
(AGENPARL) – mar 03 gennaio 2023 Da Istat: Censimento permanente delle Istituzioni pubbliche 2020: risultati definitivi
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Testo Allegato:
Censimento permanente delle Istituzioni pubbliche 2020: risultati definitiviL’Istat approfondisce con questo report il quadro informativo dell’edizione 2020 del Censimento permanente delle Istituzioni pubbliche, la cui diffusione è stata avviata a dicembre 2021, a soli tre mesi dalla chiusura della rilevazione. Con successivi rilasci la pubblicazione dei dati definitivi verrà completata.Struttura e dimensione delle istituzioni pubbliche – Unità istituzionali e unità locali Al 31 dicembre 2020 risultano attive 12.780 istituzioni pubbliche, presso le quali prestano servizio 3.601.709 unità di personale, di cui 3.396.289 dipendenti (pari al 94,3% del personale) e più di 205mila (il restante 5,7%) occupati con altre forme contrattuali (collaboratori coordinati e continuativi o a progetto, altri atipici e temporanei) (Prospetto 1).PROSPETTO 1. NUMERO DI ISTITUZIONI PUBBLICHE E PERSONALE IN SERVIZIO (DIPENDENTE E NON DIPENDENTE), PER FORMA GIURIDICA. Valori assoluti e percentuali, anno 2020.FORMA GIURIDICAIstituzioniPersonale dipendente (a)Personale non dipendenteTotale personale in serviziov.a.%v.a.%v.a.%v.a.%Amministrazione dello stato e Organo costituzionale o a rilevanza costituzionale340,31.903.87656,127.25113,31.931.12753,6Regione (Giunta e Consiglio regionale) (b)400,362.0521,83.9591,966.0111,8Provincia e città metropolitana (b)1040,865.2461,98960,466.1421,8Comune7.90361,8346.76210,223.31011,3370.07210,3Comunità montane e unione dei comuni5944,615.7110,59560,516.6670,5Azienda o ente del servizio sanitario nazionale1911,5681.69020,147.24223,0728.93220,2Universita’ pubblica700,596.4112,876.30637,1172.7174,8Ente pubblico non economico2.97323,3156.2624,618.3979,0174.6594,8Altra forma giuridica8716,868.2792,07.1033,575.3822,1Totale12.780100,03.396.289100,0205.420100,03.601.709100,0(a) Il personale dipendente in servizio comprende il personale comandato, distaccato, in convenzione proveniente da altro Ente ed esclude il personale comandato, distaccato, in convenzione presso altro Ente.(b) Per le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano sono inserite come unità di analisi la Giunta e il Consiglio. In fase progettuale, in accordo con il Centro Interregionale per i Sistemi informatici, geografici e statistici (Cisis), è stato infatti deciso di somministrare per ogni Regione e per le Province autonome di Trento e Bolzano due questionari distinti a Giunta e Consiglio regionale, in considerazione della autonomia amministrativa, organizzativa e contabile. Di conseguenza i dati pubblicati sono relativi ai due questionari di Giunta e Consiglio. Questo consente di arricchire il patrimonio informativo diffuso e meglio descrivere la complessità di queste importanti unità.Considerando la distribuzione del personale in servizio nel settore pubblico, il 56,1% dei dipendenti si concentra nell’Amministrazione centrale, che comprende, tra gli altri, il personale delle scuole statali e delle forze armate e di polizia. Il 20,1 % dei dipendenti pubblici è occupato nelle Aziende o Enti del Servizio sanitario nazionale, il 10,2% nei Comuni (6 istituzioni pubbliche su 10). Il restante 13,6% è occupato nelle altre tipologie di forme giuridiche. In relazione al tipo di contratto, il personale in servizio si articola in 2.974.360 dipendenti a tempo indeterminato (l’82,6% del personale occupato nelle istituzioni pubbliche), 421.929 dipendenti a tempo determinato (l’11,7%) e 205.420 non dipendenti (il 5,7%) (Prospetto 2).PROSPETTO 2. PERSONALE IN SERVIZIO NELLE ISTITUZIONI PUBBLICHE PER FORMA GIURIDICA E TIPO DI CONTRATTO. Valori assoluti e percentuali, anno 2020.FORMA GIURIDICADipendente a tempo indeterminatoDipendente a tempo determinatoNon Dipendente (a)Totale personale in serviziov.a.%v.a.%v.a.%v.a.%Amministrazione dello stato e Organo costituzionale o a rilevanza costituzionale1.601.14182,9302.73515,727.2511,41.931.127100,0Regione (Giunta e Consiglio regionale) (b)57.09986,54.9537,53.9596,066.011100,0Provincia e città metropolitana (b)54.85882,910.38815,78961,466.142100,0Comune322.83987,223.9236,523.3106,3370.072100,0Comunità montane e unione dei comuni13.85083,11.86111,29565,716.667100,0Azienda o ente del servizio sanitario nazionale631.64386,750.0476,947.2426,5728.932100,0Universita’ pubblica85.35049,411.0616,476.30644,2172.717100,0Ente pubblico non economico147.13984,29.1235,218.39710,5174.659100,0Altra forma giuridica60.44180,27.83810,47.1039,475.382100,0Totale2.974.36082,6421.92911,7205.4205,73.601.709100,0(a) Il personale non dipendente comprende collaboratori, altri atipici e lavoratori temporanei.(b) cfr nota (b) prospetto1.I dipendenti a tempo determinato rappresentano il 15,7% del personale in servizio presso le Amministrazioni dello Stato e presso le Province e città metropolitane. Le restanti tipologie istituzionali presentano valori sotto la media (11,7%). Nelle università i dipendenti a tempo determinato pesano relativamente poco (6,4%), anche perché è elevata l’incidenza di personale con contratto non dipendente (44,2%).FIGURA 1. PERSONALE IN SERVIZIO NELLE ISTITUZIONI PUBBLICHE PER TIPO DI CONTRATTO E PRINCIPALE FORMA GIURIDICA. Valori assoluti e percentuali. anno 2020.*Collaboratori coordinati e continuativi o a progetto, altri atipici e temporaneiCon riferimento al genere, le donne occupate nella pubblica amministrazione superano i 2 milioni e rappresentano la componente maggioritaria, con una quota pari al 58,5% del personale in servizio. La più elevata presenza di donne si conferma negli enti del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) con il 67,6%, il valore più basso nelle Università pubbliche (49,6%) e nelle Regioni (51%). Analizzando il tipo di contratto, la quota maggiore di tempi determinati si riscontra tra le donne (13,6% contro 9,1%) (Figura 2 e Prospetto 3).FIGURA 2. PERSONALE IN SERVIZIO NELLE ISTITUZIONI PUBBLICHE PER PRINCIPALE FORMA GIURIDICA, GENERE E TIPO DI CONTRATTO. Valori assoluti e percentuali, anno 2020.PROSPETTO 3. PERSONALE IN SERVIZIO NELLE ISTITUZIONI PUBBLICHE PER FORMA GIURIDICA, GENERE E TIPO DI CONTRATTO. Valori assoluti e percentuali, anno 2020. MaschiFemmineF/M% F su totale personaleTotale personale in servizio % a tempo indet.% a tempo det% non dip.Totale personale in servizio % a tempo indet.% a tempo det% non dip.Amministrazione dello stato e organo costituzionale o a rilevanza costituzionale832.94486,711,22,11.098.18380,019,10,91,356,9Regione (Giunta e consiglio reionale) a)32.36883,28,38,533.64389,66,83,61,051,0Provincia e città metropolitana (a)26.02387,210,62,340.11980,219,00,81,560,7Comune160.51588,35,16,6209.55786,47,56,11,356,6Comunità montane e unione dei comuni6.93682,911,06,19.73183,211,35,51,458,4Azienda o ente del servizio sanitario nazionale236.42184,76,88,5492.51187,66,95,52,167,6Università pubblica87.01449,66,643,885.70349,26,244,51,049,6Ente pubblico non economico78.70984,84,810,495.95083,85,610,61,254,9Altre forme giuridiche34.96982,09,48,740.41378,611,310,11,253,6Totale 1.495.89984,19,16,82.105.81081,513,64,91,458,5cfr nota (b) prospetto 1.A livello territoriale, il 46,1% delle unità locali si trova nelle regioni del Nord, anche in conseguenza dell’elevato numero di comuni presenti in Lombardia e Piemonte. Nelle stesse regioni è rilevante sia la presenza femminile tra gli occupati della PA (63,9% nel Nord-ovest e 63,5% nel Nord-est contro 58,5% della media nazionale), sia quella di personale non dipendente, superiore alla media nazionale. Anche per i tempi determinati si riscontrano valori più elevati nelle regioni del Nord, in particolare nelle Province autonome di Bolzano (17,9%) e Trento (16,4%), mentre le regioni del Sud si attestano su valori di poco inferiori al 10% (Prospetto 4). PROSPETTO 4. PERSONALE IN SERVIZIO NELLE UNITÀ LOCALI DELLE ISTITUZIONI PUBBLICHE PER REGIONE, RIPARTIZIONE GEOGRAFICA, TIPO DI CONTRATTO E GENERE. Valori assoluti e percentuali, anno 2020.REGIONEE RIPARTIZIONE GEOGRAFICAUnità locali% su totale unità localiPersonale dipendente e non dipendente% su totale personale% femmine su totale personale% dipendenti a tempo determinato su totale personale% non dipendenti su totale personalePiemonte9.0618,7242.0656,764,314,05,5Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste7630,714.1040,456,79,814,1Lombardia13.83213,3463.24012,965,213,67,1Trentino – Alto Adige4.1053,9103.5032,964,717,24,8Bolzano/Bozen2.3662,353.4331,565,517,92,8Trento1.7391,750.0701,463,916,46,9Veneto7.4307,1258.3297,263,811,36,1Friuli-Venezia Giulia2.8742,892.0262,657,411,06,4Liguria2.7572,7102.5192,857,510,65,6Emilia-Romagna7.1636,9268.8727,564,912,97,9Toscana6.7536,5237.6926,661,312,35,9Umbria1.8561,854.0941,561,512,52,8Marche3.6663,592.3132,662,613,75,6Lazio7.0856,8427.16911,952,811,03,7Abruzzo2.7762,780.6322,258,711,27,5Molise9700,918.4930,554,38,43,8Campania7.9797,7311.4698,653,48,36,7Puglia4.7454,6227.5066,352,312,03,3Basilicata1.4721,438.3751,152,47,94,6Calabria4.7884,6123.7573,449,59,43,9Sicilia9.4499,1318.2388,852,710,15,8Sardegna4.0793,9120.9293,453,112,15,4Nord-ovest26.41325,4821.92822,863,913,36,6Nord-est21.57220,7722.73020,163,512,76,6Centro19.36018,6811.26822,557,011,84,5Sud22.73021,9800.23222,253,09,85,2Isole13.52813,0439.16712,252,810,75,7ESTERO4020,46.3840,253,31,89,2Totale complessivo104.005100,03.601.709100,058,511,75,7Fanno parte del settore delle Amministrazioni pubbliche (Settore S13) 9.780 unità istituzionali, pari al 77,2% del totale delle unità censite, in cui si concentra oltre il 98% dei dipendenti (Prospetto 5). Le Istituzioni pubbliche extra S13 sono 2.910, tutte appartenenti ai raggruppamenti di forma giuridica Ente pubblico non economico e ad Altra forma giuridica. Si tratta di Ordini e Collegi Professionali, ACI, aziende speciali di servizi alle persone, di edilizia abitativa, consorzi di diritto pubblico e altre unità aventi natura giuridica pubblicistica non comprese nella lista S13. PROSPETTO 5. ISTITUZIONI PUBBLICHE APPARTENENTI ALLA LISTA S13 E ALTRE ISTITUZIONI NONS13 PER FORMA GIURICA. Valori assoluti e percentuali, anno 2020.FORMA GIURIDICALista S13 Altre istituzioni non S13Totale Istituzioni Totale DipendentiIstituzioni DipendentiIstituzioni Dipendentiv.a.