
(AGENPARL) – mer 25 ottobre 2023 CORECOM LAZIO
SOMMARIO
IL CO.RE.COM. LAZIO È…
L’organismo regionale competente in materia di comunicazioni della
Regione Lazio.
IL CO.RE.COM. LAZIO È…
QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO
TUTELA DEI MINORI
Un organo con funzioni di governo, di garanzia, di controllo, nonché
di consulenza in materia di comunicazione in ambito regionale.
ADOLESCENTI E GENITORI DIGITALI
DIPENDENZA DA VIDEOGIOCHI
PEGI: SCEGLIERE IN MODO SICURO I VIDEOGIOCHI
È altresì organo funzionale dell’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni, per la quale svolge numerose attività delegate. Prima fra
tutte, l’attività di conciliazione fra consumatori e operatori del settore delle telecomunicazioni (telefonia e pay TV).
VAMPING
HIKIKOMORI
DYSMORPHIA: LA DISTORSIONE DELL’IMMAGINE CORPOREA
FOMO: LA PAURA DI ESSERE ESCLUSI
DALLE ATTIVITÀ ONLINE
NOMOFOBIA
HATE SPEECH 11
CHALLENGE PERICOLOSE
SEXTORTION DOPO IL SEXTING
FAKE NEWS
FURTO DI IDENTITÀ DIGITALE
CYBERBULLISMO
SEXTING
Progetto per la Cittadinanza Digitale
CORECOM LAZIO
QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO
ACCORDO QUADRO AGCOM E CONVENZIONE
L’Accordo Quadro del 14 dicembre 2022 tra l’Autorità e la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e la Conferenza
dei Presidenti delle Assemblee legislative, delle Regioni e delle
Province autonome, approvato dall’Autorità con delibera 427/22/
CONS, disciplina le materie delegate dall’Agcom ai Co.Re.Com. .
L’articolo 4 dell’Accordo Quadro prevede che possono essere delegate le funzioni consultive, di gestione, di vigilanza e controllo,
istruttorie, di tutela e garanzia, di risoluzione delle controversie
relativamente alle seguenti materie:
• tutela e garanzia dell’utenza, con particolare riferimento ai
minori;
• esercizio del diritto di rettifica, con riferimento al settore radiotelevisivo locale;
• vigilanza del rispetto dei criteri fissati nel Regolamento relativo alla pubblicazione e diffusione dei sondaggi sui mezzi di
comunicazione di massa diffusi in ambito locale;
• svolgimento del tentativo di conciliazione nelle controversie
tra Enti gestori del servizio di comunicazione e utenti, e assunzione dei provvedimenti temporanei d’urgenza;
• definizioni delle controversie;
• vigilanza sul rispetto delle norme in materia di esercizio
dell’attività radiotelevisiva locale, mediante il monitoraggio
delle trasmissioni dell’emittenza locale privata, e della concessione pubblica, per l’ambito di diffusione regionale;
• gestione delle posizioni degli operatori nell’ambito del Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC), secondo le linee
guida fissate dall’Autorità e sotto il coordinamento della medesima.
TUTELA DEI MINORI
La delega sulla vigilanza in materia di tutela dei minori coinvolge il Co.Re.Com. nella fase di raccolta delle denunce di utenti,
associazioni o organizzazioni che intendano segnalare presunte
violazioni alla normativa che regola il rapporto tra i minori e la
programmazione radiotelevisiva locale. Le emittenti sono tenute
ad astenersi dal diffondere trasmissioni che gravino allo sviluppo fisico, psichico e morale dei minori, e ad evitare la diffusione
di programmi lesivi della dignità personale. Il Co.Re.Com. ha il
compito di ricevere la segnalazione, verificare la fondatezza dei
fatti contestati e predisporre una relazione articolata da trasmettere, in caso di violazione, al Dipartimento garanzie e contenzioso
dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Nel caso in cui
le verifiche si concludano con l’infondatezza dei fatti segnalati, il
Co.Re.Com. archivia la denuncia. Nel caso di denunce generiche
o manifestamente infondate, il Co.Re.Com. ne dispone l’archiviazione.
