
(AGENPARL) – ven 06 maggio 2022 Ufficio stampa Cnr
Anna C
apasso,
Responsabile
Marco Ferrazzoli,
P.le Aldo Moro 7, Roma
COMUNICATO STAMPA 48/2022
Nel cuore del ghiacciaio del Calderone tracce di vegetali e insetti
Prelevata la prima carota di ghiaccio dal corpo glaciale più meridionale d’Europa, che ogni
anno perde circa un metro di spessore. In azione anche la ‘gru volante’, il super elicottero
Erickson S
64 del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. La missione org
anizzata da Cnr
Isp,
Università Ca’ Foscari, in collaborazione con Ingv e Università di Padova
È terminata la campagna di perforazione del Calderone sul Gran Sasso
, ultimo esempio del
glacialismo della catena appenninica
. Gli scienziati hanno per la prima
volta a disposizione un
campione di ghiaccio profondo dal glacio
nevato, la cui analisi chimica permetterà di
ricostruire il passato climatico e ambientale del massiccio e delle regioni circostanti. La
missione, nell’ambito del progetto internazionale Ice
Memory, è stata organizzata dall’Istituto
Venezia, in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (I
l’Università degli Studi di
Padova
La spedizione, inizialmente condizionata dal maltempo, è durata 12 giorni ed è stata possibile
grazie al Corpo nazionale dei vigili del fuoco (VVF), che ha messo a disposizione mezzi e
personale dei
reparti Volo di Pescara e Roma Ciampino per raggiungere la conca del ghiacciaio,
ai piedi del Corno Grande, a 2.673 metri di quota. Mentre il personale e i materiali più leggeri
sono stati trasportati con un elicottero di ultima generazione AW
139, la macc
hina carotatrice,
del peso di 4.500 kg, è stata portata fin sul Calderone dall’Erickson Air Crane S
64, la ‘gru
volante’
Dipartimento dei Vigili del Fuoco, Soccorso pubblico e Difesa civile, in grado di
sostenere carichi pesanti fino a 9.000 kg
Le ope
razioni sono state agevolate dall’apertura
supporto operativo da parte del Soccorso alpino abruzzese e del Comune di Pietracamela.
Il carotiere ha toccato la ro
ccia basale del glacio
nevato del Gran Sasso a 27,2 metri di
profondità, aggiornando la stima di 26 metri realizzata dallo stesso team nelle settimane scorse,
grazie alle indagini geofisiche che hanno permesso di individuare il punto più promettente per
perforazione.
“La perforazione è stata piuttosto difficoltosa”, dice Jacopo Gabrieli,
triso d’acqua, e la punta del carotiere tendeva a impastarsi, non riuscendo ad inciderne la
superficie”.
“Il Dipartimento ha colto da subito la rilevanza scientifica del progetto Ice Memory
assicurando la massima collaborazione al Cnr, con personale alta
mente formato e l’impiego di
elicotteri, in grado di svolgere complesse e rischiose operazioni in alta quota
”, sottolinea il
ulteriormente il ruolo del Corpo nazionale,
sempre pronto a confrontarsi con nuove sfide ed
innovazioni tecnologiche che possano,
come in questo caso, contribuire alla tutela ambientale,
consegnando al futuro parte della
memoria climatica
del nostro Paese e, con esso,
l’elevatissima professionali
tà ed abnegazione dei Vigili del Fuoco italiani”.
Ufficio stampa Cnr
Anna C
apasso,
Responsabile
Marco Ferrazzoli,
P.le Aldo Moro 7, Roma
Campione dopo campione, i ricercatori hanno esplorato la profondità del Calderone. “Sotto
una coltre di detriti, abbiamo via via incontrato un ghiaccio sempre più ‘pulito’ ma diverso da
quello dei ghiacc
iai alpini
a causa delle particolari condizioni termiche dei diversi strati”,
prosegue Gabrieli. “Attraverso mirati studi di laboratorio, cercheremo di definirne le
caratteristiche e di acquisire le informazioni chimiche e isotopiche conservate, se disponi
bili.
Nella parte mediana del profilo abbiamo verificato la presenza di residui vegetali e di insetti,
la cui datazione potrà aiutare a comprendere quando si è accumulato il ghiaccio circostante”.
“Questa spedizione era una scommessa, non sapevamo cosa av
remmo trovato in profondità nel
direttore Cnr
Isp, professore all’Università Ca’ Foscari Venezia e co
ideatore del programma
internazionale Ice Memory. “La carota estratta
sembra avere tutte le carte in regola per poter
ricavare importanti informazioni sulla storia climatica e ambientale dell’Italia centrale e
dell’intero bacino del Mediterraneo. Un archivio ambientale davvero unico che già a un primo
sguardo presenta carat
teristiche glaciologiche molto interessanti.”
Una volta terminata la fase preliminare di analisi dei campioni e verificata la conservazione
della stratigrafia e dei segnali climatici ed ambientali, la carota sarà messa a disposizione del
programma internaz
ionale Ice Memory e quindi trasferita presso il sito di stoccaggio presso il
sito di DomeC, in Antartide.
Le attività sul Calderone sono parte di una serie di spedizioni per lo studio e la conservazione
dei ghiacciai italiani finanziate dal Ministero dell’
Università e della Ricerca (con il Fondo
Integrativo Speciale per la Ricerca, Fisr) e
con il supporto di
AKU e KARPOS.
Roma, 6 maggio 2022
FOTO:
Credit
: Riccardo Selvatico per Cnr
Isp e Università Ca’ Foscari Venezia
https://drive.google.com/drive/folders/1UWOrl22eeAaEI0xfA302cm9RmQHgXz4A?usp=sh
aring
VIDEO:
Credit
: Riccardo Selvatico per Cnr
Isp e Università Ca’
Foscari Venezia
https://drive.google.com/file/d/1Ag0nUYefZ50DuCy2VWRnIv5BwqFkXj2G/view?usp=shar
La scheda
Istituto di scienze polari del Cnr di Ve
nezia
, Università Ca’ Foscari Venezia, Ingv,
Università di Pad
Che cosa:
carotag
gio Ghiacciaio Calderone, Gran S
Carlo Barbante, Direttore Cnr
Isp e professore Università Ca’ Foscari Venezia,