
[lid] La crisi idrica indotta dal clima porterà a più fame, malattie e sfollamenti, avverte Oxfam.
Secondo un rapporto di giovedì di un ente di beneficenza con sede nel Regno Unito, l’insicurezza idrica indotta dal clima rappresenta una delle maggiori minacce per l’umanità e porterà a più fame, malattie e sfollamenti.
Nel suo rapporto intitolato Water Dilemmas, Oxfam ha presentato una serie di scenari climatici con cambiamenti attesi nella temperatura e nelle precipitazioni entro il 2040 e il 2050, mettendo in guardia dal “terribile costo umanitario della crescente scarsità d’acqua”.
Lo studio ha rivelato che i cambiamenti climatici nelle regioni del Medio Oriente, del Corno d’Africa, dell’Africa orientale e centrale (HECA), dell’Africa occidentale e dell’Asia possono influire sulla sicurezza idrica, sulla sicurezza alimentare e sulla diffusione di malattie.
“L’acqua è la linfa vitale delle comunità di tutto il mondo, ma il cambiamento climatico significa che per molti è una risorsa sempre più scarsa”, ha affermato Nafkote Dabi, responsabile globale della giustizia climatica di Oxfam.
Il rapporto mostra che l’Africa orientale potrebbe essere colpita da un ciclo di inondazioni e siccità ancora più intense entro il 2040, con un aumento dell’8% delle precipitazioni che porterà a un aumento potenzialmente catastrofico del 30% del deflusso superficiale.
“La regione potrebbe anche affrontare un drammatico aumento delle malattie trasmesse dalle zanzare, il che significa che 50-60 milioni di persone in più nella regione potrebbero essere a rischio di malaria entro il 2030”.
Le malattie infettive potrebbero aumentare del 183% in Asia
Nel frattempo, si prevede che le precipitazioni diminuiranno notevolmente in Medio Oriente entro il 2040, il che comporterebbe un peggioramento della sicurezza alimentare.
Si prevede inoltre che le ondate di caldo aumenteranno del 16% nella regione, portando a un calo della produttività del lavoro del 7%, con un forte aumento dei prezzi dell’acqua.
“I paesi dell’Asia, nel frattempo, saranno maggiormente colpiti dall’innalzamento del livello del mare, potenzialmente di oltre mezzo metro entro il 2100”, osserva il rapporto, avvertendo di un possibile aumento di malattie come la malaria e la dengue del 183%.
Citando l’ONU, si sottolinea che 2,3 miliardi di persone attualmente non hanno accesso all’acqua potabile e altri 3,6 miliardi non hanno servizi igienici sicuri.
“Il riscaldamento globale sta aumentando la frequenza e la gravità dei disastri, comprese inondazioni e siccità, che colpiranno i paesi più duramente e più spesso negli anni a venire”, ha aggiunto Dabi.
Betty Ojeny, responsabile dell’ufficio africano dell’organizzazione benefica per l’acqua e i servizi igienico-sanitari, ha affermato che il cambiamento climatico “si sta facendo sentire”, affermando che questi problemi non potranno che peggiorare.
“Un pozzo su cinque che scaviamo ora finisce con l’asciutto o con acqua non potabile”, ha aggiunto.
Il rapporto ha inoltre evidenziato che la mancanza di investimenti nei sistemi idrici, la cattiva gestione dell’acqua, l’erosione, l’inquinamento e l’uso eccessivo delle falde acquifere sotterranee stanno peggiorando la crisi idrica in corso.