
(AGENPARL) – ven 08 aprile 2022 Giustizia: D’Attis (FI), governo riveda la disciplina dell’amministrazione di sostegno
“Da 17 anni è stata introdotta nel codice civile la figura dell’amministratore di sostegno, all’epoca presentata come una forma di tutela giuridica più blanda ed elastica rispetto all’interdizione e all’inabilitazione. Essa è poi diventata, in molti casi, purtroppo uno strumento attraverso il quale è possibile limitare fortemente la libertà e violare i diritti dei diretti interessati, i cosiddetti beneficiari. Nel corso degli anni, si sono verificati molteplici casi di mala gestio, segnalati sia dagli organi di stampa, che dalle testimonianze degli amministrati o dei loro familiari ed è emerso un notevole malcontento sull’operato di un numero sempre crescente di amministratori di sostegno”. Lo ha detto il deputato di Forza Italia, Mauro D’Attis, intervenendo nell’Aula di Montecitorio per illustrare l’interpellanza urgente al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro della giustizia, primo firmatario in capogruppo azzurro Paolo Barelli, sulla revisione della disciplina dell’amministrazione di sostegno in funzione di una maggiore tutela dei soggetti interessati da tale istituto. “Si è venuta sostanzialmente ad instaurare – ha continuato – la tendenza da parte dell’amministratore di sostituirsi completamente al beneficiario, nonostante ciò non sia previsto dalla legge. È stato constatato che l’utilizzo concreto dello strumento gestionale dell’istituto dell’amministrazione di sostegno si esprima spesso sotto forma di mera costrizione della persona sottoposta a tutela, sovente senza possibilità di replica, dato che quasi sempre i giudici tutelari si interfacciano esclusivamente con gli amministratori, i sanitari ed i servizi sociali, escludendo completamente anche i familiari, quando definiti non collaboranti”. Insomma, “sussistono nella legge vigente incongruenze logico-giuridiche che consentono di utilizzare l’amministrazione di sostegno come una sorta di strumento di interdizione impropria”. Per tali motivi “è auspicabile un intervento del governo per eliminare i vulnus e ristabilire una più coerente e attenta attuazione dell’istituto”.
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