
(AGENPARL) – mar 30 maggio 2023 Piemontese audizione in Commissione Bilancio su risorse FSC e POC
“Tutte le risorse, anche quelle non riferibili al POR, se sono spese per
progetti coerenti con gli obiettivi dei fondi europei, sono utili allo
sviluppo e perciò auspichiamo sia corretto il meccanismo appena varato
dalla Legge 41/2023 sul PNRR e politiche di coesione, che blocca il flusso
dei trasferimenti legati alla certificazione dei progetti coerenti,
rischiando di provocare conseguenze molto negative per i Comuni che non
sono riusciti a produrre spesa certificabile nei tempi previsti dai target
comunitari.” Lo ha detto il vicepresidente della Regione Puglia e assessore
al Bilancio e alla Programmazione unitaria, *Raffaele Piemontese*,
concludendo stamattina l’audizione davanti alla Prima Commissione Bilancio
del Consiglio regionale in merito all'utilizzo delle risorse europee, del
Fondo di Sviluppo e Coesione e del Piano Operativo Complementare, anni
2014-2021, richiesta dal capogruppo di Fratelli d’Italia, Francesco Ventola.
Piemontese, accompagnato dal direttore della Struttura Speciale Autorità di
Gestione del POR, Pasquale Orlando, ha illustrato tutto il complesso della
spesa gestita dalla Regione Puglia, tornando a sottolineare come resti un
“fiore all’occhiello di cui devono essere orgogliosi tutti i pugliesi
perché è una capacità che ci viene riconosciuta a livello nazionale e
europeo”.
Tutto il Programma Operativo Regionale 2014-2020, forte di una dotazione di
4 miliardi e 450 milioni di euro, sarà speso al 100 per cento entro il
termine previsto al 31 dicembre di quest’anno, traguardo particolarmente
positivo considerando che, anche in questo ciclo di fondi strutturali
europei, la Puglia ha deciso di gestire unitariamente il Fondo Europeo di
Sviluppo Regionale e il Fondo Sociale Europeo.
Così come è stato impegnato tutto anche il Fondo di Sviluppo e Coesione
Patto per la Puglia 2014-2020, la cui dotazione complessiva è di 2 miliardi
e 74 milioni di euro. Il vicepresidente Piemontese ha precisato che i
progetti finanziati con l’FSC sono in tutto 7.171 per i quali le scadenze
prevedono il conseguimento delle cosiddette obbligazioni giuridicamente
vincolanti entro il 31 dicembre 2022 e entro il 30 giugno 2023 solo per
progetti con importi superiori a 25 milioni di euro. A oggi la spesa
effettiva sostenuta dalla Regione è pari a 1 miliardo e 21 milioni di euro,
a fronte di 9 progetti oggi in valutazione in quanto non presentavano
obbligazioni giuridicamente vincolanti a fine dicembre.
Anche i 2 miliardi e 670 milioni di euro del Piano Operativo Complementare
sono tutti impegnati a favore di 8.041 progetti. A oggi la spesa è pari a
451 milioni e 600 mila euro a fronte di una scadenza prevista per il suo
completamento fissata al 31 dicembre 2026.
“Un quadro che conforta, che qualifica la Puglia nel contesto nazionale e
che ci spinge a lavorare con le altre Regioni italiane e con il Governo
nazionale affinché non si disperdano coerenze e integrazioni tra tipi di
fondi che, comunque siano denominati, hanno il comune obiettivo di
sostenere lo sviluppo”, ha detto Piemontese sottolineando, rispetto alla
gestione dei cosiddetti progetti coerenti e retrospettivi, quanto i
beneficiari delle risorse siano esposti a rigidità e complessità delle
procedure autorizzative italiane.
“Per fare un esempio facilmente comprensibile, basti considerare quello che
facciamo sulle agevolazioni alle imprese – ha detto il vicepresidente alla
Commissione Bilancio – per cui, attraverso solo il Titolo II Capo 3 e Capo
6, abbiamo gestito 11.466 richieste di finanziamento con un unico avviso
POR, spendendo una quota pubblica di 885 milioni di euro che ha sostenuto e
generato investimenti complessivi per oltre 2 miliardi e 800 milioni di
euro: ebbene, valutando 2.955 progetti di impresa del Titolo II coerenti
con gli obiettivi del nostro POR, li abbiamo finanziati con 152 milioni di
euro che siamo andati ad attingere dal FSC”.
“Questo meccanismo che è sano e che è stato utile a tutta l’Italia per
conseguire i target di spesa – ha concluso Piemontese – non possiamo
bloccarlo pensando di procedere semplicemente definanziando quando non si
rispettano i target annuali e rischiando, quando i beneficiari sono i
Comuni, di mandarli in dissesto”.