La presa in carico avviene su segnalazione del soggetto interessato e/o d’ufficio in base all’attività di monitoraggio esperita dal
Co.Re.Com. stesso.
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CORECOM LAZIO
ADOLESCENTI E GENITORI DIGITALI
DIPENDENZA DA VIDEOGIOCHI
Nell’era digitale, la navigazione nel vasto mondo del web e l’uso dei
dispositivi elettronici sono diventati una componente quotidiana della
vita di adulti e ragazzi. Tuttavia, questo accesso illimitato all’informazione e alla comunicazione porta con sé una serie di sfide e rischi.
Da fenomeni preoccupanti come il cyberbullismo, la diffusione non
autorizzata di materiali espliciti e la sextortion, alle sfide comportamentali come la nomofobia, la dipendenza da videogiochi e la FOMO,
i giovani internauti sono esposti a una vasta gamma di pericoli online.
Ma non sono solo le minacce dirette a creare preoccupazione; emergono anche tendenze come l’Hikikomori, legate all’isolamento, e l’esposizione a discorsi d’odio o fake news, che possono alterare la percezione della realtà. Dall’altro canto per i genitori, navigare in questo
ambiente in continua evoluzione può essere travolgente.
L’obiettivo di questa breve guida è fornire ai giovani una panoramica di
alcuni dei rischi e sfide online, offrendo al contempo consigli, strategie
e informazioni per affrontarli e per i genitori disporre di una bussola
del digitale, facilitandoli ad aiutare i propri figli nell’esplorare, nell’imparare e nel socializzare online in modo sicuro e consapevole.
La dipendenza da videogiochi è un fenomeno in crescita che colpisce un numero crescente di giovani, con implicazioni significative
per il loro benessere. Comprendere la natura di questa dipendenza e come affrontarla è essenziale per i genitori.
Questa patologia è caratterizzata da un uso compulsivo ed eccessivo dei giochi, al punto da interferire con la vita quotidiana del ragazzo. Può manifestarsi con sintomi quali l’irritabilità, l’isolamento
sociale, i problemi del sonno e un calo nelle prestazioni scolastiche. Diversi fattori possono contribuire a questa dipendenza, tra
cui la fuga dalla realtà, la ricerca di gratificazione e il desiderio di
competizione. Le conseguenze possono essere varie, influenzando
la salute fisica e mentale, le relazioni sociali e lo sviluppo delle
abilità essenziali.
I genitori dovrebbero adottare un approccio proattivo, stabilendo
regole chiare sull’uso dei videogiochi, promuovendo attività alternative e monitorando il comportamento del giovane. La comunicazione aperta e un ambiente familiare positivo sono fondamentali
per comprendere le esigenze e le motivazioni del ragazzo.
Impostare limiti di tempo, incoraggiare hobby e sport all’aperto
e favorire la socializzazione sono strategie efficaci. Se si notano
segni di dipendenza, è importante consultare uno specialista in
salute mentale per una valutazione approfondita e un eventuale
intervento terapeutico.
La dipendenza da videogiochi è una sfida reale nel contesto attuale, ma con informazione, consapevolezza e supporto, i genitori
possono guidare efficacemente i propri figli verso un uso equilibrato e responsabile dei giochi, contribuendo al loro sviluppo sano
e armonioso.
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CORECOM LAZIO
PEGI: SCEGLIERE IN MODO SICURO I VIDEOGIOCHI
Caro genitore, navigare nel mondo dei videogiochi può sembrare
complicato, ma il sistema PEGI è qui per aiutarti a scegliere i
giochi adatti ai tuoi figli.
PEGI è l’acronimo di “Pan European Game Information” e si tratta
di un sistema di classificazione dell’età e dei contenuti per i videogiochi, creato per aiutare gli adulti a comprendere quali giochi
sono adatti ai ragazzi.
Ogni gioco con etichetta PEGI mostra un’età minima raccomandata e descrizioni del contenuto del videogioco. Le età
indicate sono: 3, 7, 12, 16 e 18; queste rappresentano l’età minima per
cui il gioco è ritenuto adatto. Precise etichette descrittive, inoltre,
forniscono informazioni aggiuntive sui contenuti del gioco quali,
ad esempio, violenza, linguaggio
inappropriato o temi sessuali. Il
sistema PEGI aiuta a proteggere
i ragazzi da contenuti inappropriati o dannosi.