%v.a.%v.a.%v.a.%Amministrazione dello stato e organo costituzionale o a rilevanza costituzionale34100,01.903.876100,0 341.903.876Regione (Giunta e consiglio regionale) (a)40100,062.052100,0 4062.052Provincia e città metropolitana (a)104100,065.246100,0 10465.246Comune7.903100,0346.762100,0 7.903346.762Comunità montane e unione dei comuni594100,015.711100,0 59415.711Azienda o ente del servizio sanitario nazionale191100,0681.690100,0 191681.690Università pubblica70100,096.411100,0 7096.411Ente pubblico non economico69323,3132.69184,92.28076,723.57115,12.973156.262Altra forma giuridica24127,728.50041,763072,339.77958,387168.279Totale9.87077,23.332.93998,12.91022,863.3501,912.7803.396.289(a)cfr nota (b) prospetto 1.L’evoluzione strutturale delle istituzioni pubbliche nel periodo 2011-2020Tra il 2011 e il 2020, a parità di campo di osservazione, il numero di unità istituzionali aumenta del 4,9%, da un lato per le modifiche introdotte dal Regolamento europeo sul sistema dei conti SEC 2010, che hanno ridefinito i criteri di inclusione delle unità istituzionali nel perimetro delle Amministrazioni pubbliche (settore istituzionale S13) adottando definizioni e classificazioni più inclusive rispetto al precedente Regolamento; dall’altro per il perfezionamento del processo statistico di utilizzo e integrazione delle fonti amministrative che ha migliorato la capacità di individuazione e rilevazione delle unità istituzionali (Prospetto 6). Se si considerano invece le unità locali (luoghi di lavoro) afferenti alle istituzioni pubbliche, nell’arco dell’ultimo decennio si registra una diminuzione di oltre 5.800 unità locali (-5,4%), in conseguenza sia dell’attuazione di politiche di razionalizzazione e contenimento della spesa pubblica sia del miglioramento della qualità della rilevazione.Nel periodo 2017-2020 il numero di istituzioni pubbliche si riduce dello 0,5%, quello delle unità locali del 2.2%.PROSPETTO 6. ISTITUZIONI PUBBLICHE E PERSONALE IN SERVIZIO. Valori assoluti e variazioni percentuali. Anni 2020, 2017 e 2011. 2020201720112020/20172017/20112020/2011Unità istituzionali12.78012.84812.183-0,55,54,9Unità locali103.483105.825109.358-2,2-3,2-5,4Personale dipendente2.913.7492.839.6562.842.0532,6-0,12,5- di cui a tempo indeterminato2.521.9852.574.9242.595.435-2,1-0,8-2,8- di cui a tempo determinato391.764264.732246.61848,07,358,9Personale dipendente – Femmine1.956.4191.859.7281.825.8875,21,97,1- di cui a tempo indeterminato1.676.2201.675.7951.650.0940,01,61,6- di cui a tempo determinato280.199183.933175.79352,34,659,4Personale non dipendente203.524192.662127.9355,650,659,1-di cui collaboratori e altri atipici185.259178.805116.4293,653,659,1-di cui temporanei18.26513.85711.50631,820,458,7Totale personale in servizio 3.117.2733.032.3182.969.9882,82,15,0Le politiche di contenimento della spesa pubblica e di limitazione del turnover dei dipendenti, che hanno caratterizzato quasi per intero l’ultimo decennio, hanno determinato modifiche al livello e alla composizione dell’occupazione. Tra il 2011 e il 2020 i dipendenti aumentano complessivamente del 2,5% in conseguenza del notevole incremento del numero di contratti a tempo determinato (+58,9%, +145 mila unità circa), a fronte di un calo del 2,8% dei dipendenti a tempo indeterminato (-73 mila unità circa).FIGURA 3. DINAMICA DEL PERSONALE IN SERVIZIO NELLE ISTITUZIONI PUBBLICHE. Variazioni percentuali. Anni 2011,2017 e 2020.Nel periodo intercensuario 2011-2017, il numero dei dipendenti pubblici resta nel complesso quasi invariato (-0,1%) ed è sintesi di una lieve flessione del personale a tempo indeterminato (-0,8%) e di un aumento di quello a tempo determinato (+7,3%).Nei tre anni successivi (2017-2020) l’occupazione dipendente aumenta complessivamente del 2,6%, con il personale a tempo indeterminato in ulteriore calo (-2,1%) mentre quello a tempo determinato registra un forte aumento (+48%), dovuto principalmente alle assunzioni effettuate nel comparto scuola e negli enti del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) per far fronte alla pandemia da Covid-19.L’occupazione femminile cresce del 7,1% rispetto al 2011 e del 5,2% tra 2020 e 2017. Non risente di flessioni tra il personale a tempo indeterminato (+1,6% rispetto al 2011 e stabile nel periodo 2017-2020 ) ed è in continua crescita nei contratti a tempo determinato, con incrementi superiori al 50% (+59,4% rispetto al 2011 e +52,3% nel periodo 2017-2020).Rispetto al 2011, sono in forte aumento i lavoratori non dipendenti (+59,1%, quasi 76mila), prevalentemente collaboratori e altri atipici, che crescono di un ulteriore 5,6% negli ultimi tre anni. Complessivamente tra il 2011 e il 2020 il personale in servizio nella pubblica amministrazione aumenta del +5% (+2,8% nel triennio 2017-2020).Sul territorio, le unità locali registrano un graduale calo rispetto al 2011 (-5,4%), più marcato nelle regioni del Nord-ovest (-8,7%) (Prospetto 7). Dal lato occupazione, i dipendenti crescono in particolare nelle ripartizioni del Nord-est (+6,9%) e del Nord-ovest (+4,2%); più limitato l’aumento al Sud (+0,9%) a fronte di una media nazionale del +2,5%. Il confronto con il 2011 evidenzia il forte incremento del ricorso a tipologie di lavoro non dipendente nelle regioni del Nord (+86,5% nel Nord-ovest e +83,4% nel Nord-est); più vicine al valore medio nazionale del +59,1% le regioni del Centro, mentre le ripartizioni Sud e Isole si attestano su incrementi importanti ma decisamente inferiori (rispettivamente +23,4% e +35,5%).L’indice dato dal rapporto tra dipendenti pubblici e popolazione residente rimane pressochè stabile tra il 2011 e il 2020, passando da 4,8 a 4,9 dipendenti pubblici ogni 100 abitanti a livello nazionale. In entrambe le tornate censuarie, la maggiore concentrazione di dipendenti pubblici si registra nei territori del Nord a Statuto speciale: la regione Valle d’Aosta e le Province autonome di Trento e Bolzano sono le uniche con più di 8 dipendenti pubblici ogni 100 abitanti. Le quote più basse di dipendenti pubblici sulla popolazione residente si registrano in Lombardia (3,9), Veneto, Campania e Puglia (4,5).PROSPETTO 7. UNITÀ LOCALI DELLE ISTITUZIONI PUBBLICHE E RELATIVO PERSONALE IN SERVIZIO PER REGIONE, RIPARTIZIONE GEOGRAFICA E TIPOLOGIA DI CONTRATTO. Valori assoluti, variazioni percentuali 2020/2011 e personale dipendente per 100 abitanti. Anni 2020, 2017 e 2011REGIONE E RIPART. GEOGRAFICAUnità localiPersonale DipendentePersonale Dipendente per 100 ab.Personale non dipendente2020201720112020/20112020201720112020/2011202020112020201720112020/2011Piemonte9.0569.2379.676-6,4204.095196.201200.1772,04,84,613.36210.9628.32760,5Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste758752776-2,310.70210.80110.915-2,08,68,61.9901.932701183,9Lombardia13.82714.07215.473-10,6393.088380.600367.9686,83,93,832.75328.30416.74095,7Trentino – Alto Adige4.0953.9854.199-2,590.14886.64783.8687,58,48,14.9245.8134.8960,6Bolzano/Bozen2.3612.2592.3211,746.42545.39543.2807,38,78,61.4872.6371.970-24,5Trento1.7341.7261.878-7,743.72341.25240.5887,78,17,73.4373.1762.92617,5Veneto7.4247.5088.224-9,7216.867211.914205.4235,64,54,215.72911.8848.93876,0Friuli-Venezia