, Scavazzin e
Zanetti – perché di fatto andrà a colpire maggiormente quei Comuni che
hanno saputo utilizzare efficacemente i fondi europei per la realizzazione
delle infrastrutture penalizzandoli paradossalmente con minori risorse
destinati alla loro gestione. È chiaro che la conseguenza è che quegli
investimenti saranno destinati a creare le famose ‘cattedrali nel deserto’,
ossia strutture super funzionali e all’avanguardia sulla carta ma che non
potranno funzionare perché non avranno il personale necessario a tale
compito visto i prevedibili tagli alla spesa corrente che serve proprio a
pagare i dipendenti. A meno che non vengano messe in mano ai privati ed è
quello che temiamo maggiormente perché significherebbe aver utilizzato
risorse pubbliche per il vantaggio dei pochi e soliti soggetti privati”. E
aggiungono: “E al di là degli slogan, le reali intenzioni del Governo in
materia non ci lasciano molto tranquilli”.
“Sono anni che i Comuni subiscono forti tagli che ne minano la funzionalità
e i servizi – proseguono i tre dirigenti sindacali – solo negli ultimi anni
il comparto delle funzioni locali è quello che ha perso più personale in
assoluto e risulta essere il meno attrattivo tra quelli di tutte le
pubbliche amministrazioni. I concorsi, come ben sappiamo, vedono pochissimi
partecipanti e i vincitori, molto spesso, si dimettono a pochi mesi
dall’assunzione per passare ad altre pubbliche amministrazioni o nel
settore privato. La conseguenza è spesso il caos e l’ormai conclamata
incapacità di assicurare un livello accettabile di qualità dei servizi nei
confronti dei cittadini”.
E concludono: “Avrebbero bisogno di risorse gli Enti Locali, altro che di
tagli. E vale la pena sottolineare che tutto ciò succede con un Governo
che, dietro forte spinta anche della nostra Regione, ha appena approvato
una legge che aumenta in modo consistente le materie in cui viene data
piena Autonomia alle Regioni. Una riforma che la maggioranza che sostiene
Zaia considera epocale tanto da dedicarvi anche un giorno di celebrazioni,
ma che al di là delle tante parole e slogan si piega a dei tagli a delle
risorse destinate proprio a rendere effettivi e concreti quegli strumenti
necessari a realizzare quanto si proclama da anni. Un evidente
cortocircuito che non può sfuggire agli occhi dei più”.