Familiarizzare con il sistema
PEGI permette di fare scelte
informate sui giochi con cui
i ragazzi possono interagire.
É importante condividere
con i propri ragazzi il significato delle etichette PEGI,
le tipologie di contenuti a
cui possono giocare, in-
coraggiandoli a un dialogo aperto alle loro esperienze videoludiche e spiegando perché alcuni videogiochi potrebbero non essere
(ancora) adatti a loro. Il sistema PEGI è uno strumento prezioso
per guidare i giovani nel mondo digitale dei giochi.
Alcune utili azioni da compiere con i ragazzi sono:
• Ricercare la classificazione PEGI sulla confezione del videogioco (solitamente si trova nella parte posteriore della scatola) o nel sito del negozio digitale.
• Prima di qualsiasi acquisto informarsi su che tipologia di gioco si sta acquistando leggendo una recensione del videogioco.
• All’inizio giocare insieme ai ragazzi per capire di cosa si tratta
e incoraggiarli a parlare dei loro videogiochi.
• Accordarsi su quanto tempo possono dedicare ai videogiochi
al giorno e alla settimana impostando dei limiti (età, tempo,
spesa, accesso online) e incoraggiandoli a fare pause regolari.
• Quando un videogioco online permette comunità virtuali
(esempio chat oppure partite condivise) avvertire i ragazzi a
non fornire dati personali.
• Ricordare ai giovani di segnalare comportamenti inappropriati come il bullismo, l’uso di linguaggio minaccioso o scurrile e
inviti a incontrarsi fuori dal gioco.
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VAMPING
Il termine “Vamping” fa riferimento all’uso di dispositivi elettronici durante la notte, comportamento sempre più comune tra gli
adolescenti. Comprendere il fenomeno e i rischi associati è fondamentale per i genitori.
Si tratta, in pratica, dell’uso prolungato di smartphone, tablet e
computer durante la notte, spesso a discapito del sonno. Questo fenomeno è particolarmente diffuso tra gli adolescenti, che
possono rimanere svegli fino a tarda notte chattando, giocando
online o navigando su internet. Il Vamping può interferire con la
quantità e la qualità del sonno dei giovani, influenzando negativamente la loro salute fisica e mentale. La privazione del sonno
può portare a stanchezza, difficoltà di concentrazione, calo delle
prestazioni scolastiche e alterazioni dell’umore.
senza dispositivi elettronici nella camera da letto.
• Parlare con i ragazzi sui rischi del Vamping e sull’importanza
di un sonno adeguato.
Il Vamping è una sfida moderna che richiede attenzione e intervento. Essere informati, stabilire regole chiare e promuovere
buone abitudini di sonno sono passi fondamentali per proteggere
la salute e il benessere dei giovani nell’era digitale.
Il mancato rispetto delle ore di sonno raccomandate può avere
effetti duraturi sulla salute, inclusi problemi di memoria, sistema immunitario indebolito, aumento del rischio di sovrappeso e
disturbi dell’umore come ansia e depressione.
I genitori hanno un ruolo chiave nel monitorare e regolamentare
l’uso dei dispositivi digitali dei figli durante la notte. È importante
instaurare regole chiare sull’uso dei dispositivi prima di dormire
e favorire buone abitudini di sonno. Alcuni consigli da condividere
sono:
• Definire orari fissi per andare a dormire e svegliarsi, anche
nei weekend.
• Ridurre l’uso di dispositivi elettronici mettendoli da parte almeno un’ora prima di coricarsi.
• Creare un ambiente favorevole al sonno, buio e silenzioso,
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HIKIKOMORI
L’Hikikomori è un fenomeno socio-psicologico originario del
Giappone, che vede individui, principalmente adolescenti e giovani adulti, ritirarsi dalla società per periodi prolungati. È importante che i genitori riconoscano i segnali e comprendano le strategie d’intervento per prevenire e affrontare questo fenomeno.