Giulia2.8682.8632.8590,369.05768.64666.8273,35,75,55.8715.7464.15341,4Liguria2.7512.8672.984-7,879.35779.69480.212-1,15,25,15.7544.7183.11284,9Emilia-Romagna7.1577.0827.219-0,9222.433209.579203.5829,35,04,721.18618.6728.029163,9Toscana6.7476.7306.810-0,9193.120184.655183.6465,25,25,013.79516.0794.859183,9Umbria1.8511.8942.159-14,347.34745.71045.7743,45,55,21.4771.4411.809-18,4Marche3.6603.7683.987-8,278.46175.59876.3362,85,25,05.1604.7453.57744,3Lazio7.0797.2017.276-2,7310.656301.932309.3150,45,45,615.39315.44811.01539,7Abruzzo2.7702.8793.026-8,563.54562.17462.0342,45,04,75.9555.6673.60865,0Molise9641.0511.070-9,915.38116.13017.499-12,15,25,66791.143809-16,1Campania7.9738.3418.282-3,7250.503247.266257.613-2,84,54,520.82819.67112.00673,5Puglia4.7395.1055.333-11,1177.682169.892172.9852,74,54,37.3017.7999.360-22,0Basilicata1.4661.5291.4620,333.26631.59832.0533,86,15,51.7381.9851.28335,5Calabria4.7824.9434.5535,0102.755105.53995.1518,05,54,94.5815.3006.221-26,4Sicilia9.4439.7669.662-2,3258.853260.102276.343-6,35,45,518.51419.30712.67646,1Sardegna4.0734.2524.328-5,996.43394.97894.3322,26,15,86.5346.0465.81612,3Nord-ovest26.39226.92828.909-8,7687.242667.296659.2724,24,34,253.85945.91628.88086,5Nord-est21.54421.43822.501-4,3598.505576.786559.7006,95,24,947.71042.11526.01683,4Centro19.33719.59320.232-4,4629.584607.895615.0712,45,35,335.82537.71321.26068,5Sud22.69423.84823.726-4,3643.132632.599637.3350,94,84,641.08241.56533.28723,4Isole13.51614.01813.990-3,4355.286355.080370.675-4,25,55,625.04825.35318.49235,5Totale103.483105.825109.358-5,42.913.7492.839.6562.842.0532,54,94,8203.524192.662127.93559,1In un contesto di riduzione complessiva di quasi 6mila unità locali (-5,4%) dal 2011 al 2020, le diminuzioni superiori si rilevano in particolare nel settore della Pubblica Amministrazione (circa 2.400 unità locali in meno, -8.7%) seguito dal settore sociosanitario (-6,4%) mentre le unità locali dell’Istruzione diminuiscono del 3,7%.In termini di occupazione, il settore della Pubblica Amministrazione registra un calo di dipendenti del 17,5% (-14mila circa) e un leggero aumento dei non dipendenti (+6%). Nel settore dell’Istruzione, l’occupazione dipendente cresce del 15,0% (+176mila) e quella non dipendente dell’85,1% (quasi +39mila), quest’ultima concentrata nel comparto universitario. Quasi raddoppiato il numero di personale non dipendente anche nella Sanità e assistenza sociale, che passa da poco più di 29mila a quasi 58mila non dipendenti (Prospetto 9). PROSPETTO 9. PERSONALE DIPENDENTE E NON DIPENDENTE IN SERVIZIO NELLE UNITÀ LOCALI DELLE ISTITUZIONI PUBBLICHE PER ATTIVITÀ ECONOMICA. Valori assoluti e variazione percentuale 2020/2011. Anni 2020, 2017 e 2011ATTIVITA’ ECON. Unità localiPersonale dipendentePersonale non dipendente2020201720112020/20112020201720112020/20112020201720112020/2011Attività agricole433490499-13,28.0468.0297.14212,7106163172-38,4Industria e costruzioni232256262-11,52.2062.7211.34564,020415300,0Commercioalberghi e ristorazione1.0451.1641.333-21,62.7233.1383.176-14,340535534019,1Servizi alle imprese4.4034.3004.1875,260.04561.16749.25721,98.2037.8408.741-6,2Pubblica Amministrazione25.20525.85127.616-8,7671.573722.422814.458-17,540.78341.75338.4796,0Istruzione45.22646.48146.963-3,71.349.0741.236.5801.172.72915,084.38576.54045.59985,1Sanità e assistenza sociale11.50211.77112.289-6,4755.847736.307732.4533,257.81755.76729.11198,6Altri servizi15.43715.51216.209-4,864.23569.29261.4934,511.80510.2035.488115,1Totale103.483105.825109.358-5,42.913.7492.839.6562.842.0532,5203.524192.662127.93559,1La maggiore concentrazione di unità locali si riscontra nel settore Istruzione (43,7%), seguito dalla Pubblica amministrazione (24,4%). L’Istruzione si conferma al primo posto anche riguardo la concentrazione di personale dipendente (46,3%), seguita in questo caso dal settore della Sanità che a fronte di una quota pari all’11,1% di unità locali, concentra il 25,9% del personale dipendente. La presenza di personale femminile sul totale occupazionale è altresì evidente in questi due settori, con quote, rispettivamente, del 76,8% e del 69,7% (Prospetto 10). PROSPETTO 10. PERSONALE DIPENDENTE E NON DIPENDENTE IN SERVIZIO NELLE UNITÀ LOCALI DELLE ISTITUZIONI PUBBLICHE PER ATTIVITÀ ECONOMICA. Valori percentuali. Anni 2020 e 2011ATTIVITA’ ECONOMICHEUnità localiPersonale dipendentePersonale non dipendente%%% su dipendenti e non dipendenti% femmine%% su dipendenti e non dipendenti% femmine20202011202020112020201120202011202020112020201120202011Attività agricole0,40,50,30,398,797,616,011,70,10,11,32,420,838,4Industria e costruzioni0,20,20,10,099,199,617,28,70,00,00,90,45,040,0Commercio, alberghi e ristorazione1,01,20,10,187,190,373,776,80,20,312,99,779,068,5Servizi alle imprese4,33,82,11,788,084,942,237,34,06,812,015,145,344,8Pubblica Amministrazione24,425,323,028,794,395,550,048,520,030,15,74,542,249,1Istruzione43,742,946,341,394,196,376,876,241,535,65,93,749,053,3Sanità e assistenza sociale11,111,225,925,892,996,269,766,328,422,87,13,860,555,8Altri servizi14,914,82,22,284,591,845,648,85,84,315,58,248,648,7Totale100,0100,0100,0100,093,595,767,164,2100,0100,06,54,350,851,9Le dinamiche del personale civile e militare tra il 2015 e il 2020Il Censimento permanente delle istituzioni pubbliche, che ha preso avvio nel 2016, ha ampliato per la prima volta la rilevazione alle Forze armate, di polizia e Capitanerie di porto e ai dipendenti pubblici presenti in unità locali residenti all’estero. Analizzando le dinamiche occupazionali delle amministrazioni pubbliche per forma giuridica, compreso il personale “in divisa” e all’estero nel periodo 2015-2020, si osserva un consistente incremento del personale dipendente presso le Amministrazioni dello stato e gli Organi costituzionali o a rilevanza costituzionale (+6,5% dal 2015 al 2020 e +5,0% nel triennio 2017-2020). Tale aumento è stato determinato in una prima fase dalle assunzioni nella scuola, a seguito delle politiche che hanno interessato questo comparto nel biennio 2015-2017. Nello stesso comparto si registra un ulteriore marcato aumento anche nel 2020 che ha rappresentato una misura di contrasto alla pandemia (Prospetto 11).PROSPETTO 11. PERSONALE DIPENDENTE E NON DIPENDENTE IN SERVIZIO NELLE ISTITUZIONI PUBBLICHE PER FORMA GIURIDICA E TIPO DI CONTRATTO. Valori assoluti e variazioni percentuali 2020/2017 e 2020/2015. Anni 2020, 2017e 2015 FORMA GIURIDICAPersonale dipendentePersonale non dipendente2020Variazioni % 2020/2017Variazioni % 2020/20152020Variazioni % 2020/2017Variazioni % 2020/2015Amministrazione dello stato e Organo costituzionale o a rilevanza costituzionale1.903.8765,06,527.25129,459,2Regione (Giunta e Consiglio regionale) (a)62.052-6,8-2,33.959-28,3-47,8Provincia (a) e Citta’ metropolitana65.246-6,0-19,5896-42,8-36,9Comune346.762-7,4-11,123.310-15,4-26,3Comunità montane e unione dei comuni15.711-5,318,2956-8,7-1,7Azienda o ente del servizio sanitario nazionale681.6903,83,147.24210,226,6Universita’ pubblica96.411-0,6-2,776.3069,536,6Ente pubblico non economico156.262-1,62,818.39710,429,3Altra forma giuridica68.279-1,718,27.103-20,2-4,4Totale3.396.2892,22,8205.4205,418,4(a) cfr nota (b) prospetto 1.1.Negli enti locali (Regione, Provincia e città metropolitana, Comune) l’occupazione diminuisce in modo costante dal 2015, sia del personale dipendente sia non dipendente. Si registra solo un aumento dei dipendenti presso Comunità montane e unioni di comuni, in parte per effetto dell’attuazione della Legge Del Rio, che ha ricollocato il personale delle ex Province. Nel comparto della sanità il personale dipendente cresce del 3,8% nel periodo 2017-2020, soprattutto per le misure di contrasto alla pandemia, mentre nelle università si riduce il personale di ruolo e aumenta il personale non dipendente. Il personale di Forze armate, di polizia e Capitanerie di porto ammonta a circa 477mila dipendenti, di cui oltre 42mila donne (l’8,9%). A livello territoriale, sono l’Abruzzo (14,5%) e alcune regioni del Centro-nord a registrare le quote maggiori di dipendenti donne sul totale regionale, in particolare Liguria e Valle d’Aosta (11%), Friuli Venezia Giulia (10,2%) e Toscana (10,3%). La minore presenza femminile si registra nelle regioni del Sud e delle Isole (Prospetto 12).Rispetto al 2017 il personale in divisa è rimasto nel suo complesso pressocchè stabile mentre è aumentata la componente di donne (+17,1%) in tutte le regioni. In relazione al tipo di contratto, il personale a tempo determinato rappresenta il 6,3% dei dipendenti. Le quote più elevate si hanno nei territori a statuto speciale di Valle d’Aosta, Bolzano e Friuli Venezia Giulia. Rispetto al 2017 ha subito una flessione pari al 6,8% ma con ampia variabilità tra regioni. PROSPETTO 12. PERSONALE DIPENDENTE IN SERVIZIO NELLE FORZE DI POLIZIA E FORZE ARMATE PER REGIONE, GENERE E TIPO DI CONTRATTO. Valori assoluti e percentuali. e variazioni percentuali. Anno 2020 e 2017REGIONE Personale dipendente- di cuiFemmine- di cuipersonale dipendente a tempo determinatov.a.%var% su 2017v.a.