
[lid] I manifestanti esprimono la loro opposizione alle nuove politiche economiche del presidente Javier Milei.
Migliaia di argentini si sono riuniti mercoledì nella capitale Buenos Aires per protestare contro la nuova politica economica del presidente Javier Milei.
Alla manifestazione organizzata dalla Confederazione Generale del Lavoro (CGT), i manifestanti hanno espresso la loro opposizione al decreto annunciato da Milei il 20 dicembre per procedere ad ampie riforme economiche.
Gerardo Martinez, segretario generale del sindacato dei lavoratori edili argentini, ha espresso ai giornalisti la sua contrarietà al decreto.
“Non mettiamo in discussione la legittimità del presidente Milei, ma vogliamo che rispetti la separazione dei poteri. I lavoratori difendono i loro diritti costituzionali”, ha detto.
La CGT, sostenendo che il decreto Milei, che promette cambiamenti radicali nell’economia, è incostituzionale, ha sottolineato la necessità che il Congresso si opponga alla decisione.
Ha sottolineato che, mentre il governo attua riforme economiche significative, dovrebbe istituire un tavolo di dialogo tripartito composto da imprenditori e sindacati.
Secondo i sindacati, con il decreto si limita il diritto di sciopero, si modificano i contratti di lavoro e il sistema delle indennità di fine rapporto, si ridefiniscono le regole del lavoro, si facilita la privatizzazione delle aziende pubbliche e la legge tutela i consumatori dall’aumento dei prezzi nei casi in cui l’inflazione annuale supera il 160% viene abolito.
Il governo ha recentemente rescisso i contratti di 7.000 dipendenti pubblici, pari al 5% del prodotto interno lordo (PIL), con l’obiettivo di tagliare la spesa statale del 5% attraverso un decreto.
Il presidente Milei aveva precedentemente affermato che il Paese stava attraversando un periodo economicamente difficile e che sarebbero state prese decisioni radicali.
Sottolineando il suo impegno nel tagliare la spesa pubblica, Milei aveva annunciato una riduzione delle spese per il sostegno sociale e la privatizzazione delle istituzioni pubbliche in difficoltà finanziarie.