
(AGENPARL) – ven 08 marzo 2024 Comune di Collesalvetti
Comunicato stampa dell’8 marzo 2024
A Collesalvetti la mostra “Benvenuto Benvenuti: l’architetto e il paesista. Trapunti gemmati di simboli iniziatici tra Liberty, Utopia e panteismo”
Dal 14 marzo al 16 maggio 2024, alla Pinacoteca comunale Carlo Servolini in via Garibaldi 79. Inaugurazione il 14 marzo alle ore 17.
Alla Pinacoteca comunale Carlo Servolini di Collesalvetti dal 14 marzo al 16 maggio 2024 si terrà l’esposizione “Benvenuto Benvenuti: l’architetto e il paesista: trapunti gemmati di simboli iniziatici tra Liberty, Utopia e panteismo”. Promossa e organizzata dal Comune, ideata e curata da Francesca Cagianelli, la mostra nasce con l’obiettivo di approfondire l’indagine della stagione divisionista e simbolista nella Livorno primonovecentesca, letteralmente sedotta dalle teorie ideiste di Vittore Grubicy de Dragon e dall’esoterismo del belga Charles Doudelet.
L’inaugurazione è prevista il 14 marzo alle ore 17. Ingresso libero.
“Dopo l’esito eccellente della mostra ‘Serafino Macchiati: Moi et l’autre’ che si è appena conclusa e che è stata visitata da un pubblico nazionale e internazionale, – afferma Andriana Ciurli, assessore comunale alla Cultura di Collesalvetti – con questo nuovo evento espositivo l’amministrazione comunale intente confermare la mission della Pinacoteca Comunale Carlo Servolini, votata alla rivalutazione del filone visionario ed esoterico della cultura figurativa labronica tra ‘800 e ‘900, ribadendo le straordinarie potenzialità della nuova prestigiosa sede di Villa Carmignani, già riconosciuta all’unanimità come un prezioso scrigno espositivo”.
Prosegue con questa mostra lo scandaglio documentario e storiografico di latitudine nazionale e internazionale, avviatosi sul nostro territorio, con la pionieristica mostra “Benvenuto Benvenuti. Dal vero al Simbolo” (Livorno, Museo Civico “Giovanni Fattori”, Villa Mimbelli, 4 ottobre 2001-6 gennaio 2002), curata da Segio Rebora, e con il prezioso volume di Giuseppe Argentieri, “Benvenuto Benvenuti. Parole in libertà. Pagine sparse, riflessioni e poesie” (Pontedera 2024), da ritenersi tappe fondamentali nell’ambito della revisione storiografica della temperie culturale e figurativa livornese dei primi due decenni del XX secolo.
Quella di Collesalvetti è la prima esposizione in assoluto dedicata esclusivamente alla produzione disegnativa e incisoria di Benvenuto Benvenuti, rarità di straordinario valore stilistico e documentario, quali i due bozzetti ad acquarello raffigurati nelle cartoline inviate nel 1918 a Maria Stella Benvenuti – uno dei quali identificato dallo stesso Benvenuti nei termini di “Un modello da tappeto”, ma da ritenersi vera e propria divagazione in margine al decorativismo klimtiano – così come inedite testimonianze fotografiche destinate a supportare l’ipotesi di un ulteriore ampiamento del catalogo dei finora noti disegni architettonici dell’artista.
Imponente, sotto il profilo dell’impegno stilistico, della rarità iconografica e dell’internazionalità culturale, risulta il nucleo dei disegni inediti conservati presso Fondazione Livorno – provenienti dalla donazione di Giuseppe Argentieri – selezionati in anteprima per l’occasione espositiva colligiana, che confermano la prolungata riflessione dell’artista in margine al linearismo liberty metabolizzato nel corso del tirocinio presso la Ditta Quarti, il decorativismo secessionista (da Joseph Hoffman a Joseph Olbrich) e l’utopia visionaria dei cosiddetti “architectes idéistes” della fine del XIX – in primis François Garas ( 1866 – 1925), Gabriel Guillemonat (1866-1945), e Henri Provensal (1868 – 1934) – per poi approdare a quella concezione romantica dell’architettura neogotica varata da Friedrich Schlegel, che lo spinse verso” sviluppi e teorie d’una più inconsueta cristallizzata musica”, fino a ideare veri e propri “trapunti gemmati di simboli iniziatici” (Viezzoli 1942).
Giocano a vantaggio dell’individuazione di un ruolo egemonico di Benvenuto Benvenuti nell’entourage della cosiddetta “sinistra” dell’arte livornese, tanto l’esclusivo canale di comunicazione intrapreso con Vittore Grubicy, quanto il sodalizio instaurato con Charles Doudelet e, infine, l’amicizia strategica coltivata con uno dei più significativi “Italiens de Paris”, quale appunto l’appena celebrato Serafino Macchiati.