% su totale dipendentivar% su 2017v.a. 2020%% su totale dipendentivar% su 2017Piemonte24.6085,2-0,32.3449,514,81.6095,46,5-4,2Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste1.4120,3-4,116011,320,31700,612-41,2Lombardia37.3997,82,33.4209,124,41.1683,93,14,4Trentino – Alto Adige8.4311,81,78129,634,41.0063,311,9-4,1Bolzano/Bozen5.5211,20,35329,630,1900316,3-5,5Trento2.9100,64,42809,643,61060,43,69,3Veneto25.6395,4-1,72.2928,914,11.6425,56,4-27,4Friuli-Venezia Giulia17.0983,6-1,21.74410,219,91.9266,411,3-4,2Liguria17.4083,70,51.92111,016,111263,76,540,9Emilia-Romagna25.2185,3-0,32.4859,916,01.4104,75,6-24,1Toscana30.5406,40,73.15710,317,02.5968,68,5-5,6Umbria5.2521,1-2,14759,013,42260,84,3-21,8Marche8.6921,8-3,98279,52,22330,82,7-60,4Lazio100.84021,20,110.08610,017,45.85719,55,8-11,2Abruzzo11.0282,36,81.59814,531,34411,54-7,9Molise2.4040,5-15,41576,5-11,31000,4-16,7Campania40.0658,4-1,22.7967,05,61.6715,64,2-36,6Puglia42.4108,90,12.8086,626,64.41614,710,45,6Basilicata3.3390,74,52146,413,21000,3-9,1Calabria16.1263,4-2,41.1026,82,05141,73,2-16,7Sicilia40.8718,60,52.6826,615,72.6478,86,52,8Sardegna17.9623,82,212466,926,11.3724,67,628,6 476.742100,00,042.3268,917,130.050100,06,3-8,6Organi di vertice delle istituzioni pubblicheL’organo di vertice politico si colloca all’apice della struttura organizzativa dell’istituzione pubblica e ne rappresenta il legale rappresentante, esercitando funzioni di indirizzo politico-amministrativo.Ai vertici delle istituzioni pubbliche la presenza femminile è limitata anche nel 2020: le donne sono infatti solo il 15,7% sebbene in aumento rispetto agli anni 2015 e 2017 (14,4%). La quota femminile arriva al 17,9% negli Enti pubblici non economici, tra cui spiccano gli Istituti pubblici di assistenza e beneficienza, istituzioni tipicamente a forte vocazione femminile, e gli Ordini e i collegi professionali, con poco più di 2 donne su 10. Seguono le Altre Forme Giuridiche (17,7%), con le Aziende pubbliche di servizi alle persone in cui le donne occupano posizioni di vertice in 2,6 casi su 10. A pochissima distanza si collocano le Amministrazioni centrali dello Stato (17,6%), con i Ministeri che vedono le donne occupare quasi 3 posizioni di vertice su 10. La quota femminile più bassa si registra nelle Regioni (7,5%) e nelle Province e Città metropolitane (5,8%), in entrambi i casi in calo rispetto alle annualità delle due rilevazioni precedenti (Figura 4). FIGURA 4. PRESENZA FEMMINILE NEGLI ORGANI DI VERTICE DELLE ISTITUZIONI PUBBLICHE PER FORMA GIURIDICA. Valori percentuali. Anni 2020, 2017 e 2015A livello territoriale le differenze sono significative. Nel Mezzogiorno si rilevano i livelli più bassi di presenze femminili ai vertici delle istituzioni (11,4%) e al Nord-est quelli più alti (19,4%). Tra le regioni, l’incidenza più bassa si osserva in Campania (7,2%) e la più elevata in Friuli Venezia Giulia (21,8%, in crescita di quasi 7 punti rispetto al 2015). Un progresso molto significativo (+6,2 punti) si registra anche in Basilicata, unica regione del Sud che nel 2020 si colloca sopra la media nazionale (Figura 5). FIGURA 5. PRESENZA FEMMINILE NEGLI ORGANI DI VERTICE DELLE ISTITUZIONI PUBBLICHE PER REGIONE. Valori percentuali. Anni 2020, 2017 e 2015I Comuni sottoposti a commissariamenti In Italia, alla data del 31 dicembre 2020, erano sottoposti alla procedura di commissariamento 119 comuni. Si tratta di amministrazioni locali in cui il mandato del sindaco e del consiglio comunale finisce prima del termine di 5 anni e che quindi vengono gestite da un commissario straordinario fino a nuove elezioni (Prospetto 13). PROSPETTO 13. COMUNI COMMISSARIATI PER REGIONE E RIPARTIZIONE GEOGRAFICA. Valori assoluti e percentuali. Anni 2020, 2017 e 2015 REGIONE E RIPART. GEOGRAFICAAnno 2020Anno 2017Anno 2015Comuni commissariatiTotale Comuni% Comuni commissariati (% sul totale)% Comuni commissariati (% sul totale)% Comuni commissariati (% sul totale)Piemonte611815,04,56,4Valle d’Aosta1740,80,60,0Liguria-2340,00,62,4Lombardia615065,08,49,6Bolzano-Bozen31162,502,4Trento21661,70,60,8Veneto45633,41,92,4Friuli-Venezia Giulia-2150,000,8Emilia-Romagna13280,81,30,8Toscana12730,82,60,8Umbria-920,01,31,6Marche22271,72,61,6Lazio43783,45,210,4Abruzzo13050,85,80,8Molise41363,40,62,4Campania1755014,316,215,2Puglia92577,610,47,2Basilicata31312,52,62,4Calabria2340419,317,518,4Sicilia2339019,311,76,4Sardegna93777,65,27,2Nord-ovest13299510,914,318,4Nord-est1013888,43,97,2Centro79705,911,714,4Sud57178347,953,246,4Isole3276726,916,913,6Italia1197.903100,0100,0100,0Tra i comuni commissariati, il 47,9% si trova nel Sud e il 26,9% nelle Isole. La Calabria e la Sicilia sono le regioni più coinvolte, entrambe con 23 commissariamenti che rappresentano circa il 40% del totale dei casi. Seguono la Campania con 17 (il 14,3% del totale) e la Puglia e la Sardegna, entrambe con 9 commissariamenti. Nel 2020 il fenomeno dei commissariamenti nelle amministrazioni locali assume una dimensione più contenuta sia rispetto al 2015 (125 comuni), sia soprattutto rispetto al 2017 (154), evidenziando una variazione percentuale del -22,7% nel periodo 2017-2020 e del -4,8% nel periodo 2015-2020. La dinamica decrescente si spiega per effetto della riduzione dei comuni sottoposti a procedura straordinaria principalmente nel Centro e nel Nord-ovest. La riduzione ha riguardato tutte le regioni del Centro, dal 14,4% di casi del 2015, all’11,7% del 2017 fino al 5,9% del 2020, e in misurra più spiccata il Lazio. Nel Nord-ovest i comuni commissariati passano dal 18,4% del 2015 al 14,3% del 2017, al 10,9% del 2020, la regione più coinvolta è la Lombardia. Piuttosto stabile la situazione al Sud nel periodo intercensuario, con l’eccezione dell’Abruzzo in cui si registra solo 1 caso nel 2020 dai 9 del 2017. Al contrario, è aumentata l’incidenza dei comuni commissariati nel Nord-est (dal 7,2% del 2015 all’8,4% del 2020) e nelle Isole (dal 13,6% del 2015 al 26,9% del 2020) da ricondursi principalmente all’aumento dei provvedimenti di commissariamento della regione Sicilia.Gestione ecosostenibileNel biennio 2019-2020 il 15,6% delle istituzioni pubbliche hanno adottato forme di rendicontazione sociale e/o ambientale (16,1% nel 2016-2017). Questi documenti sono prodotti dalle Amministrazioni pubbliche su base volontaria, con cadenza variabile, per rendere trasparente l’orientamento delle spese in un’ottica di sostenibilità. A livello di forma giuridica, spiccano gli Enti pubblici non economici (35,3%), che seppur con una lieve diminuzione (-1,6 punti percentuali), mantengono valori oltre il doppio della media delle istituzioni pubbliche (Figura 6), seguiti dalle Università pubbliche (24,3%), che registrano un incremento di 6 punti percentuali rispetto al periodo precedente. La rendicontazione è meno diffusa e in diminuzione presso Comunità montane e unioni di comuni (6,9%), Province e città metropolitane (7,7%) e Comuni (8,3%).FIGURA 6. ISTITUZIONI PUBBLICHE CHE HANNO ADOTTATO ALMENO UNA FORMA DI RENDICONTAZIONE SOCIALE E/O AMBIENTALE PER FORMA GIURIDICA. Valori assoluti e percentuali, differenze e variazioni percentuali rispetto agli anni 2016-2017. Anni 2019-2022(a) cfr nota (b) prospetto 1.Sul territorio, la rendicontazione sociale e/o ambientale è più frequente in Emilia-Romagna, Umbria e Sicilia (sopra il 20%) e meno in Piemonte, Lombardia e Veneto (sotto il 13%). Rispetto al 2016-2017 la riduzione è di entità maggiore nel Nord-est e nelle Isole (-2 p.p.) mentre è in lieve aumento al Centro e al Sud (+0,3 e +0,7 p.p.), soprattutto in Abruzzo (+2,2 p.p.), Molise (+2,1 p.p.), Lazio e Campania (entrambi +1,6 p.p.) e Calabria (+1 p.p.) (Prospetto 14).PROSPETTO 14. ISTITUZIONI PUBBLICHE CHE HANNO ADOTTATO ALMENO UNA FORMA DI RENDICONTAZIONE SOCIALE E/O AMBIENTALE PER RIPARTIZIONE GEOGRAFICA. Valori assoluti e percentuali, differenza e variazione percentuale rispetto al periodo 2016-2017. Anni 2019-2020.RIPARTIZIONE GEOGRAFICANumero istituzioni 2020Istituzioni che hanno adottato almeno 1 forma di rendicontazione sociale e/o ambientale 2019-2020variazione sul 2017 in punti percentualiv.a%Nord-ovest4.19653212,7-0,4Nord-est2.51339315,6-1,9Centro1.96136518,60,3Sud2.74646717,00,7Isole1.36424017,6-2,0Italia12.7801.99715,6-0,5Nel 2020, il 26,7% delle Amministrazioni pubbliche ha effettuato almeno una procedura di acquisto di beni e/o servizi per una delle 18 categorie regolamentate dai Criteri ambientali minimi (Cam) (Prospetto 15). Ampia la variabilità tra le diverse tipologie istituzionali: le più virtuose sono le Università pubbliche (85,7%), le Regioni (80,0%) e le Aziende del SSN (69,6%). Rispetto al 2017, si registra un incremento delle istituzioni che effettuano acquisti verdi pari a +2,5 punti percentuali, più marcato per Università (+11,1 punti percentuali), Regioni (+7,5 p.p.) e amministrazioni centrali (+7 p. p.).PROSPETTO 15. ISTITUZIONI PUBBLICHE CHE HANNO EFFETTUATO ALMENO UN ACQUISTO DI BENI E/O SERVIZI CON L’ADOZIONE DI CRITERI AMBIENTALI MINIMI (CAM) PER FORMA GIURIDICA. Valori assoluti e percentuali. Anni 2020, 2017.FORMA GIURIDICAIstituzioniIstituzioni che hanno effettuato almeno un acquisto CAMvariazione sul 2017 in punti percentualiv.a.v.a %Amministrazione dello stato e organo costituzionale o a rilevanza costituzionale342367,67,0Regione (Giunta e consiglio regionale) (a)403280,07,5Provincia (a) e città metropolitana1046865,45,4Comune7.9032.35429,83,7Comunità montane e unione dei comuni59412621,2-0,4Azienda o ente del servizio sanitario nazionale19113369,66,7Università pubblica706085,711,1Ente pubblico non economico2.97343414,6-0,9Altra forma giuridica87118821,64,2Totale 12.7803.41826,72,5(a) cfr nota (b) prospetto 1.Considerando il numero medio di acquisti effettuati negli anni 2017 e 2020, le Università forniscono il valore più alto di applicazione dei Cam per categoria merceologica (4,2), invariato negli anni considerati. Seguono le Aziende del SSN e le amministrazioni dello stato per le quali nel 2020 si evidenzia un incremento del numero di categorie merceologiche oggetto di acquisti (rispettivamente 3,8 e 3,4 categorie). Le amministrazioni locali, come i Comuni e le Comunità montane/Unione dei comuni, sono, insieme alle istituzioni appartenenti all’Altra forma giuridica, quelle dove gli acquisti con Cam sono stati attivati per poco più o poco meno di una categoria merceologica, restando piuttosto stabili nei due anni a confronto. In coda gli Enti pubblici non economici, che peggiorano la loro performance passando da 0,5 del 2017 a 0,4 categorie nel 2020 (Figura 7).FIGURA 7. CATEGORIE DI BENI E/O SERVIZI ACQUISTATI DALLE ISTITUZIONI PUBBLICHE APPLICANDO I CRITERI AMBIENTALI MINIMI (CAM) PER FORMA GIURIDICA. Numero medio. Anni 2017-2020.