(AGENPARL) – Roma, 10 gennaio 2020 – In politica estera è fondamentale indicare ad amici e nemici dove si trovano gli interessi nazionali di un Paese. Parte di questi interessi vitali sono nei documenti che appartengono alla sicurezza nazionale.
I potenziali “sfidanti” del panorama internazionale spesso scelgono di testare se effettivamente tali documenti riflettono o meno i reali interessi vitali di una Nazione e, quindi, la sua volontà a difenderli.
Pertanto, gli Stati segnalano ad altri Paesi quali sono i propri interessi sui quali è disposto a combattere se messo alla prova.
Ed è esattamente quello che sta facendo l’amministrazione Trump per dimostrare che non sta bluffando quando pubblicizza alcune attività come ad esempio i recenti attacchi della Russia e dell’Iran.
Rendendo pubblici tali attacchi, l’effetto che si ottiene è che difficilmente potranno essere ripetuti ed ecco quindi che queste “esternalizzazioni coreografiche” consentono all’amministrazione Trump di avvisare gli avversari che tali azioni violano gli interessi nazionali degli Stati Uniti ma al tempo stesso mantengono aperte le varie opzioni e pertanto riducono i rischi.
Rispetto alla passata amministrazione Obama che era molto più reticente a combinare attività informatiche segrete con comunicazioni palesi esterne, gli USA hanno intrapreso operazioni segrete D4M (degrade, disrupt, destroy, manipulate, deceive) nel cyberspazio.
L’operazione cybernetica più famosa dell’amministrazione Obama è stata quella di Stuxnet, un baco che a fatto a pezzi le centrifughe nucleari iraniane. In quel caso i funzionari hanno negato il coinvolgimento non rilasciando alcuna dichiarazione.
Al contrario, l’amministrazione Trump sta usando apertamente l’attività del cyberspazio per comunicare agli avversari che quando si superano determinati confini si avranno delle conseguenze come è stato nei casi delle operazioni contro l’Iran dopo l’attacco alla stazione petrolifera saudita ad agosto e dopo l’abbattimento dei droni a settembre e le operazioni contro la Russia nel 2018.
Ora l’amministrazione Trump è passata anche a dei segnali più evidenti per scongiurare ingerenze varie nelle elezioni 2020, arrivando ad affermare di sforzi per sviluppare delle tattiche di guerra delle informazioni che prendono di mira i leader e le elite russe.
Dichiarazioni ad alto impatto che se funzionano – cioè se la minaccia si dimostra abbastanza credibile e potente da scongiurare le ingerenze russe nelle prossime elezioni – gli Usa farebbero bene a continuare su questa strada poichè segnala agli avversari di difendere i propri interessi senza in tal modo istigare conflitti armati.