Il termine “Hikikomori”, letteralmente “Stare in disparte, isolarsi”
crasi dei termini giapponesi hiku (tirare indietro) e komoru (ritirarsi), descrive sia il fenomeno sia gli individui che vivono in uno
stato di isolamento sociale volontario. Queste persone evitano le
interazioni sociali e trascorrono la maggior parte del tempo chiuse in casa, spesso per sei mesi o più, con conseguenze negative
sulla loro vita e sul loro benessere
psicofisico.
Non esiste una causa unica
dell’Hikikomori; è piuttosto la combinazione di fattori ambientali, psicologici e sociali, come
pressioni accademiche,
problemi familiari, bullismo e difficoltà nelle
relazioni sociali, a contribuire allo sviluppo di
questo comportamento.
hobby e attività, cambiamenti nel sonno e nell’alimentazione, e
il declino delle prestazioni scolastiche. Alcune strategie di intervento possono essere:
• Mantenere aperte le linee di comunicazione e cercare di comprendere le preoccupazioni e le paure del giovane.
• Ricorrere a psicologi o psichiatri se l’isolamento persiste o si
aggrava.
• Incoraggiare il ragazzo a intraprendere attività sociali graduali, come partecipare a club o gruppi di interesse.
• Creare un ambiente domestico accogliente e positivo, che favorisca il benessere del giovane.
L’Hikikomori è un problema complesso che richiede una risposta attenta e multidimensionale. I genitori, informati e proattivi,
possono svolgere un ruolo fondamentale
nel riconoscere e affrontare questo fenomeno, contribuendo significativamente al recupero e al benessere dei loro figli.
I genitori dovrebbero prestare attenzione
a segnali come il ritiro dalla vita sociale, la
perdita di interesse per
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CORECOM LAZIO
DYSMORPHIA: LA DISTORSIONE
DELL’IMMAGINE CORPOREA
• Se vengono notati segnali preoccupanti, non esitare a consultare un medico o uno psicologo.
La dysmorphia è un disturbo psicologico che porta a una percezione distorta dell’aspetto fisico. Questo fenomeno i focalizza con
un disturbo dell’immagine corporea caratterizzato da una preoccupazione eccessiva per un difetto percepito nell’aspetto fisico.
Chi ne soffre tende a focalizzarsi ossessivamente su particolari
del corpo o del viso che ritiene siano difettosi o sgradevoli, anche
se spesso non visibili agli altri.
La dysmorphia è un disturbo serio che può avere gravi ripercussioni sulla vita di un adolescente.
I sintomi possono includere preoccupazione costante per l’aspetto, confronto con gli altri, evitamento di situazioni sociali e desiderio di interventi chirurgici o trattamenti estetici. Il ragazzo può
passare molto tempo davanti allo specchio o evitare di guardarsi
completamente.
Viviamo in un’era in cui l’immagine è centrale, e l’esposizione ai
social media può contribuire allo sviluppo della dysmorphia, specialmente tra i giovani. La pressione sociale, i commenti negativi
e le immagini ritoccate attraverso filtri e programmi di fotoritocco possono influenzare negativamente l’autostima e la percezione corporea.
Alcuni consigli per affrontare il fenomeno possono essere:
• Parlare con i ragazzi delle sue preoccupazioni incoraggiando
un dialogo aperto sull’immagine corporea.
• Educare i giovani sull’uso responsabile dei media e sul fatto
che le immagini online possono essere alterate e false.
• Rinforzare l’autostima dei ragazzi, valorizzando le sue qualità
interiori e incoraggiando l’accettazione del proprio sé.
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FOMO: LA PAURA DI ESSERE
ESCLUSI DALLE ATTIVITÀ ONLINE
• Aiutare i ragazzi a sviluppare un forte senso del proprio sé,
valorizzando le loro unicità e successi personali.
La FOMO, acronimo di “Fear of Missing Out”, ovvero la paura di
essere esclusi, è un fenomeno psicologico crescente, in particolare tra gli adolescenti. Questa ansia può nascere dalla preoccupazione di non essere inclusi in eventi sociali, influenzando il
benessere emotivo dei giovani.
La FOMO si manifesta come un timore persistente di perdere
esperienze gratificanti che gli altri potrebbero vivere. In un’era
dominata dai social media, dove le persone condividono continuamente i propri successi e le proprie esperienze, i giovani possono sentirsi particolarmente vulnerabili.
