(AGENPARL) - Roma, 19 Aprile 2024(AGENPARL) – ven 19 aprile 2024 familiari *
*Famiglia Napoletana risarcita per il riconoscimento dei danneggiati per
malasanità*
In una sentenza epocale, l’Ospedale Piemonte e Regina Margherita di Messina
è stato condannato al risarcimento dei danni per una grave patologia
epatica evoluta a seguito di un intervento chirurgico. Questa decisione
storica ha riconosciuto il diritto al risarcimento per gli eredi di una
vittima di malasanità, aprendo nuove prospettive nel campo della giustizia
sanitaria. Il paziente, durante la sua degenza presso l’ospedale, è stato
sottoposto a un intervento chirurgico di emicolectomia destra e ha ricevuto
una emotrasfusione, contrarre il virus HCV, che successivamente si è
evoluto in cirrosi epatica. Nonostante le precedenti decisioni sfavorevoli
del Tribunale di Palermo e della Corte d’Appello, ritenendo prescritto il
diritto al risarcimento, la Corte di Cassazione ha ribaltato tali sentenze,
riconoscendo la non prescrizione del diritto al risarcimento dei danni.
Secondo la Corte di Cassazione, nella presenza di danni lungolatenti come
quello in questione, la prescrizione non decorre dal momento del fatto
lesivo, ma dal momento in cui si manifesta la patologia, collegata a un
fatto illecito portatore di responsabilità. Nel caso del paziente, i
sintomi clinici dell’infezione da HCV si sono manifestati solo dopo circa
vent’anni dalla degenza, con un progressivo aggravamento della patologia
che ha portato al decesso. Dopo il riconoscimento dell’indennità prevista
dalla legge per i soggetti colpiti da sangue infetto (Legge 210/1992), il
danneggiato e successivamente i suoi eredi hanno combattuto con
determinazione per ottenere giustizia contro il Ministero della Salute e
l’Ospedale Siciliano. Lo studio Associati Maior – Studio Legale e Medico
Legale, composto dagli Avvocati Michele Francesco Sorrentino, Pierlorenzo
Catalano e Filippo Castaldo, insieme al medico-legale Dott. Marcello
Lorello e allo studio legale Carrara, dell’Avv. Francescopaolo Carrara,
hanno rappresentato con impegno e dedizione gli interessi dei familiari
della vittima, ottenendo un risarcimento di oltre un milione di euro.
Questa sentenza non solo porta giustizia alla vittima e alla sua famiglia,
ma rappresenta anche un importante precedente per la tutela dei diritti dei
pazienti e per la responsabilizzazione delle strutture sanitarie nel
garantire un trattamento sicuro e conforme agli standard medici più elevati.
Ufficio Stampa
Nicola Arpaia