(a) cfr nota (b) prospetto 1.A livello territoriale, gli acquisti verdi sono più diffusi al Nord, in particolar modo nella ripartizione nord-orientale e al Centro, e meno nel Meridione (Prospetto 16). PROSPETTO 16. ISTITUZIONI PUBBLICHE CHE HANNO EFFETTUATO ALMENO UN ACQUISTO DI BENI E/O SERVIZI CON L’ADOZIONE DI CRITERI AMBIENTALI MINIMI (CAM) PER RIPARTIZIONE GEOGRAFICA. Valori percentuali. Anni 2020, 2017. LINK Excel.Sheet.12 “E:Report_CensIP 2020_dati definitiviProspetti_Figure_ Gest.Ecosost-rev_MC_EBe altre 13122022.xlsx” Foglio4!R5C1:R14C8 a f 4 h * MERGEFORMAT RIPARTIZIONI GEOGRAFICHENumero istituzioni 2020Istituzioni che hanno effettuatoalmeno 1 acquisto CAMDifferenza in punti percentuali 2020-2017Differenza % 2020-201720202017va%va%Nord-ovest4.196102624,596522,61,96,3Nord-est2513105141,888134,77,219,3Centro1.96153827,449725,12,38,2Sud2.74652018,949018,00,96,1Isole1.36428320,727620,702,5Italia 12.780341826,7310924,22,59,9 Contribuisce all’elevata performance del Nord-est il positivo andamento delle Province Autonome di Trento (51,2%; +11,5 punti percentuali rispetto al 2017) e Bolzano (48,6%; +10,0 p.p.) e del Friuli-Venezia-Giulia (34,5%; +8,3%). Sicilia, Liguria e Calabria sono le uniche regioni a registrare una flessione. Le istituzioni pubbliche che ricorrono al Green Public Procurement con minore frequenza sono localizzate in Molise, Sicilia, Calabria e Basilicata. Le istituzioni che hanno incontrato difficoltà nell’applicazione dei Cam sono più della metà di quelle che hanno effettuato acquisti con Cam (58,6%). Nel 2020, sono state per la prima volta indagate le cause a monte delle difficoltà rilevate, con il 74,4% di istituzioni che dichiarano come principale ostacolo la mancanza di conoscenza/formazione da parte di tecnici/funzionari, seguito dai problemi per le verifiche di conformità alle specifiche tecniche dei Cam (65,9%) e dall’interpretazione delle norme e/o stesura dei capitolati di gara (63,2%) (Figura 8). Questi risultati trovano conferma nel fatto che solo il 2,8% delle istituzioni ha dichiariato di aver appositamente nominato la specifica figura del referente per il Green Public Procurement (GPP).FIGURA 8. ISTITUZIONI PUBBLICHE CHE HANNO INCONTRATO DIFFICOLTÀ NELL’APPLICAZIONE DEI CRITERI AMBIENTALI MINIMI (CAM) PER TIPOLOGIA DI DIFFICOLTA’. Valori percentuali. Anno 2020.La strategia digitale delle istituzioni pubbliche nell’anno della pandemiaI percorsi di investimento delle istituzioni pubbliche in tecnologie e digitale vengono definiti, in questo contesto, a partire da 11 indicatori che consentono di distinguere tra investimenti tecnologico-infrastrutturali, investimenti in comunicazione, in cultura digitale e in tecnologie avanzate. Si tratta di investimenti che nel 2020 hanno consentito alle istituzioni di continuare il processo di sviluppo tecnologico-digitale già avviato negli anni precedenti, e, soprattutto, di dare continuità all’attività istituzionale attraverso l’organizzazione del lavoro a distanza, reso necessario dalla situazione pandemica da Covid-19. Gli investimenti tecnologico-infrastrutturali si riferiscono all’adozione e all’uso di strumenti e tecnologie ICT, che rappresentano la base per l’avvio del processo di digitalizzazione, oltreché la condizione necessaria su cui basare strategie di digitalizzazione più complesse.Gli investimenti in cultura digitale sono rappresentati dalla formazione delle risorse umane in servizio sull’utilizzo degli strumenti ICT, consentendo di cogliere appieno le potenzialità degli investimenti infrastrutturali attraverso il rinnovamento e il consolidamento delle competenze digitali dei lavoratori.Gli investimenti in comunicazione riguardano il ricorso a strumenti volti a intrattenere i rapporti con l’utenza in forma immediata e interattiva. Infine, gli investimenti in tecnologie avanzate consistono nell’utilizzo di soluzioni più specializzate che consentono di sfruttare completamente i vantaggi della informatizzazione, offrendo un supporto ai processi interni per il miglioramento dell’efficienza e della produttività. Le istituzioni che hanno effettuato almeno una delle 4 tipologie di investimento sono 10.543, l’82,5% del totale. La propensione a investire è tuttavia basata su strategie digitali a basso grado di complessità: tra le IP che investono in digitale, il 40,3% ha realizzato contemporaneamente solo 2 delle 4 tipologie di investimento e il 36,4% soltanto una. Solo una parte più residuale di istituzioni pubbliche mette in atto strategie digitali più complesse: si tratta del 18,6% delle IP che riescono a realizzare contemporaneamente 3 tipi di investimento e del 4,6% che riesce a realizzarli tutti e quattro (Figura 9).L’investimento in comunicazione è quello a cui hanno puntato maggiormente le IP: tra quelle che hanno investito in digitale, l’81,3% ha fatto almeno 1 investimento di questo tipo. La limitazione dell’attività lavorativa in presenza in fase pandemica e la necessità di intrattenere rapporti con l’utenza hanno portato ad un maggiore utilizzo dei canali digitali, come le applicazioni mobile e/o i social media, accelerando di fatto il processo di interazione digitale con i cittadini. Il 73% delle IP ha effettuato almeno 1 investimento tecnologico-infrastrutturale mentre solo una parte residuale di istituzioni ha puntato sull’accrescimento delle competenze digitali delle proprie risorse umane (23%) e nell’adozione di tecnologie avanzate (14,2%) (Figura 10).FIGURA 9. ISTITUZIONI PUBBLICHE PER NUMERO DI INVESTIMENTI DIGITALI. ANNO 2020. Valori percentuali rispetto al totale IP e valori percentuali rispetto alle IP con almeno 1 investimentoFIGURA 10. ISTITUZIONI PUBBLICHE CHE HANNO EFFETTUATO ALMENO 1 INVESTIMENTO PER TIPOLOGIA DI INVESTIMENTO. ANNO 2020. Valori percentualiDalle combinazioni delle diverse tipologie di investimento digitale emerge un modello di comportamento comune a tutte le IP: gli investimenti in comunicazione e quelli tecnologico-infrastrutturali sono i più frequentemente utilizzati sia dalle istituzioni che perseguono strategie di investimento poco complesse (1 o 2 investimenti digitali nel 2020), sia da quelle più sofisticate (3 investimenti digitali). Solo nei casi di strategie più complesse a questa combinazione di investimenti si aggiungono quelli in cultura digitale volti alla formazione del personale in servizio e, in casi ancora più limitati, quelli in tecnologie avanzate (Figura 11). FIGURA 11. TIPOLOGIE DI INVESTIMENTO IN BASE ALLA COMPLESSITA’ DELLE STRATEGIE DIGITALI ADOTTATE. ANNO 2020. Valori percentuali-52959016764000L’eterogeneità delle istituzioni che caratterizza il comparto pubblico si coglie, oltre che per dimensione, funzioni e organizzazione istituzionale, come visto in precedenza, anche in relazione alla diversa propensione a investire in tecnologie digitali. In particolare, si osserva una correlazione positiva tra il maggiore ricorso a investire in digitale e le dimensioni e la struttura delle istituzioni: Università pubbliche, Amministrazioni centrali dello Stato e Regioni hanno effettuato tutte, o quasi, almeno un investimento digitale e, fra queste, la percentuale di istituzioni pubbliche con strategie di investimento a elevato grado di complessità è nettamente superiore alla media: il 42,9% delle Università, il 32,4% delle Amministrazioni centrali e il 30,8% delle Regioni hanno realizzato contemporaneamente 4 tipologie di investimento, a fronte di una media del 4,6%. Fra queste tipologie istituzionali risulta elevata anche la quota di IP che hanno realizzato 3 investimenti digitali su 4 (50% per le Amministrazioni centrali, 44,3% per le Università e 33,3% per le Regioni), a cui si aggiungono anche le Province e Città metropolitane, le Aziende del SSN e i Comuni con 20 mila abitanti e oltre (40,4%, 39,2% e 35% rispettivamente). Più ci si allontana da queste realtà istituzionali e più è ampio il ricorso a strategie digitali meno complesse, che risulta più accentuato nelle Comunità montane e Unioni di comuni, negli Enti pubblici non economici e nei Comuni con meno di 5 mila abitanti (Figura 12).FIGURA 12. ISTITUZIONI PUBBLICHE PER NUMERO DI INVESTIMENTI DIGITALI E FORMA GIURIDICA. ANNO 2020. Valori percentuali rispetto al totale IP e valori percentuali rispetto alle IP con almeno 1 investimentoL’analisi delle istituzioni che hanno effettuato almeno un investimento digitale per tipologia di investimento e