I segnali possono includere ansia, invidia, insoddisfazione, bassa autostima ed eccessiva dipendenza dai social media. I ragazzi
affetti da FOMO potrebbero passare molto tempo online, confrontando la propria vita con quella degli altri, e sentirsi tristi o
inadeguati.
L’uso eccessivo di piattaforme come Instagram e Snapchat, dove
si condividono momenti positivi, può aumentare il senso di mancanza e insoddisfazione nei ragazzi, amplificando la percezione
di essere esclusi da esperienze desiderabili. Alcune strategie di
prevenzione e intervento potrebbero essere:
• Stabilire regole chiare sull’uso dei dispositivi e incoraggiare
hobby e attività offline.
• Discutere con i ragazzi dei loro sentimenti e delle pressioni
sociali, offrendo supporto e comprensione.
• Insegnare ai giovani che le immagini sui social media sono
spesso filtrate e non rappresentano la realtà.
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CORECOM LAZIO
NOMOFOBIA
La nomofobia, o la paura di rimanere senza telefono cellulare,
è un fenomeno sempre più diffuso, soprattutto tra i giovani e riguarda il timore irrazionale di essere separati dal proprio smartphone o dispositivo mobile. Può manifestarsi con sintomi come
ansia, stress, irritabilità e sensazione di isolamento quando non
si ha accesso al telefono.
I preadolescenti sono particolarmente vulnerabili a causa del
loro uso intensivo di dispositivi mobili per socializzare, giocare
e apprendere. La dipendenza dallo smartphone può influire sul
loro benessere psicologico, rendimenti scolastici e relazioni interpersonali.
È fondamentale per i genitori riconoscere i segnali della nomofobia, quali l’eccessivo controllo del telefono, l’ansia quando il
dispositivo non è a portata di mano, difficoltà di concentrazione e
alterazioni del sonno dovute all’uso notturno dello smartphone.
Stabilire un dialogo aperto con i figli sull’uso del telefonino è
cruciale. I genitori dovrebbero impostare limiti chiari sull’uso
dei dispositivi, incoraggiare pause regolari e promuovere attività
alternative, come sport, lettura e tempo trascorso all’aria aperta. Educare i preadolescenti sui rischi legati all’uso eccessivo dei
dispositivi aiuta a sviluppare consapevolezza e autoregolazione.
Discuterne gli effetti sulla salute mentale e fisica e promuovere
una cultura dell’equilibrio digitale sono passaggi essenziali.
L’utilizzo di strumenti di monitoraggio dell’uso dello smartphone
e di app per il controllo parentale può aiutare i genitori a gestire
il tempo trascorso dai figli online e a prevenire comportamenti a
rischio.
Se la nomofobia diventa ossessiva, può essere utile consultare
uno specialista della salute mentale. Il supporto psicologico può
aiutare il preadolescente a sviluppare strategie per gestire l’ansia e ridurre la dipendenza dal dispositivo.
La nomofobia è una sfida crescente nell’era digitale, ma con informazione, dialogo e strumenti adeguati, i genitori possono guidare i preadolescenti verso un rapporto sano e equilibrato con la
tecnologia, promuovendo il loro benessere complessivo.
Progetto per la Cittadinanza Digitale
CORECOM LAZIO
HATE SPEECH
L’hate speech, ovvero il linguaggio dell’odio, è un problema crescente nell’era digitale. È essenziale che gli adulti siano consapevoli di questo fenomeno e sappiano come educare i propri ragazzi a riconoscerlo e a proteggersi.
L’hate speech comprende qualsiasi forma di comunicazione verbale, scritta o comportamentale che denigra, degrada, discrimina o incita violenza o pregiudizio verso individui o gruppi, basato
su attributi come razza, religione, etnia, orientamento sessuale,
genere o altri.
• Creare un ambiente in cui i figli si sentano liberi di esprimere
le loro preoccupazioni e paure.
• Educare i ragazzi sull’importanza di segnalare contenuti offensivi o dannosi alle piattaforme online.
• Fornire supporto e, se necessario, ricorrere a un professionista per affrontare eventuali traumi.
