
(AGENPARL) – ven 05 gennaio 2024 Imprenditore e saggista, socio e
dirigente di aziende della green
economy, ex Presidente Nazionale
Giovani di CONFAPI, è Presidente
di Confidi Pmi Campania. Scrive
per “L’Huffington Post” ed è
cultore della materia all’Università
Suor Orsola Benincasa di Napoli.
Cavaliere al Merito della Repubblica
Italiana, ha ricevuto la Medaglia
di Rappresentanza del Presidente
della Repubblica Napolitano.
Ha vinto il premio Milano
International per Popolo e populismo,
scritto con Alessio Postiglione,
nel 2020.
Più che antagonismo fra ambiente
ed economia, ci può e ci deve essere
una vera e propria alleanza per salvare
l’ambiente da un’economia antiambientale,
ma anche per preservare l’economia da un
ambientalismo antieconomico.
Angelo Bruscino / Alessio Postiglione
L’AMBIENTALISMO POSSIBILE
Angelo Bruscino
Alessio Postiglione
Giornalista professionista, direttore
del Master in Communications della
Rome Business School, insegna in
SIOI e alla 24Ore Business School.
È stato capo ufficio stampa alla
Presidenza del Consiglio, addetto
stampa al Ministero dei Beni
Culturali, al Parlamento europeo
e del sindaco di Napoli. Cavaliere
dell’Ordine del Merito della
Repubblica italiana, ha vinto la
menzione particolare del 56? Premio
Coni per Calcio e geopolitica.
Angelo Bruscino
Alessio Postiglione
L’AMBIENTALISMO
POSSIBILE
ISBN 978-88-33374-92-5
Progetto grafico: GR Design
giubileiregnani.com
historicaedizioni.com
3 74925
€ 18,00
Green Deal, PNRR e transizione energetica:
la grande trasformazione dell’Italia del futuro
La transizione energetica è centrale
per il futuro del pianeta. Una nuova
alleanza fra economia ed ecologia
è possibile, per tenere insieme
sviluppo e sostenibilità ambientale,
sociale ed economica. Gli autori
di questo libro cercano di fare luce
sulle trasformazioni sociali
in atto, ammonendo circa i rischi
di un ambientalismo ideologico,
radicale e anti industriale,
che si fa strada in Occidente.
Un ambientalismo delle “Ztl”,
da “decrescita felice”, che, lungi
dal proteggere l’ambiente, rischia
solo di indebolire l’Occidente
e renderlo subalterno a quei Paesi
che inquinano e utilizzano le terre
rare, necessarie alla transizione
energetica, come armi di una guerra
non convenzionale. Per vincere
le sfide della geopolitica, invece,
serve un ambientalismo pragmatico
e possibile, a sostegno dell’economia,
e che non si proponga come freno
allo sviluppo.