
(AGENPARL) – mar 05 settembre 2023 INFORMAZIONE ISTITUZIONALE
E OPEN GOVERNMENT
5/9/2023
VENERDÌ 8 SETTEMBRE, ALLE ORE 17.30, ALL’AUDITORIUM “MARCO
Ufficio Stampa
SOFIANOPULO DEL MUSEO REVOLTELLA DI VIA DIAZ 27 A TRIESTE,
PRESENTAZIONE
SETTEMBRE
1943:
LIBRO
“IL
MANCATA
DISONORE
DIFESA
DELLE
DELLA
ARMI.
FRONTIERA
ORIENTALE” DI ROBERTO SPAZZALI
Venerdì 8 settembre, alle ore 17.30, nell’auditorium “Marco Sofianopulo”
del Museo Revoltella a Trieste, si terrà il secondo evento del programma
culturale 1943-2023. Trame intrecciate di memoria, promosso dal Comune di Trieste
– Assessorato alle Politiche della Cultura e del Turismo in occasione degli ottantesimi
anniversari che ricorrono quest’anno, dall’Armistizio dell’8 settembre alla partenza
del primo convoglio di deportati razziali da Trieste il 7 dicembre. Gli eventi sono
realizzati dal Museo della Risiera di San Sabba – Monumento Nazionale con il
contributo del Ministero della Cultura.
Nel giorno dell’ottantesimo anniversario dell’Armistizio dell’8 settembre 1943,
viene presentato il nuovo, monumentale volume di Roberto Spazzali dedicato a
questo evento storico e alle sue ricadute sul territorio della frontiera orientale. Con
nuove fonti e con la ricostruzione documentata di fatti inediti, Spazzali propone la
prima analisi complessiva di quel cruciale momento nella Venezia Giulia. Il libro è
pubblicato da Edizioni Ares (Milano; 708 pagine) e dall’Istituto Regionale per la
Cultura Istriano-Fiumano-Dalmata di Trieste.
Introduce Franco Degrassi, presidente dell’Istituto. Dialoga con l’autore lo storico e
ricercatore triestino Diego Redivo. L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti
Il disonore delle armi
di Roberto Spazzali
Edizioni Ares, Milano, 2023
708 pagine
L’Armistizio tra l’Italia e gli Alleati del 3 settembre 1943 è la più importante cesura
della storia italiana del Novecento con conseguenze sulla conclusione della Seconda
guerra mondiale e sul successivo dopoguerra. Gli atti del processo della Corte di
Assise di Trieste al generale Esposito ci consegnano fatti inediti e testimonianze di
abnegazione e coraggio, di astuzie e viltà. La narrazione storica del libro è diacronica
alla trama di episodi e biografie in cui gli avvenimenti sono sincronici allo scopo di
offrire al lettore l’orizzonte più ampio del loro divenire. Il libro è l’ultima fatica dello
studioso triestino Roberto Spazzali, dopo la monografia dedicata all’esodo da Pola:
Pola città perduta. L’agonia, l’esodo (1945-47), Edizioni Ares, Milano, 2022.
Scrive l’autore: «Delle fatidiche date memoriali, l’8 settembre sicuramente è quella
più ostica e meno piacevole da rammentare agli italiani, simbolo della fine di ogni
illusione di cartapesta. Ma è terribilmente tragica la memoria di quella data per gli
istriani, fiumani e dalmati, perché da quell’autunno del ’43 così cambiò la storia della
Venezia Giulia. Il tentativo di presa del potere di insorti croati e comunisti in Istria, le
prime stragi delle foibe istriane, l’occupazione nazista dell’intera regione con
violenze e deportazioni, il collaborazionismo politico slavo e italiano, il tentativo di
salvare l’italianità almeno delle città costiere, poi un’altra occupazione questa volta
comunista jugoslava, altre stragi e deportazioni; la divisione territoriale provvisoria a
guerra finita e la definitiva cessione di gran parte della regione alla pretese
jugoslave.»
Così Franco Degrassi nell’introduzione al volume: «È 1’8 settembre 1943 la data
fatidica della memoria del Novecento degli italiani. La data che tutti conoscono e che
nessuno può dimenticare. Radicata anche nei miei ricordi di bambino e
continuamente ravvivata dai richiami con cui, con costante ricorrenza, in casa o fuori,
coloro che l’avevano vissuta ne evidenziavano la drammaticità, il terrore e la
precarietà di ogni decisione o scelta da fare. Era il giorno della grande cesura, quello
che, in ogni modo, ti avrebbe fatto stare da una parte o dall’altra. O da nessuna
parte… ma era possibile? Un giorno e un evento che il nostro Paese, né allora né poi,
sarebbe stato capace di esorcizzare veramente. C’era stato un prima e ci sarebbe stato
un dopo, con scelte di un tipo oppure del tipo diametralmente opposto; e il giudizio di
“giusto” o “sbagliato” sarebbe appartenuto al domani, frutto di convenzioni che
sarebbero diventate categorie incrollabili della futura democrazia. Con mille
sfumature. Ulteriormente ed estremamente più variegate se si viveva nella Venezia
Giulia.»
COMTS