L’hate speech è una realtà preoccupante del mondo digitale, ma
con informazione, dialogo e supporto, i genitori possono giocare
un ruolo chiave nel proteggere i giovani da questo fenomeno e
nel promuovere un ambiente online sicuro e rispettoso per tutti.
Con la proliferazione dei social media e delle piattaforme online, l’hate speech ha trovato un terreno fertile, rendendo i giovani
utenti particolarmente vulnerabili. Commenti, post e messaggi
offensivi possono avere un impatto significativo sull’autostima e
sul benessere dei ragazzi.
I genitori devono essere attenti a segnali come cambiamenti nel
comportamento, ritiro sociale, ansia, depressione o rabbia, che
possono indicare che un giovane è vittima di hate speech. Le conseguenze possono includere danni psicologici, isolamento e, nei
casi più gravi, automutilazione o pensieri suicidari.
È fondamentale per i genitori educare i figli sull’importanza del
rispetto e dell’empatia online, insegnare loro a riconoscere l’hate
speech e a reagire in modo appropriato, promuovendo la denuncia dei contenuti offensivi e il supporto alle vittime. Alcune strategie di prevenzione e intervento possono essere:
• Insegnare ai giovani le buone prassi online e la responsabilità
digitale.
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CORECOM LAZIO
CHALLENGE PERICOLOSE
Un fenomeno preoccupante e pericoloso che sta guadagnando
terreno è rappresentato dalle challenge. Queste sfide online
spingono i giovani a compiere atti pericolosi, spesso con gravi
conseguenze per la salute.
Le challenge autolesive sono sfide o giochi pericolosi che circolano sui social media e su altre piattaforme online e incoraggiano
gli individui, spesso adolescenti, a mettere a rischio la propria
sicurezza e integrità fisica, documentando poi le loro azioni attraverso video o foto da condividere online.
• Fornire supporto emotivo e, se necessario, cercare aiuto professionale nel caso in cui un giovane sia coinvolto in attività
pericolose.
• Incoraggiare i ragazzi a impegnarsi in hobby e attività costruttive che promuovono autostima e benessere.
Negli ultimi anni, purtroppo, vi sono stati varie challenge autolesive che hanno messo a rischio la vita di molti ragazzi, queste
tipicamente si dividono in tre tipologie: autolesive, legate al bullismo e le “bufale”.
I segnali che un giovane potrebbe partecipare a queste sfide includono cambiamenti comportamentali, segni fisici di autolesionismo, aumento dell’uso dei social media e segretezza riguardo
alle proprie attività online.
Gli adulti devono adottare un approccio proattivo nell’educare i
figli sui pericoli delle challenge autolesive, promuovere la consapevolezza dei rischi associati e instaurare un dialogo aperto. Il
supporto dei genitori è cruciale per aiutare i giovani a resistere
alle pressioni dei coetanei e a prendere decisioni responsabili,
diventa, per questo importante:
• Insegnare ai ragazzi a riconoscere e resistere a contenuti e
sfide pericolose, e mantenere un dialogo aperto sulle loro
esperienze online.
• Supportare i giovani nel riconoscimento e nella gestione delle
proprie emozioni, nello sviluppo di autonomia, responsabilità
e senso etico.
• Mantenere un occhio vigilante sulle attività online dei figli e
impostare filtri e controlli parentali.
Progetto per la Cittadinanza Digitale
CORECOM LAZIO
SEXTORTION DOPO IL SEXTING
La sextortion è un crimine online in crescita che coinvolge l’estorsione nei confronti di individui, spesso minorenni, tramite
materiale sessualmente esplicito. Questa si verifica quando un
individuo ottiene immagini, video o informazioni a sfondo sessuale su una persona, per poi ricattarla minacciando di diffondere il
materiale se non vengono soddisfatte certe richieste, spesso di
natura finanziaria o sessuale.
I criminali possono ottenere materiale compromettente ingannando le vittime attraverso relazioni online fasulle, violazione
dei dispositivi o convincendo la vittima a condividere materiale
intimo. Una volta ottenuto il materiale, iniziano le minacce e le
richieste.
È fondamentale educare i ragazzi sui rischi della condivisione di materiale intimo
online e promuovere un dialogo aperto e