(AGENPARL) - Roma, 15 Ottobre 2023(AGENPARL) – dom 15 ottobre 2023 Morti sul lavoro: lo Stato non può comportarsi da antistato, e le ultime
“chicche” su alcuni morti sul lavoro
Signor Presidente Mattarella e Dott. Zampetti, è questo che mi viene in
mente pensando alle morti sul lavoro, nascoste da pezzi importanti dello
Stato. Ho denunciato a tutti i livelli e da 15 anni che una buona parte dei
morti sul lavoro sono stati dimenticati e si può dire senza dubbio
occultati da parti rilevanti dello Stato: dai Ministeri del Lavoro e
dell’Agricoltura, con i Ministri che si sono succeduti in questi 16 anni,
di tanti parlamentari ai vertici dei partiti e di ogni colore politico, di
Istituti come INAIL e Enti come ANMIL, di tanti amministratori e sindaci.
Hanno fatto finta di non vedere le mie continue denunce sul reale numero di
morti sul lavoro, senza che nessuno di questi soggetti sia intervenuto per
vedere se quello che scrivevo e scrivo è vero. Dello Stato ho sempre avuto
un grandissimo rispetto inculcato da mio padre e da mio fratello maggiore
che sono stati Carabinieri, io stesso potevo diventarlo da ragazzo se non
mi ammalavo nel periodo di addestramento. E’ intollerabile che ogni anno
spariscono dai 300/400 lavoratori morti sui luoghi di lavoro senza che
nessuno di questi soggetti alzi un dito e guardi in faccia alla realtà, su
qual’è il reale numero di morti sul lavoro in Italia, che non si
mobilitino per impegnarsi per far cessare questa strage molto più ampia di
quella che appare. Ma non si fermano qui, cercano anche di impedirmi (e ci
riescono) di parlare in manifestazione pubbliche su queste tragedie: hanno
paura di quello che potrei dire, hanno addirittura paura di una mia mostra
sulle morti e infortuni sul lavoro, di un tema che mi occupo da oltre 40
anni, con opere di pittura e scultura che risalgono agli inizi degli anni
ottanta; i paragoni storici sono raccapriccianti, su chi ha cercato di
farlo. Se solo questi soggetti avessero avuto la sensibilità di
occuparsene seriamente, senza cercare di far finta di niente, non avremmo
questo numero di morti impressionante che sono stati in costante aumento da
quando ho aperto l’Osservatorio nel 2008: se lo Stato li avesse contati
tutti, se solo INAIL avesse scritto chiaramente e già da allora, e non
solo recentemente ma solo burocraticamente in due righe nell’Open data, che
quelli che diffondeva e diffondono agli italiani sono “solo” i morti di
questo Istituto, che ci sono tante categorie che non assicura e a queste
occorre aggiungere i morti in nero e gli agricoltori. E quelli di INAIL,
sono gli stessi morti depurati da itinere che manda in Europa, così
l’Italia diventa più virtuale di quello che è in realtà. Come non rimanere
sbalorditi nel vedere uno Stato inerte a una mattanza del genere in
Agricoltura, dove in questo periodo stanno morendo diversi agricoltori al
giorno schiacciati dal trattore che guidavano? Due anche ieri, uno di
questi morto dopo mesi di atroci sofferenze, uno il giorno prima, tre in
quello precedente, 147 dall’inizio dell’anno, oltre 2600 da quando ho
aperto l’Osservatorio e seppur denunciandolo ogni giorno nessuno di questi
soggetti è mai intervenuto, seppure nelle loro competenze, cose se la cosa
non li riguardasse. Come non suscitare in loro angoscia: ma la burocrazia
non ha un’anima e lavora anche contro se stessa, quando denuncio che un
morto su 4 sui luoghi di lavoro è un ultrasessantenne? L’esempio in questi
ultimi giorni di Luigi Bernardini che a 76 anni (nella foto) che muore di
notte in un cantiere autostradale, di un altro ultrasettantenne che muore
per il caldo su una gru; di tantissimi agricoltori che muoiono alla guida
di un trattore, non sapendo per non essere informati, loro che lo guidano e
i loro familiari, che il trattore è una macchina di morte, che uccide con
estrema facilità soprattutto in manovra in terreno collinare: un Ministero
dell’agricoltura informato ripetutamente, ma anche perché poco interessato,
visto che nessuno si è mai preso la briga di contattare l’Osservatorio per
saperne di più. Terribile anche la vicenda di Simion Panco moldavo di 55
anni morto pochi giorni fa nella provincia di Forlì Cesena: morto in una
terribile solitudine: nessuno sa dove abitava Simion, gli inquirenti stanno
cercando da giorni di sapere dove avesse la residenza, per trovare i suoi
documenti, neppure la figlia in Moldavia lo sa. Nessuno di questi soggetti
sa o vuol sapere che ormai un morto su cinque che muore sul lavoro sotto i
60 anni è straniero, che anche questa è un’autentica emergenza, che entro
pochi anni saranno la maggioranza dei morti sul lavoro e con tanti morti le
altre comunità ce le troveremo nemiche. Potrei continuare con tante di
queste “chicche” signor Presidente Mattarella, da nonno, non posso pensare
che i miei nipoti possono entrare in un mondo del lavoro come questo, che
senta lo Stato come un nemico e non protettivo come dovrebbe esserlo.