
(AGENPARL) – gio 15 febbraio 2024 GROSSETO – Sono quasi raddoppiate le librerie in Maremma negli ultimi dieci
anni: da 24 a 40 dal 2012 al 2022. Un dato sicuramente positivo ma che
merita di essere meglio analizzato per non cadere nei facili entusiasmi.
Sono proprio gli addetti ai lavori a suggerire uno sguardo più approfondito
«A mio avviso la cosa va contestualizzata bene, perché appare come un vero
e proprio boom, ma non è così» interviene *Francesco Serino* presidente Sil
Confesercenti. «Queste “nascite” per il nostro territorio hanno significato
più che altro l’arrivo delle grandi catene che sì sfruttano un mercato
potenziale e una crescente attenzione da parte del pubblico, ma che cercano
anche – per le loro politiche aggressive – di limitare la concorrenza dei
“privati” e, non per ultimo, sopraffarsi l’un l’altra. Ovviamente l’aumento
dei costi (ricarichi più bassi, spese di trasporto più alte) hanno un certo
rilievo».
Serino vede nel dato anche qualche nota positiva: «Vorrei sottolineare la
tendenza del ritorno al negozio fisico, alla ricerca del libro come
oggetto, anche in chiave di crescita e arricchimento personale. Quindi, in
generale, esiste certamente una “richiesta” del mercato del libro, ma
attenzione alle dinamiche commerciali perché i dati potrebbero apparire un
po’ incongruenti con la realtà economica del settore a livello nazionale».
Le difficoltà per la categoria sicuramente non sono ancora superate. Anzi,
se ne aggiunge una nuova: la Carta del merito istituita dal Governo.
Secondo il Sil, il sindacato dei librai Confesercenti «li operatori non
sono stati informati sulle modalità operative: c’è ancora da capire se
saranno identiche al bonus 18enni o diverse».
Anche *Marco di Giacopo* coordinatore Assoterziario per Confesercenti,
chiosa: «Bene la crescita del mercato della cultura nella nostra provincia,
ma il quadro resta preoccupante. Nella congiuntura di decrescita del
commercio, l’unica possibilità è quella di una riconversione di alcune
attività in settori merceologici e servizi ora richiesti. Quello della
cultura è un esempio, ma potremmo anche aggiungere la crescita che ha
riguardato in questi anni attività inerenti allo sport, al benessere o alla
cura della persona».
«Dopodiché occorre essere obiettivi: per ragioni demografiche e
macro-economiche, probabilmente, non raggiungeremo più i livelli di consumo
di una decina di anni fa. Il mondo della politica, gli enti locali devono
necessariamente avviare un percorso con noi in cui si parli del
contenimento dei costi sociali e della riqualificazione immobiliare dei
fondi commerciali, due tematiche che nei prossimi anni saranno sempre più
evidenti come effetti di questo processo».