
[lid] In un nuovo comunicato sindacale distribuito in questi giorni ai dipendenti #UniCredit, UGL Credito stigmatizza il pesante clima lavorativo ed aziendale. Le pressioni per raggiungere risultati economici e le richieste commerciali eccessive hanno portato ad un clima di lavoro difficile nelle agenzie e nelle filiali del Gruppo. Ora questo malessere si estende anche alle Direzioni Centrali, dove i colleghi sono chiamati a rendersi reperibili 24 ore su 24, anche durante ferie e malattie. Il business non aspetta.
Il Ceo dell’Azienda chiede sempre maggiori sforzi, mentre i manager aumentano gli obiettivi richiesti a valori sempre più alti. I corposi bonus sono riservati ai manager, mentre i lavoratori si trovano a dover affrontare condizioni lavorative gravose. Nonostante l’azienda sia a conoscenza di questi problemi grazie anche alle ripetute segnalazioni fatte dalle organizzazioni sindacali, sembra non prestare loro attenzione e se non addirittura avvallare certi comportamenti che violano anche accordi sindacali. A detta della stessa UGL Credito, le pressioni commerciali e la messa alla pubblica gogna di lavoratori che non raggiungono gli obiettivi sono solo la punta dell’iceberg. In questo contesto, UniCredit ha deciso di promuovere la cultura della flessibilità. Da quanto si legge nel comunicato sindacale, la flessibilità non è intesa come autonomia per il dipendente su come regolare il proprio orario di lavoro, il luogo di lavoro o l’ammontare di ore lavorate settimanalmente. Sembra essere una sorta di “carota” agitata davanti aglio occhi dei lavoratori: adattati alle richieste aziendali e forse, in futuro, otterrai un avanzamento di carriera. La promessa di percorsi di carriera è tornata un di moda visto che i colleghi sono alquanto scocciati dal comportamento fino ad ora utilizzato dall’azienda: niente promozioni, solo aumenti con Ad Personam assorbibili (leggasi perciò anticipazioni di futuri aumenti contrattuali e, nei fatti solo un riconoscimento a tempo limitato o, se vogliamo, di facciata).
UGL Credito sostiene che UniCredit ha dimostrato di non rispettare gli accordi sottoscritti e di avallare nei fatti comportamenti messi in atto dai propri manager e responsabili, oltre a non rispettare le norme sulle pressioni commerciali e sulla disconnessione e reperibilità nell’area Digital. Questo comportamento ha un impatto negativo sulla professionalità di centinaia di lavoratori, come dimostra la creazione della struttura GOWM (acronimo di Group Operation Workforce Management) che altro non è che un contenitore ove sono “parcheggiati” lavoratori considerati da riqualificare. Può un’azienda che non rispetta gli accordi e che svilisce la professionalità dei lavoratori avere credibilità?
Secondo UGL “occorre poi prestare molta attenzione quando l’azienda ci dice che la “revisione” del modello di valorizzazione delle professionalità avrà “impatto zero” (termine ormai modaiolo) dal punto di vista economico. Di questi tempi con una mano si dà e con l’altra si leva. Se in UniCredit l’aumento corrisponde a disponibilità di tempo non regolamentata (flessibilità, di fatto non remunerata), eliminazione di benefit in relazione al ruolo ricoperto, peggioramento delle coperture della Cassa Mutua di Gruppo, è l’ennesimo gioco di prestigio che diventerà un boomerang pericoloso per i lavoratori. Non vorremmo – continua UGL – che i lavoratori si lasciassero incantare dalle trionfanti richieste fatte dalle organizzazioni sindacali in merito all’aumento richiesto nel rinnovo del CCNL e poi non riuscissimo a tutelarci con adeguate garanzie normative di più ampio contesto.”
In conclusione, l’unica certezza che i lavoratori possono avere è che UniCredit punterà ad ulteriori riduzioni di benefit e riconoscimenti economici ai lavoratori, con la scusa di allinearsi al mercato. E’ giunto il momento, secondo UGL, che le organizzazioni sindacali si uniscano in un’azione congiunta a tutela dei lavoratori che rappresentano. In UniCredit si prospetta un autunno caldo, non solo a livello climatico.