per forma giuridica evidenzia la stessa tendenza riscontrata per il complesso delle IP: gli investimenti in comunicazione e in infrastrutture hanno rappresentato l’impegno più importante per tutte le tipologie istituzionali. Università pubbliche, Amministrazioni centrali e Regioni si distinguono per tutte le tipologie di investimento considerate, e in particolare per essersi attrezzate in maniera più diffusa per sostenere attività formative atte a favorire un utilizzo ottimale delle risorse e per sperimentare soluzione digitali più complesse (Figura 13).FIGURA 13. ISTITUZIONI PUBBLICHE CHE HANNO EFFETTUATO ALMENO 1 INVESTIMENTO PER TIPOLOGIA DI INVESTIMENTO E FORMA GIURIDICA. ANNO 2020. Valori percentualiA livello territoriale, la propensione agli investimenti è maggiore nelle regioni del Nord-est e del Centro, dove le IP hanno effettuato almeno un investimento tecnologico-digitale rispettivamente nell’87,9% e nell’87,1% dei casi (Figura 14). Questa percentuale scende all’80,8% nel Nord-ovest, all’80,2% nelle Isole e al 78% nel Sud. Nord-est e Centro sono anche le ripartizioni geografiche con la più alta percentuale di IP che attuano strategie di investimento a più elevato grado di complessità (3 o 4 investimenti contemporaneamente). Nel Nord-est si distinguono le Province autonome di Bolzano e Trento e l’Emilia-Romagna; nel Centro, Lazio e Toscana. Il Nord-Ovest presenta valori prossimi alla media nazionale, mentre il peso delle IP che perseguono strategie meno complesse è più elevato al Sud e nelle Isole, in particolare in Molise, Basilicata, Calabria e Sicilia.FIGURA 14. ISTITUZIONI PUBBLICHE PER NUMERO DI INVESTIMENTI DIGITALI E RIPARTIZIONE GEOGRAFICA. ANNO 2020. Valori percentuali rispetto al totale IP e valori percentuali rispetto alle IP con almeno 1 investimentoCon riguardo alla diversa composizione delle tipologie di investimento attivate, il Nord-est si distingue per gli investimenti tecnologico-infrastrutturali e per quelli in cultura digitale: tra le IP che investono in digitale, l’84,4% effettua almeno un investimento del primo tipo (registrando un distacco di 11,4 punti dalla media nazionale) e il 37,1% almeno un investimento del secondo tipo (+14,1 punti percentuali dalla media nazionale).Tra le regioni del Nord-est, il Friuli Venezia Giulia e l’Emilia Romagna si distinguono per gli investimenti infrastrutturali, la Provincia autonoma di Bolzano e, ancora, l’Emilia Romagna per quelli in formazione. Il Centro, invece, spicca per gli investimenti in comunicazione (86,1%), con le regioni Marche e Toscana. La ripartizione del Nord-ovest registra valori simili alla media nazionale, le altre due ripartizioni sono sotto la media, in particolare il Sud per la quota di IP che hanno effettuato investimenti infrastrutturali (58% contro il 73% del valore medio nazionale) e in cultura digitale (14,7% contro il 23%) (Figura 15).FIGURA 15. ISTITUZIONI PUBBLICHE CHE HANNO EFFETTUATO ALMENO UN INVESTIMENTO PER TIPOLOGIA DI INVESTIMENTO E RIPARTIZIONE GEOGRAFICA. ANNO 2020. Valori percentualiL’emergenza sanitaria da Covid-19 ha fatto emergere tra le istituzioni l’esigenza di nuove competenze o professionalità digitali (es. esperti in tecnologie digitali o per la digitalizzazione dei processi). Lo dichiarano più di 4 istituzioni su 10, tra cui l’85,3% delle Amministrazioni centrali, il 68,6% delle Università e il 68,3% delle Province e Città metropolitane. Tale necessità è meno avvertita da Enti pubblici non economici, Altre forme giuridiche, Comuni con meno di 5 mila abitanti e Comunità montane e Unioni di comuni, che si collocano tutti sotto la media nazionale (Figura 16).L’analisi tra la necessità di nuove competenze digitali e il numero di investimenti effettuati nel 2020 mette in evidenza come le IP che hanno attuato strategie digitali più complesse (ossia che hanno realizzato più investimenti contemporaneamente) hanno manifestato una maggiore esigenza di nuove competenze in tale campo. Questo vale per tutte le tipologie istituzionali considerate, seppure con intensità diverse a seconda del grado di avanzamento tecnologico. FIGURA 16. QUOTA DI ISTITUZIONI PUBBLICHE CHE DICHIARANO LA NECESSITA’ DI NUOVE COMPETENZE DIGITALI, PER NUMERO DI INVESTIMENTI DIGITALI E FORMA GIURIDICA. ANNO 2020. Valori percentualiSicurezza informatica Sul fronte della sicurezza informatica, nel 2020 le istituzioni pubbliche più colpite da attacchi informatici sono le Università (64,3%), gli Organi centrali dello stato (61,8%) e le Giunte e consigli regionali (50%), a fronte di una media del 7,9%. A seguito degli attacchi, il 5,4% delle IP ha subito danni, circa 4 su 10 nel caso di Amministrazioni dello stato e Università pubbliche (Prospetto 17). Le tipologie istituzionali più digitalizzate e più esposte al rischio di attacchi informatici sono anche quelle che hanno messo in atto e combinato il maggior numero di misure di sicurezza adottabili per fronteggiare i rischi e i danni subiti.PROSPETTO 17. ISTITUZIONI PUBBLICHE CHE HANNO SUBITO ATTACCHI INFORMATICI PER FORMA GIURIDICA, NUMERO DI EPISODI E PRINCIPALI DANNI SUBITI, MISURE DI SICUREZZA ADOTTATE SULLE MISURE POSSIBILI. Valori percentuali. Anno 2020FORMA GIURIDICATotale Istituzioni pubbliche rispondentiIstituzioni che hanno subito attacchi informaticiIstituzioni che hanno subito danni da attacchi informaticiPrimi 3 tipi di danni subiti% di misure di sicurezza adottate sul massimo adottabili% sul totale delle istituzioni – di cui 10 attacchi e oltre nel corso dell’annoPerdita (anche temporanea) di accesso a file e/o reti e/o servizi onlineAccessibilità o forte rallentamento della web page e dei servizi onlineDanneggiamento di software e/o sistemi informaticiAmministrazione dello stato e organo costituzionale o a rilevanza costituzionale3461,829,441,226,523,55,978,2Regione (Giunta e consiglio regionale) (a)405027,532,520,012,52,571,9Provincia e città metropolitana (a)10427,97,713,59,68,72,960,5Comune7.9037,51,25,44,13,11,544,4Comunità montane e unione dei comuni5945,10,72,72,01,30,839,5Azienda o ente del servizio sanitario nazionale1913416,819,411,09,94,267,6Università pubblica7064,335,737,125,718,65,768,7Ente pubblico non economico2.9735,30,93,72,621,043Altra forma giuridica8716,10,84,13,32,30,848,5Totale127807,91,75,44,03,01,444,9(a) cfr nota (b) prospetto 1.Glossario App o applicazioni “mobile”: programmi specificatamente sviluppati per essere utilizzati su dispositivi quali smartphone o tablet.Attività economica: la classificazione delle attività economiche (Ateco 2007) distingue le unità di produzione secondo l’attività da esse svolta e presenta le varie attività economiche raggruppate, dal generale al particolare. Costituisce la versione nazionale della nomenclatura europea, Nace Rev. 2, a sua volta derivante dall’ultima classificazione definita in ambito ONU (ISIC Rev. 4).Big data: è l’insieme delle tecnologie, metodologie e software di analisi di dati massivi. L’analisi permette di estrapolare, analizzare e mettere in relazione un’enorme mole di dati eterogenei, strutturati e non strutturati, per scoprire i legami tra fenomeni diversi e prevedere quelli futuri. Costituiscono big data, ad esempio, i dati ottenuti dalle attività svolte sui social media, i dati di geo localizzazione, i dati provenienti da dispositivi intelligenti o sensori.Cloud computing: è un insieme di servizi informatici utilizzabili tramite Internet che consentono l’accesso a software, potenza di calcolo, capacità di memorizzazione, esecuzione di software non proprietario, hosting di database, ecc.. I servizi sono forniti dai server del fornitore del servizio stesso, possono essere ampliati o ridotti in base alle esigenze dell’Amministrazione, possono essere utilizzati su richiesta dall’utente dopo una configurazione iniziale (senza l’interazione umana con il fornitore del servizio).Forma giuridica: classificazione delle unità giuridico-economiche basata sugli elementi giuridici che caratterizzano tali unità, quali definizione, struttura organizzativa e funzioni, secondo la disciplina dettata dal Codice Civile, dalla Costituzione e dalla legislazione ordinaria rilevante in materia. Costituiscono raggruppamenti di forme giuridiche: “Amministrazione dello stato e organo costituzionale o a rilevanza costituzionale”, che comprende: Organi costituzionale o a rilevanza costituzionale, Presidenza del consiglio, Ministeri e Agenzia dello Stato; “Ente pubblico non economico”, che comprende Istituto o ente pubblico di ricerca, Camera di commercio, Ordine e collegio professionale, Consorzio di diritto pubblico, Ente parco; “Altro ente pubblico non economico”, che comprende: Ente o autorità portuale, Ente di sviluppo agricolo regionale o di altro ente locale, Ente per il turismo, Ente ambientale regionale, Ente per la ricerca e per l’aggiornamento educativo, Agenzie regionali sanitarie, Agenzie regionali per il lavoro, Altro ente pubblico non economico nazionale, Altro ente pubblico non economico locale; “Altra forma giuridica”, che comprende: Consorzio di diritto privato, Società consortile, Ente pubblico economico, Azienda speciale ai sensi del T.U. 267/2000, Azienda