
(AGENPARL) – Roma, 05 feb 2020 – CORONAVIRUS “L’impatto economico del coronavirus è un problema mondiale e non dipende dal bloccare i voli da e per la Cina, ma dall’effetto complessivo che avrà nel far rallentare l’economia in tutto il mondo, gli investimenti e gli scambi di legami commerciali ed economici internazionali. Nel frattempo, la Cina è impegnata in un enorme sforzo per combattere il virus.”
“L’altra questione è il blocco dei voli. Ci sono due punti di ingresso principali dei voli dalla Cina – Malpensa e Fiumicino (gli aeroporti di Milano e Roma). Stiamo provvedendo ad attrezzare i nostri aeroporti con tutti gli strumenti necessari per i controlli sanitari, in relazione a questa epidemia che è un evento fuori dall’ordinario. Abbiamo i termo scanner e i volontari che stanno implementando tutte le tecniche sanitarie richieste, per garantire che quando atterra un volo con passeggeri cinesi e di altre nazionalità, ovviamente, provenienti da quel paese, si potranno effettuare i controlli previsti.”
“E’ chiaro che si tratta di misure temporanee. In questo momento stiamo realizzando questi controlli di emergenza nei nostri aeroporti e porti per le necessarie verifiche, e una volta che saremo adeguatamente attrezzati potremmo fare le nostre valutazioni.”
ANTI-SEMITISMO (**chi nega Olocausto è ignorante**)
“Dobbiamo fare in modo che i nostri figli possano studiare questo momento tragico della nostra storia in modo approfondito. L’unico antidoto è coltivare la memoria studiando ed insegnando la storia nelle nostre scuole, ma occorre anche coltivare la memoria negli adulti, perché dobbiamo ricordarci sempre di cosa sia capace l’uomo e garantire che, attraverso lo studio, non possa più accadere. Ovviamente, come governo, stiamo prendendo tutte le misure necessarie per contrastare l’anti-semitismo.”
“Mi riesce difficile pensare che ci siano persone che veramente credono che l’Olocausto non sia mai avvenuto, e sicuramente tra tutti i difetti delle persone che pensano questo c’è anche una totale ignoranza. E’ un problema enorme, ma non può diventare un alibi o una giustificazione. Sono posizioni che vanno assolutamente condannate, ma mi faccio veramente fatica ad immaginare che ci sono persone, nella nostra società, che pensano questa cosa. Dobbiamo contrastare questo atteggiamento, questa negazione della storia non permettendo a determinate forze politiche di alimentare questo pensiero.”
UE (**Non c’è nessun rischio Italexit**)
“Non c’è alcun rischio di un ‘Italexit’ perché nessun gruppo parlamentare ha mai minacciato questa eventualità. Ma devo dire che l’Unione Europea sta attraversando un momento difficile, anche se una buona occasione potrebbe essere la conferenza sul futuro dell’Europa, nei prossimi mesi, che permetterà agli Stati europei di discutere del futuro dell’Europa e di come potrà cambiare.”
“Oggi noi abbiamo meccanismi che, secondo me, devono fare in modo che si rafforzi il Parlamento (europeo). La riforma delle istituzioni dovrebbe spostare il centro di gravità su coloro che sono eletti direttamente dal popolo, cioè i parlamentari europei, non a scapito del Consiglio e della Commissione, ma per permettere anche a questi organi di lavorare meglio, ricevendo dal Parlamento input più determinati e veloci.”
LIBIA
(**serve messaggio chiaro Usa**)
“L’Italia coltiva il dialogo e la diplomazia come uniche soluzioni. Questo non è mai inutile, ma sempre utile, soprattutto in caso di conflitto. Gli Stati come il nostro, in cui la Costituzione non permette di fornire armi come sostegno militare in un conflitto civile, finiscono a dover fare un passo indietro. Quindi, non ho alcun problema nel dire che, dal momento che non abbiamo dato armi a una delle due parti, la nostra influenza è leggermente diminuita, ma dal punto di vista degli sforzi diplomatici che stiamo portando avanti, non può essere considerata una colpa”.
“Questa situazione sta provocando delle reazioni. I flussi migratori stanno aumentando perché in Libia ci sono oltre 700 mila migranti da altri paesi africani, di cui 3 mila in centri di detenzione. Non tutti desiderano venire in Europa. Eppure se c’è un conflitto, se c’è una guerra, se (il generale Khalifa) Hifter dovesse entrare a Tripoli la guerra non finirà, si trasformerà in una battaglia strada per strada in una città di 3 milioni di abitanti. Qualsiasi cosa potrebbe succedere a causa delle presenze straniere in Libia (Russia e Turchia), per cui la presenza e la parola degli Stati Uniti sono importanti, non con le armi, ma al tavolo negoziale a Berlino, e ho apprezzato molto che Mike Pompeo fosse presente alla Conferenza di Berlino in rappresentanza del Dipartimento di stato degli Stati Uniti al massimo livello.”
“Il nostro obiettivo è rafforzare la presenza dell’UNHCR (l’Agenzia ONU per i rifugiati) e dell’IOM (l’Organizzazione internazionale per le migrazioni) nella gestione dei campi di accoglienza – che non dovrebbero essere più dei centri di detenzione. Le conclusioni della conferenza di Berlino, infatti, prevedono il graduale smantellamento dei centri di detenzione, un punto sul quale (il primo ministro Fayez) Sarraj concorda, perché era pronto a sottoscrivere quelle conclusioni. L’altro obiettivo è quello di fare in modo che quando la guardia costiera libica fa un salvataggio in mare i migranti salvati possano essere affidati alle organizzazioni umanitarie.”
“Oggi abbiamo ancora più bisogno di loro (degli Americani). Dobbiamo fare in modo che tutti gli attori coinvolti in questa guerra per procura ricevano un messaggio chiaro dagli Stati Uniti, ossia porre fine alla loro interferenza e bloccare l’invio di armi, concordando un cessate il fuoco duraturo. Desidero ringraziare Ghassan Salamé, l’inviato speciale dell’ONU, perché è riuscito a riunire la commissione militare congiunta e a far sedere i due avversari intorno a un tavolo. In questo momento storico sappiamo che c’è un processo diplomatico in atto e dobbiamo aggrapparci a questo processo diplomatico, perché è l’unico modo per trovare una soluzione. Non esiste una soluzione militare per la Libia.”