
(AGENPARL) – mar 10 gennaio 2023 Le Delegazioni di Martina Franca di Confindustria ed ANCE continuano a seguire con grande attenzione la situazione dei lavori in corso per l’ammodernamento della SS172 nel tratto compreso tra Martina Franca e Taranto – zona Orimini, ormai oggetto di un annoso quanto inaccettabile ritardo.
Secondo i rispettivi delegati – Beatrice Lucarella per Confindustria e Martino Aquaro per ANCE – “bene ha fatto il Sindaco ad intervenire con decisione per richiedere a Regione ed ANAS misure risolutive per sbloccare la situazione, fronteggiare i ritardi e definire un cronoprogramma concreto ed adeguato alle esigenze della comunità martinese. La conseguente riunione convocata per venerdì, con tutti i protagonisti della vicenda, ci auguriamo possa dunque fornire le risposte attese.
Sono continue le sollecitazioni e richieste di intervento da parte delle nostre imprese, penalizzate dal perdurare di una situazione divenuta insostenibile su un’arteria di connessione di importanza primaria.
Le infrastrutture, alla base dello sviluppo economico di ogni territorio, devono assicurare alle imprese -ed ai tanti lavoratori che ogni giorno percorrono questa strada statale- condizioni adeguate di sicurezza nonché capacità di rispondere alle esigenze di traffico dell’unica arteria di collegamento fra l’Adriatico e lo Jonio. Ancor di più all’approssimarsi di una stagione estiva che con il consolidarsi su Taranto del traffico crocieristico potrà vedere l’arrivo di bus di turisti a Martina Franca.
Auspichiamo, pertanto, che tutta la politica del territorio faccia fronte comune e si renda partecipe per individuare una soluzione, non più rinviabile e soprattutto risolutiva, che permetta con rapidità la chiusura dei lavori”.
Confindustria e Ance- delegazioni Martina Franca
Testo Allegato:
* MERGEFORMATPROCURA DISTRETTUALE DELLA REPUBBLICApresso il Tribunale Ordinario di Venezia_________Oggetto: Comunicato stampaVenezia e Padova. 8 indagati dell’indagine “Hope” ai domiciliari per spaccio di stupefacenti.Dalle prime ore di questa mattina, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Venezia, supportati dai Comandi Provinciali competenti, stanno dando esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Tribunale del Riesame di Venezia nei confronti di 8 indagati domiciliati nelle province di Venezia e Padova, ritenuti responsabili, a vario titolo, di spaccio di stupefacenti ed altri reati, nell’ambito dell’indagine convenzionalmente denominata “Hope”. L’ordinanza del Tribunale del Riesame, divenuta esecutiva solo lo scorso dicembre a seguito di pronuncia della Suprema Corte di Cassazione, è stata emessa in conseguenza del ricorso proposto dalla Procura delle Repubblica avverso il rigetto del GIP alla richiesta di misure cautelari. Nel corso dell’indagine, svolta tra il 2019 ed il 2021 tramite attività tecnica e di osservazione, sono stati numerosi i riscontri relativi all’ipotesi di spaccio dello stupefacente che sarebbe stato gestito dagli indagati, tra i quali il più significativo appare quello operato nei confronti del principale inquisito, un 42enne pregiudicato di Noale non colpito dalle odierne misure, ma già sottoposto a misura cautelare per questi fatti. Nei suoi confronti il Tribunale di Venezia, in ordine all’ipotizzato possesso di un chilo di cocaina, aveva all’epoca disposto il sequestro per equivalente di denaro, veicoli, imbarcazioni ed altri beni di lusso per oltre 170.000 Euro, ritenuti provento dell’attività illecita. A quel provvedimento, nel giugno di quest’anno, è seguito quello disposto dal Tribunale del Riesame di Venezia a parziale accoglimento dell’appello proposto dalla Procura della Repubblica, che ha portato al sequestro preventivo di denaro, beni immobili ed un veicolo nei confronti di 11 indagati, per un valore totale di oltre 400.000 EuroAltro sequestro rilevante è quello avvenuto nel febbraio 2020 quando, nell’ipotizzata disponibilità di uno degli indagati, venne trovato ulteriore stupefacente, documenti in bianco provento di furto ed un vero e proprio arsenale di 4 fucili, 11 pistole, 2 panetti di esplosivo da oltre mezzo chilo ed un mitraglietta con silenziatore. Dall’inizio delle indagini sono stati recuperati complessivamente 1500 grammi circa di stupefacente del tipo Cocaina, Marijuana e Hashish ed è stato disposto il sequestro di beni per un valore di oltre mezzo milione di Euro, in denaro, beni immobili, veicoli, imbarcazioni, orologi e altri beni di lusso. Il recupero dello stupefacente nel corso delle indagini ha permesso di documentare un’ipotizzata attività di spaccio svolta dagli indagati, sicuramente significativo in considerazione del valore che avrebbe avuto una volta immesso nel mercato, attività che ha permesso di raccogliere gravi elementi a carico degli indagati, che oggi sono stati raggiunti dall’ordinanza emessa dall’Autorità Giudiziaria di Venezia e collocati presso le proprie abitazioni, in regime degli arresti domiciliari.