pubblica di servizi alle persone ai sensi del d.lgs n. 207/2001, Associazione riconosciuta, Fondazione (escluse fondazioni bancarie), Altra forma di ente privato con personalità giuridica, Associazione non riconosciuta, Altra forma di ente privato senza personalità giuridica, Autorità indipendenti. Nei prospetti presenti nel report sono aggregate le istituzioni appartenenti ai raggruppamenti Ente pubblico non economico e “Altro ente pubblico non economico”.IoT, Internet of Thing: consente, attraverso l’uso di dispositivi tecnologici di piccole dimensioni incorporati in oggetti (tag, sensori), la raccolta e la trasmissione di dati che possono essere elaborati, ad esempio, per semplificare i rapporti con i cittadini e le imprese nei servizi di trasporto locale, mobilità, energia, di identità e di pagamento.Istituzione pubblica: unità giuridico-economica la cui funzione principale è quella di produrre beni e servizi non destinabili alla vendita e/o di ridistribuire il reddito e la ricchezza e le cui risorse principali sono costituite da prelevamenti obbligatori effettuati presso le famiglie, le imprese e le istituzioni non profit o da trasferimenti a fondo perduto ricevuti da altre istituzioni dell’amministrazione pubblica. Costituiscono esempi di istituzione pubblica: Camera di commercio, Comune, Provincia, Regione, Università pubblica, Organo costituzionale, Presidenza del Consiglio, Ministero, Agenzia dello Stato, Autorità indipendente, Comunità montana o isolana, Unione di Comuni, Azienda o ente del servizio sanitario nazionale, Istituto o ente pubblico di ricerca, Istituto pubblico di assistenza e beneficienza, Ordine e collegio professionale, Consorzio di diritto pubblico, Ente parco, Ente o autorità portuale, Ente di sviluppo agricolo regionale o di altro ente locale, Ente per il turismo, Ente ambientale regionale, Agenzia sanitaria regionale, Agenzia regionale per il lavoro, eccetera. Malware: è qualsiasi programma malevolo che causi danni all’utente di un computer tramite, ad esempio, il furto o la cancellazione di dati personali o sensibili senza che l’utente ne sia consapevole. Esistono vari tipi di malware come gli spyware che raccolgono informazioni sugli utenti di un computer o i virus che permettono l’accesso illegittimo alle risorse del computer.Organo di vertice, rappresentante legale dell’unità istituzionale: è l’organo al quale è affidata la titolarità della legale rappresentanza di un’istituzione pubblica in esecuzione diretta di una norma di legge, statutaria, o regolamentare. Generalmente è all’organo di vertice politico che viene attribuita la legale rappresentanza dell’istituzione pubblica, laddove per legale rappresentanza si intende la capacità ex lege di esprimere la volontà dell’istituzione pubblica nei rapporti contrattuali con i terzi e, alla luce della conseguente rappresentanza processuale, la capacità di stare in giudizio, compiendo gli atti processuali, in nome e per conto dell’istituzione pubblica.Penetration test: è la pratica di analizzare (testare) un sistema informatico, una rete o un’applicazione web al fine di trovarne elementi di vulnerabilità che un attaccante possa sfruttare per accedere, alterare o distruggere dati. Naturalmente, l’obiettivo ultimo del penetration test consiste nel porre rimedio alle vulnerabilità individuate.Personale dipendente in servizio: personale a tempo indeterminato o determinato, impegnato all’interno dell’istituzione pubblica a prescindere dall’istituzione di appartenenza, incluso il personale comandato, distaccato, in convenzione proveniente da altre amministrazioni ed escluso il personale comandato, distaccato, in convenzione presso altre amministrazioni.Personale in servizio È costituito dal totale del personale dipendente e del personale non dipendente in servizio presso l’istituzione pubblica. Personale non dipendente: è suddiviso in: lavoratori a progetto o con contratto di collaborazione continuativa, lavoratori temporanei (ex interinali), e altri lavoratori atipici quali: addetti ai lavori socialmente utili (LSU) e lavori di pubblica utilità (LPU), lavoratori con contratto occasionale di tipo accessorio (voucher e buoni Presto), titolari di assegni di ricerca e borse di studio e volontari del servizio civile nazionale.Ransomware: è un programma malevolo capace di impedire l’accesso ai dati che l’utente ha caricato e conserva nel proprio computer. Tipicamente i ransmware si fondano su strumentazioni crittografiche. In genere, l’utente che ha subito un attacco via ransomware viene richiesto di pagare un riscatto per sbloccare i dati e renderli di nuovo disponibili.Sistemi di autenticazione a due fattori: sono meccanismi di verifica dell’identità dell’utente che, in fase di autenticazione, prevedono l’uso di due distinti elementi, quali una password od un PIN, e un altro codice prodotto di volta in volta da uno strumento o un applicativo (come, ad esempio, quello generato dalle chiavette bancarie) posseduto dallo stesso utente o, in alternativa, una caratteristica biometrica dell’utente stesso, come l’impronta digitale, la conformazione dell’iride, la voce o simili.Sistemi di identità centralizzate (Single Sign On-SSO): si configurano come meccanismi di gestione dell’identità digitale che offrono all’utente la possibilità di autenticarsi una sola volta per accedere a più servizi i quali accettano l’identità digitale rilasciata dal fornitore dello stesso sistema di SSO (ad esempio, le applicazioni ed i servizi forniti da Google o da Amazon accessibili con un solo atto di autenticazione).Unità attiva: istituzione che, indipendentemente dalla propria posizione amministrativa o giuridica, svolge un’attività economica – anche se a carattere stagionale – e impiega a tal fine fattori della produzione: risorse umane (anche a tempo parziale) ed economiche.Unità locale: luogo fisico nel quale un’unità giuridico-economica (istituzione pubblica) esercita una o più attività. L’unità locale corrisponde a un’unità giuridico-economica o a una sua parte, situata in una località topograficamente identificata da un indirizzo e da un numero civico. In tale località, o a partire da tale località, si esercitano delle attività economiche per le quali una o più persone lavorano (eventualmente a tempo parziale) per conto della stessa unità giuridico-economica. Web: tecnologia che si configura come un programma, eseguito in un navigatore (browser), che permette di interagire con un altro programma, eseguito su un computer remoto, al fine di compiere attività operative, quali lettura e scrittura di messaggi in posta elettronica, collegarsi con altri siti per acquisire informazioni, effettuare acquisti, procedere a vendite e così via. Nota metodologicaObiettivi conoscitivi e quadro di riferimentoI censimenti permanenti sulle unità economiche sono accomunati da una medesima strategia e si basano su due elementi cardine. Il primo è l’uso di un registro statistico, realizzato dall’Istat attraverso l’integrazione di diverse fonti amministrative e statistiche. Il secondo è costituito da una rilevazione diretta a forte valenza tematica, necessaria a completare, a cadenza periodica, il quadro informativo e consentire l’analisi in serie storica del profilo di istituzioni pubbliche, imprese e istituzioni non profit. La strategia censuaria prevede che negli anni non coperti da rilevazione diretta il rilascio dei dati sia di fonte registro.In questo contesto, si inserisce il Censimento permanente sulle istituzioni pubbliche che integra tra loro due diverse infrastrutture di dati:il registro statistico di base delle istituzioni pubbliche che, annualmente, aggiorna le informazioni sul numero delle istituzioni e dei relativi dipendenti, analizzati con dettaglio in termini sia di forma giuridica sia di localizzazione territoriale;un’indagine diretta a forte valenza tematica sulle istituzioni pubbliche,La rilevazione diretta del Censimento permanente delle istituzioni pubbliche è una rilevazione a carattere censuario, condotta dall’Istat a partire dal 2016 a cadenza biennale (triennale a partire dalla terza edizione 2021).La rilevazione è rivolta a tutte le istituzioni pubbliche e alle unità locali ad esse afferenti, presenti sul territorio nazionale o residenti all’estero, attive al 31 dicembre dell’anno di riferimento.Obiettivi della rilevazione sono: verificare la copertura del registro statistico delle istituzioni pubbliche, aggiornare il quadro informativo strutturale acquisito dai pregressi censimenti con una particolare attenzione al dettaglio territoriale tramite la rilevazione dei dati a livello delle singole unità locali presso cui operano le istituzioni e infine acquisire informazioni relative a nuove tematiche di interesse del settore pubblico in maniera condivisa con gli stakeholder.La terza edizione della rilevazione censuaria si è svolta dal 18 marzo al 15 settembre 2021. Essa offre uno strumento di conoscenza in grado di misurare la profonda trasformazione in atto in tutte le tipologie istituzionali che compongono la pubblica amministrazione a seguito della crisi indotta dall’emergenza sanitaria e di rilevare