
(AGENPARL) – gio 01 febbraio 2024 PISTICCI SCALO, 1 febbraio 2024 – Il passaggio generazionale è una delle
sfide più complesse che le aziende si trovano ad affrontare: troppo spesso
rappresenta una minaccia, ma con gli strumenti giusti può diventare
un’opportunità. Il tema è particolarmente importante per il tessuto
produttivo lucano, dove l’impresa familiare rappresenta la tipologia di
composizione societaria largamente maggioritaria. Per questo motivo,
Confindustria Basilicata, insieme a EY, AIDAF – Italian business family e
Lucano 1894, ha dato vita a un incontro dal taglio operativo sugli
strumenti concreti che le imprese hanno a disposizione per affrontare il
delicato passaggio. La massiccia partecipazione ha confermato il forte
interesse all’argomento.
“Il Gruppo GI – ha dichiarato il presidente GI Confindustria Basilicata,
Domenico *Lorusso* – è da sempre molto attento a questo tema. In sala ci
sono tantissimi giovani imprenditori, che sono già operativi nella
governance delle rispettive aziende e che quindi hanno già affrontato o
stanno affrontando i delicati aspetti di questo processo. Non è una
transizione che può essere lasciata al caso, ma ha bisogno di essere
accompagnata da professionisti del settore. Solo il 13 per cento delle
imprese familiari italiane sopravvive alla terza generazione di
imprenditori. Ci sono due tipi di aziende: quelle che scompaiano e quelle
che cambiano. La differenza è determinata dalla capacità di interpretare il
futuro, gestendo al meglio il passaggio”.
I forti mutamenti degli ultimi anni in aziende sempre più orientate alla
digitalizzazione e alla sostenibilità – ha spiegato Massimo *Meloni*,
family business e family business EY – hanno accelerato l’ingresso dei
giovani nelle governance aziendali, favorendo l’integrazione di generazioni
e di generi. Questa convivenza però, per funzionare al meglio – ha aggiunto
Chiara *Pirrone*, director EY – ha bisogno di regole ben precise che vanno
definite quando le cose vanno bene, evitando il rischio di arrivare troppo
in ritardo. E’ dunque fondamentale una forte azione di sensibilizzazione.
AIDAF – ha spiegato Giovanna *Gregori*, executive director
dell’associazione – ha fatto propria questa mission cercando di promuovere,
sviluppare uno stile etico di fare impresa che consenta alle aziende di
migliorare e crescere a ogni passaggio di staffetta.
Le difficoltà di natura finanziaria rappresentano, a livello nazionale, la
seconda categoria di ostacoli che vengono riscontrati da coloro che sono
impegnati in questa transizione.
Nella tavola rotonda moderata da Mario *Benedetto*, giornalista e docente
LUISS, Chiara *Pirrone* e Michele *Mirabella*, director EY, hanno
illustrato gli strumenti che possono aiutare a tutelare il patrimonio degli
imprenditori e i veicoli societari attraverso i quali facilitare il
passaggio. Il professore dell’Università Bocconi, Fabio *Quarato*, ha
focalizzato l’aspetto relativo delle tipologie di governance delle società
a controllo familiare e di come queste impattano sulla gestione dei
processi.
A portare la testimonianza diretta di passaggio riuscito, la famiglia Vena,
che è oggi alla quarta generazione di imprenditori di Lucano 1894, anche
con il contributo del chairman, Luca *Pancirolli*. “Determinante – ha detto
l’Ad, Francesco *Vena* – è la collaborazione e la condivisione intorno al
doppio obiettivo dell’unità familiare e della crescita aziendale. Farsi
assistere da professionisti esterni ha anche dei momenti di complessità e
può generare una iniziale, naturale resistenza, ma è fondamentale per
individuare le soluzioni più idonee non solo per la continuità
dell’esistente ma per una vera e propria rigenerazione aziendale”.
“Nelle aziende, il passaggio di mano – ha concluso il vice presidente di
Confindustria Basilicata, Francesco D’*Alema* – ha un doppio aspetto,
culturale e organizzativo. Mai in questo momento, l’assunzione di
responsabilità da parte delle giovani generazioni di imprenditori che
subentrano nella imprese familiari si carica anche di un valore aggiuntivo,
dal momento che la continuità aziendale significa anche difendere il grande
patrimonio industriale italiano, conservandone la testa e il cuore sul
territorio nazionale”.
*Mariateresa Labanca**Area Comunicazione Integrata*
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