
(AGENPARL) – mer 10 gennaio 2024 *AGRICOLTURA/ECONOMIA/ ITALIA/CLEMENTINE*
*Debutta sul mercato la “Perrina”. La nuova clementina tardiva made in
Italy punta a colmare il gap delle importazioni.*
Iniziata in Campania la prima raccolta della nuova varietà di clementine
tardive made in Italy. Si chiama “Perrina” ed è frutto di una mutazione
spontanea della clementina “comune”, individuata dall’agronomo calabrese
Francesco Perri (da cui prende il nome) che ne è in termini tecnici il
“costitutore” e sperimentata per decenni insieme all’istituto di ricerca
pubblico CREA OFA. Matura dalla seconda metà di gennaio fino agli inizi di
febbraio ed è nata dagli investimenti di Op Armonia, una delle principali
aziende agrumicole italiane con sede e stabilimenti a Battipaglia (SA).
Nella campagna di raccolta 2023-24, la prima per questa varietà, sono
previsti 80 mila kg di frutti che provengono dai 20 ettari di agrumeti di
ultima generazione nelle campagne del salernitano, tra Eboli e Battipaglia.
Si tratta dunque di una produzione limitata, che verrà commercializzata
attraverso il marchio Dolce Clementina nella fascia premium e sarà in
commercio nella Gdo italiana a partire da metà gennaio 2024.
*La Perrina colmerà il gap con le produzioni estere.*
“Questa varietà tardiva – spiega Marco Eleuteri, presidente di Op Armonia –
colmerà il buco produttivo creato dall’obsolescenza varietale della
clementina comune. Grazie al programma di miglioramento varietale della
clementina italiana, sono stati realizzati dal 2017 ad oggi, centinaia di
ibridi attualmente in osservazione nei nostri campi sperimentali, e c’è una
buona probabilità di individuare qualche nuova varietà di clementine e
mandarino-simili con caratteristiche qualitative superiori a quelle delle
varietà presenti sul mercato, o quantomeno, con caratteristiche distintive
rispetto alle attuali: si pensi alle nuove varietà di agrumi “easy pealer” a
polpa pigmentata, verso i quali c’è un grandissimo interesse sul mercato
agrumicolo internazionale”.
I maggiori competitors nel segmento delle clementine sono i paesi del
bacino del Mediterraneo, primo tra tutti la Spagna, poi le produzioni del
Nordafrica (Marocco ed Egitto), così come di Israele, Turchia e Grecia.
L’Italia in questo segmento di produzione, negli ultimi 30 anni ha perso
progressivamente rilevanza internazionale; dall’essere un esportatore netto
di clementine/mandarini, nell’ultimo decennio è diventato importatore
netto. “Proprio alla luce di questa debacle – sottolinea Eleuteri – assume
ancora maggiore importanza l’attività di ricerca e innovazione, senza la
quale sarebbe impensabile qualsiasi intento di rilancio del settore“.
*Il panorama della produzione italiana di clementine.*
Negli ultimi tre anni la superficie in ettari di clementine è passata dai
25.696 ettari coltivati a 24.859 ettari (Fonte dati Istat) per una
rispetto allo scorso anno, ma in calo rispetto ai precedenti.
Tra gli agrumi, quello delle clementine, rimane il segmento più
interessante per richiesta di mercato, I cambiamenti climatici relativi
agli ultimi anni hanno particolarmente destabilizzato le produzioni, con la
campagna 2022-2023 che si è particolarmente contraddistinta per le basse
rese produttive e per una stagionalità ridotta dettata da una breve shelf
life (durata della vita del prodotto) degli stessi frutti.
“La campagna in corso, 2023-2024, – spiega l’agronomo Francesco Perri – si
protrarrà fino a fine gennaio è caratterizzata da un buon livello
gustativo, ma in alcuni territori agrumicoli ha registrato un’alta
percentuale di calibri ridotti dovuti alla persistente siccità e alle alte
e anomale temperature da oltre sei mesi”.
Attualmente il 90% circa della produzione clementicola italiana è
rappresentato dalla varietà “comune”, una varietà antica, che purtroppo
negli ultimi anni ha presentato criticità produttive crescenti,
evidenziando chiari segnali di obsolescenza dovuti principalmente al cambio
climatico in atto. Se, infatti, fino ad una decina di anni fa, anche
attraverso l’aiuto di pratiche agronomiche, tale varietà poteva essere
raccolta e distribuita lungo un arco temporale di circa 3 mesi
(novembre-gennaio), negli ultimi anni tale periodo si è andato
progressivamente accorciando riducendosi progressivamente a 6/7 settimane
(ultimo triennio), con una conseguente maggiore concentrazione della
produzione in un periodo più limitato di tempo, con gravi conseguenze sia
in termini di quotazioni commerciali, sia in termini di attrattività
dell’offerta commerciale, che ha mostrato la necessità di nuove varietà in
gdo di coprire il periodo lasciato scoperto dalla varietà comune (dalla
seconda metà di dicembre alla fine di gennaio).
Nelle foto:
Marco Eleuteri presidente di Op Armonia di Battipaglia (SA)
La nuova clementina Perrina: coltivazioni di Eboli e particolari del
frutto.