la predisposizione al cambiamento che è richiesto alla PA per garantire un supporto incisivo ai processi economici e sociali di ripartenza del Paese. Processo ProgettazioneI temi da indagare sono condivisi in fase di progettazione di ogni nuova edizione con decisori e amministratori pubblici, rappresentati in un gruppo di lavoro permanente denominato “Grandi Enti”. La collaborazione con i decisori pubblici e gli esperti del settore per approfondire tematiche emergenti è un elemento qualificante della rilevazione. Rispetto al precedente Censimento generale a cadenza decennale, il Censimento permanente delle istituzioni pubbliche ha esteso la rilevazione alle Forze armate, alle Forze di polizia e alle Capitanerie di porto, secondo specifiche modalità condivise in accordo con i Ministeri competenti, e alle unità locali all’estero rappresentate, ad esempio, dalle ambasciate, consolati e istituti di cultura del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Tutto ciò al fine di delineare un quadro completo della struttura e delle caratteristiche di tutta la pubblica amministrazione. Raccolta datiDal punto di vista dell’organizzazione, si tratta di una rilevazione Cawi (Computer assisted web interviewing) con invio della lettera informativa e della documentazione ufficiale via Pec e con compilazione del questionario via internet, in modalità data entry controllato. La rilevazione è inoltre caratterizzata dal ruolo fondamentale degli uffici di statistica delle istituzioni pubbliche investiti del coordinamento delle operazioni di raccolta dei dati all’interno dell’amministrazione di appartenenza e dalla qualificata rete di rilevazione costituita dall’Istat centrale e dalle sue sedi territoriali, nelle quali sono nominati i Responsabili Istat territoriali (Rit). I Rit svolgono attività di info/formazione alle unità istituzionali del territorio di competenza, di monitoraggio, di sollecito alle unità non rispondenti, di riferimento territoriale e supporto alla compilazione.Trattamento dei dati ed esito della rilevazione Il processo di controllo e correzione delle informazioni acquisite con il Censimento permanente delle istituzioni pubbliche è progettato tenendo conto di tre fattori: la struttura e la natura dei quesiti dei modelli di unità istituzionale e unità locale, le caratteristiche del questionario on line, l’esigenza di riconciliazione dei dati strutturali con i dati del Registro statistico delle istituzioni pubbliche. La strategia di controllo e correzione (C&C) è stata articolata e differenziata in base alle diverse fasi del processo di rilevazione: durante la compilazione online del questionario è a cura dell’unità di rilevazione, al termine della fase di raccolta dei dati è a cura di Istat. In particolare, il piano dei controlli a cura dell’unità di rilevazione si articola in due fasi: durante la compilazione di ciascun modello di rilevazione (check di I fase) e per il controllo delle quadrature tra modello per unità istituzionale (UI) e modello/i per unità locale/i (UL) e delle eventuali incoerenze (check di II fase), senza aver risolto le quali non è possibile effettuare l’invio definitivo. Il successivo piano dei controlli a cura Istat, prevede una serie di controlli deterministici e probabilistici sviluppati centralmente sull’intero data base censito e si basa su una preciso processo di tipo gerarchico: in primo luogo sono analizzate e corrette le variabili strutturali a livello di unità istituzionale (stato di attività, forma giuridica, attività economica principale, personale dipendente e personale non dipendente), che costituiscono le informazioni sulle quali si basano gli step successivi. Le analisi delle variabili di struttura si basano sul confronto con il Registro statistico delle istituzioni pubbliche ai fini della riconciliazione tra le due fonti. Relativamente ai dati quantitativi, sono adottati metodi correttivi basati sui controlli di coerenza dei dati tra le due fonti, procedendo, nel caso di dati anomali o di errori influenti riguardanti istituzioni rilevanti a carattere nazionale con differenze sui dati dei dipendenti superiori alla soglia fissata a ulteriori verifiche e all’eventuale ricontatto dell’unità istituzionale per la conferma o modifica del dato fornito. In secondo luogo sono analizzati e corretti i quesiti pilastro a livello di unità locale (numerosità, tipologia e localizzazione, attività economica principale, personale in servizio), che a loro volta costituiscono le informazioni pivot immodificabili negli step successivi; in terzo luogo sono analizzati e corretti i restanti quesiti facendo riferimento alle informazioni pivot già validate e rese definitive. Il processo di controllo e correzione della terza edizione della rilevazione censuaria svolta nel 2021 ha incluso la stima delle mancate risposte totali e parziali. La terza edizione della rilevazione censuaria ha avuto un tasso di mancata risposta pari al 6,8% mentre nelle precedenti edizioni non aveva superato l’1%. La differenza tra le tre tornate è principalmente ascrivibile alla sospensione delle attività degli uffici pubblici a causa dall’emergenza COVID-19. Da un punto di vista statistico, rispetto al meccanismo di generazione del dato mancante, è ragionevole assumere che la mancata risposta totale (4%) non sia stata generata da una sorta di meccanismo di autoselezione, derivando piuttosto da problematiche non direttamente legate alle caratteristiche del rispondente. Dopo diverse valutazioni, statistiche e concettuali, si è optato di suddividere tutte le UI (Unità Istituzionale) in funzione di quattro dimensioni forma giuridica, classe di dipendenti; sede regionale dell’UI e classe demografica dei territori regionali. Dalla concatenazione di questi caratteri sono state definite le celle d’imputazione. Il criterio di donazione scelto è stato quello casuale, senza ripetizione. Sono state considerate mancate risposte parziali (2,8%) le unità che avevano compilato totalmente il modello di Unità Istituzionale ma solo parzialmente i modelli di unità locale e si è deciso per la donazione dei dati di unità locale della precedente edizione censuaria.Solo per 24 UI non rispondenti, data la loro peculiarità, si è preferito ricorrere all’auto donazione con i dati della precedente edizione del censimento e aggiustati per tener conto di alcuni andamenti congiunturali desunti da dati dei rispondenti.Infine, la disponibilità di dati da fonte amministrativa permette di non rilevare in maniera diretta le scuole statali, della regione Valle d’Aosta e della provincia autonoma di Bolzano (oltre 40.000 unità locali). I relativi micro-dati con il dettaglio dell’occupazione in base alle esigenze informative del Censimento permanente sulle Istituzioni Pubbliche sono integrati nel database censuario alla fine del processo. La struttura delle Unità Economiche e dell’Occupazione nelle scuole è ottenuta principalmente dall’integrazione del Registro Base delle Unità Economiche (componente Unità Locali Scuole Pubbliche) e del Registro Tematico del Lavoro (componente Settore Pubblico), oltre che dai dati del Registro Base degli Individui e dalle informazioni fornite dalla regione Valle d’Aosta e dalla provincia autonoma di Bolzano.A conclusione del processo di rilevazione e di trattamento dei dati sono risultate attive 12.780 unità, pari al 98% delle 13.043 unità istituzionali in lista, mentre 263 unità, pari al 2 %, sono risultate inattive, cessate, fuori campo di osservazione, irreperibili o istituite dopo il 31.12.2020, data di riferimento del censimento. Lista censuaria La lista di partenza è predisposta a partire dal Registro base Asia istituzioni pubbliche, il registro statistico che produce la popolazione di unità attive e di variabili che ne descrivono la struttura (forma giuridica, attività economica, dipendenti) con riferimento ad uno specifico anno e che è aggiornato annualmente a partire dall’anno di riferimento 2018.Il Registro include tutte le unità attive, anche per un breve periodo, nell’anno di riferimento. Il Censimento si riferisce invece alle sole unità attive a una data puntuale, il 31 dicembre.DiffusioneA seguito delle attività di trattamento e validazione delle informazioni acquisite, nel presente rapporto sono diffusi i principali risultati definitivi riferiti alle 12.780 unità istituzionali attive al 31/12/2020 e alle unità locali ad esse afferenti, corredati di un’appendice di tavole statistiche.La diffusione delle informazioni censuarie prevede inoltre successivi rilasci di dati definitivi relativi ad ulteriori approfondimenti tematici.I microdati sono via via archiviati centralmente da Istat nel sistema ARMIDA (ARchivio di MIcroDAti) e contestualmente i dati sono resi disponibili sul datawarehouse di I.Stat dedicato ai censimenti permanenti (http://dati-censimentipermanenti.istat.it/), su ipercubi replicabili che consentono l’immediato confronto dell’anno in uscita con il Censimento generale del 2011 e le precedenti edizione del Censimento permanente delle istituzioni pubbliche (ad oggi anni 2015 e 2017), all’interno del tema “Censimento delle istituzioni pubbliche”.