
REGGIO CALABRIA Il meccanismo fraudolento attuato dagli indagati è stato volto a garantire ai fratelli Frascati la continuità nella gestione della Frauto S.r.l., in seguito al sequestro e successiva confisca di cui sopra. Per tale scopo, gli ex dipendenti della Frauto S.r.l., con il contributo agevolatore di Elvira Cocchiarale ed Emilio Angelo Romeo, cugini e collaboratori fidati dei fratelli Frascati, hanno costituito la cooperativa Effe Motors, tramite la quale chiedevano ed ottenevano dall’Agenzia del Demanio la concessione a titolo gratuito del patrimonio aziendale della Frauto S.r.l., avvalendosi della normativa allora in vigore, volta a tutelare i livelli occupazionali delle aziende soggette a confisca. Sono state esaminate le fasi che hanno portato alla nascita, sequestro e confisca della Frauto S.r.l., ed alla conseguente formazione della società cooperativa Effe Motors che oggi gestisce il patrimonio in ragione di una concessione a titolo gratuito da parte del Demanio dello Stato. Dal compendio delle risultanze investigative è emerso una continuità tra la Frauto e la Effe Motors, con una perfetta sovrapposizione di ruoli e competenze che i Frascati hanno mantenuto invariati nel tempo, anche e soprattutto grazie alla fattiva collaborazione dei loro storici dipendenti che “formalmente” amministravano, per giunta gratuitamente, il patrimonio che lo Stato ha dapprima sequestrato e successivamente confiscato ai Frascati, poiché riconosciuto ufficialmente quale provento di attività delittuosa. È emerso, in sostanza, dall’attività di indagine come l’attività di rivendita auto venisse gestita interamente da Paolo e Demetrio Frascati, laddove i soci, anche quelli inseriti formalmente ai vertici dell’organigramma dell’ente (quali presidente e consiglieri di amministrazione) erano ai predetti subordinati, eseguendo le direttive da questi ultimi impartite ed a loro tenuti a rendere conto per tutto ciò che concerne il rapporto lavorativo alle dipendenti della società. (News&Com)