(AGENPARL) – ven 10 febbraio 2023 Gentili colleghi,
vi invio in allegato il discorso integrale letto questa mattina dal sindaco della Città di Jesolo, Christofer De Zotti, in occasione delle celebrazioni per il Giorno del Ricordo.
La cerimonia in omaggio degli italiani uccisi durante i massacri delle foibe, organizzata dal Comitato d’intesa tra le associazioni combattentistiche e d’arma di Jesolo con il supporto del Comune, si è svolta alle ore 9.30 in via Pindemonte davanti al monumento che li ricorda.
Al seguente link trovate anche foto e immagini video della cerimonia: https://jcloud.comune.jesolo.ve.it/index.php/s/eQaKqpd8tBmBfzD
Testo Allegato: GIORNO DEL RICORDO, IL DISCORSO DEL SINDACO DE ZOTTI Buongiorno a tutti, Rivolgo un particolare saluto a tutte le autorit, ai rappresentanti delle forze dellordine, al Presidente Franco Pavan in rappresentanza delle associazioni combattentistiche e darma, ai cittadini presenti. un onore particolare essere qui oggi e rappresentare la Citt di Jesolo nelle solenni celebrazioni del Giorno del Ricordo. La storia politica e culturale che ha accompagnato il mio percorso personale riconosce un particolare valore al 10 febbraio. Ma da Sindaco sento il dovere di rivolgere il mio messaggio, oggi, a tutti i miei concittadini. A prescindere da chi votino e da come la pensino. limpegno che mi sono preso quando gli jesolani mi hanno onorato della loro fiducia. Il riconoscimento del supplizio patito un atto di giustizia nei confronti di ognuna di quelle vittime, restituisce le loro esistenze alla realt presente perch le custodisca nella pienezza del loro valore, come individui e come cittadini italiani. Levocazione delle loro sofferenze, e del dolore di quanti si videro costretti ad allontanarsi per sempre dalle loro case in Istria, nel Quarnaro e nella Dalmazia, ci unisce oggi nel rispetto e nella meditazione. Questo nostro incontro non ha valore puramente simbolico testimonia la presa di coscienza dellintera comunit nazionale. Queste bellissime parole non sono frutto della mia penna, ma sono state pronunciate dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il 10 febbraio 2006 in occasione della prima celebrazione ufficiale in Quirinale del Giorno del Ricordo. Ho voluto iniziare questo intervento condividendo con voi le parole del primo Presidente che ha iniziato ad onorare questa immane tragedia, con decenni di ritardo rispetto a quanto la verit dei fatti avrebbe voluto. Un ritardo figlio talvolta di una imperdonabile politica di cancellazione, talaltra di una posizione tattica di molta parte della geometria politica italiana che ha voluto schivare la discussione su un terreno considerato, a torto, scivoloso. Il dramma delle foibe e dellesodo giuliano-dalmata ha rappresentato una dolorosa ferita nella storia del nostro Paese. Moltissime citt italiane, e Jesolo non ha fatto eccezione, hanno accolto nel dopoguerra famiglie di esuli che hanno dovuto abbandonare la terra, il lavoro, la casa e gli affetti. Famiglie che con grande dignit hanno affrontato anche lo scherno e gli sputi degli italiani perch anche questo fa purtroppo parte della tragedia, seppur fosse un atteggiamento non presente ovunque. Persone che si sono messe al lavoro, rimboccandosi le maniche, per ricostruire ci che avevano perso e che si sono inserite con protagonismo nelle comunit che li hanno accolti. Jesolo ne testimone. Permettetemi quindi di rivolgere un saluto particolare a due persone oggi qui presenti Donatello Baione e Franca Balliana Serrentino. Nel celebrare questa giornata, come in ogni occasione che ricorda momenti nefasti della storia, dobbiamo rifuggire da alcune tentazioni che purtroppo ancora oggi trovano spazio nella discussione politica e, ahim, anche culturale del nostro Paese. Alcuni atteggiamenti che sono tutti figli di un tentativo di riscrivere la storia a proprio piacimento o beneficio di unesigenza politica, e che sono facce della stessa medaglia. Il negazionismo, la banalizzazione, il relativismo, il giustificazionismo. Sono tutte tentazioni dalle quali dobbiamo rifuggire, che si parli di Olocausto, di Foibe, di guerre attuali. I morti sono morti, la storia la storia. La vera sfida quella di ricordare a chi verr dopo di noi che ogni violenza giustificata dallideologia e dallodio non deve trovare posto nelle nostre societ. Per questo provo disgusto per chi osa strumentalizzare politicamente le foibe e ha insozzato pi volte, nei mesi passati, la targa che decora questo monumento cancellando con il pennarello il simbolo dellANPI. So per certo che chi si macchiato del gesto cerca proprio la visibilit, ma mio dovere non tacere. Proprio perch questa Patria trover finalmente indissolubile e necessaria unit quando tutti smetteranno di interpretare la storia, per poco nobili fini politici che hanno a che fare con la situazione contingente piuttosto che con una visione ideale della Nazione, per iniziare a rispettare il passato e costruire un futuro comune per lItalia. Questo monumento non di qualcuno, ma di tutti. La pacificazione morale della nostra Nazione passa attraverso la comune condivisione dei valori di libert e democrazia sanciti in maniera irreversibile dalla nostra Costituzione, ma al contempo ha bisogno di essere mantenuta viva attraverso un sano sentimento patriottico, che sfugga dagli eccessi e alla pura celebrazione, e che sia invece una pratica quotidiana sincera. Linno, la bandiera, i nostri simboli sono ci che ci uniscono. Leducazione delle giovani generazioni lunica arma che abbiamo perch gli errori del passato non si ripresentino. Il vero motivo per cui dobbiamo continuare a ricordare i martiri delle foibe e gli esuli giuliano-dalmati sta nella radice della persecuzione. Quelle terre e quei popoli erano intrisi di italianit. Quelle persone, e non voglio entrare nelle inutili polemiche dei numeri, furono annientate e gettate nelle foibe perch italiane. Fu una vicenda dolorosa che, come in tutti i teatri di guerra, vide toccare le punte pi basse della dignit umana. Giustizie sommarie, violenze di ogni tipo, persone gettate vive negli abissi della terra quasi a similitudine di quanto profonda possa essere la cattiveria umana. Quando 15 anni fa nella Citt di Jesolo gioimmo, in pochi, per lintroduzione di una via ai Martiri delle Foibe sapevamo che la strada per una comune condivisione del valore del Giorno del Ricordo sarebbe stata lunga e irta di ostacoli. Oggi non posso dire che la strada da fare ancora molta, ma se cito Norma Cossetto e molti non la considerano una sconosciuta e ne conoscono la tragica storia, significa che qualche passo stato compiuto. Grazie a tutti per la vostra presenza Buon Giorno del Ricordo a tutti Ufficio stampa Citt di Jesolo M. 348 0727923 – T.0421 359135 HYPERLINK mailtoufficio.stampa@comune.jesolo.ve.it ufficio.stampa@comune.jesolo.ve.it ,rYxh_knhKhIpX y 9Gtx2I-EpVIXX5/jHrOOMDi5 4 _xur6 XgbR2z 6TyanUs6A/eKdtJxL1D q)GuF/ZNu
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