
(AGENPARL) – mer 07 dicembre 2022 Prot. n.______ Federico Marini
EDILIZIA – In Sardegna il Superbonus vale circa 2milioni e mezzo di
euro di detrazioni al giorno. Nell’Isola oltre 2 miliardi di interventi a carico
dello Stato hanno generato 4,5 miliardi di giro d’affari. Ma le imprese non
riescono a incassare 300milioni di lavori già eseguiti. Lai e Meloni
(Confartigianato Sardegna): “Recuperare i crediti e modificare la norma per
responsabilizzare chi vuole fare gli interventi”. Dati aggiornati a oggi 7
dicembre 2022
Associazioni (Dati aggiornati a oggi 7 dicembre 2022)
Territoriali 2milioni e 467mila euro al giorno per un equivalente di 74milioni al mese ovvero
Sud Sardegna un totale di 2miliardi e 99milioni di detrazioni che, sugli oltre 12mila edifici interessati,
Cagliari
Via Riva Villasanta 241
hanno attivato un giro d’affari di 4 miliardi e 400milioni di euro, di cui 2miliardi e
Oristano 500milioni di euro di indotto.
Via Campanelli, 41 Sono queste le cifre del Superbonus 110% nell’Isola, secondo l’Ufficio Studi di
Confartigianato Imprese Sardegna, che ha analizzato i dati divulgati da Enea questa
Nuoro mattina e riparametrato gli effetti economici della norma stimati qualche giorno fa dal
Via Brig.Sassari, 37
attività della norma, tra inizio agosto 2020 e il 30 novembre 2022.
Sassari
Via Alghero, 30 Secondo i dati rilasciati oggi, 7 dicembre 2022, da Enea sull’utilizzo del
Gallura Olbia complessivamente 12.399 per un totale di investimenti ammessi a detrazione pari a
Via Sangallo 67 1miliardo e 908 milioni di euro e detrazioni previste a fine lavori per 2 miliardi e
99milioni di euro. I condomini registrano 653 asseverazioni per 523 milioni di
investimenti (investimento medio di 802 mila euro), per le unifamiliari le asseverazioni
sono 8.980 per 1miliardo e 83 milioni di investimenti (investimento medio 120 mila),
mentre per le case indipendenti le asseverazioni sono 2.766 per 301 milioni di
investimenti (investimento medio 108mila).
Nonostante l’enorme mole d’investimenti che andranno a ricadere positivamente su
imprese, tecnici e indotto, ci sono ancora oltre 300milioni di euro che le realtà sarde del
Sistema Casa non sono ancora riuscite a incassare attraverso la cessione dei crediti,
secondo i dati stimati da Confartigianato Edilizia Sardegna a fine dello scorso mese di
novembre: un patrimonio di crediti bloccati che sta mettendo in crisi di liquidità migliaia
di imprese. Oltre a questo, c’è anche la situazione delle famiglie che hanno lasciato casa,
trasformata nei mesi scorsi in cantiere per i lavori di efficientamento energetico agevolati
al 110%, e da mesi sono in affitto senza riuscire a prevedere quando potranno fare ritorno
nelle loro abitazioni.
La principale responsabilità sta nelle 16 modifiche normative al Superbonus,
introdotte in due anni e mezzo: una ogni due mesi, a cui si sono aggiunte 11
Confartigianato Imprese Sardegna
modifiche sulle regole per sconto in fattura e cessione del credito.
Dopo le denunce, gli appelli, le lettere verso le Istituzioni, i Parlamentari e gli
Istituti Finanziari, Confartigianato ha chiesto al Governo di liberare le imprese dai
crediti incagliati nei cassetti fiscali, non gestibili sul mercato bancario, e di scongiurare
il fallimento di migliaia di imprese. L’ultima chiamata per porre i necessari correttivi alle
regole del Superbonus che, se dovessero restare invariate, rischiano di mettere in
difficoltà migliaia di imprese sarde e del resto d’Italia, riguarda l’iter parlamentare di
conversione del DL 176/2022 (Aiuti Quater) attraverso il quale si dovrebbe intervenire
sulla modifica alle procedure di cessione del credito, di stabilità delle regole e di
proroga dei termini per i condomini. Per questo, l’Associazione di Categoria
considera indispensabile un rapido intervento per sanare la situazione pregressa con un
intervento straordinario da parte dello Stato per una conversione dei crediti in titoli
negoziabili sul mercato.
Ed è proprio sulle procedure di cessione dei crediti fiscali che Confartigianato, a
livello nazionale, ha proposto 4 punti con l’obiettivo di: stabilire un’uniformità di
comportamento da parte degli Istituti bancari, promuovendo di concerto con ABI e
Agenzia delle Entrate, la creazione di una sorta di codice univoco di condotta nelle
procedure di acquisizione, di definire in maniera inequivocabile e, soprattutto, non
suscettibile di cambiamenti a effetto retroattivo; fissare il confine della responsabilità
del cessionario che diviene solidalmente responsabile, in caso di acquisto di crediti
quando ometta “il ricorso alla specifica diligenza richiesta” (serve un elenco esaustivo di
documenti ed azioni da intraprendere in via preliminare rispetto all’acquisto); consentire
all’acquirente del credito, di poter utilizzare anche negli anni successivi, ciò che, per
incapienza, non è riuscito a compensare. Inoltre, sui crediti posseduti dalle imprese e
definiti “incagliati”, propone di individuare un compratore di ultima istanza per quei
crediti che, sottoposti a verifica preventiva, risultino sani ma non ceduti a terzi per
mancanza di acquirenti. E quindi di stabilire una sorta di procedura guidata, e garantita,
di liquidazione di tali crediti, di fatto, incedibili altrimenti oppure, riconoscere la
possibilità di una deducibilità fiscale.
“Abbiamo bisogno di poche regole, certe e stabili nel tempo, perché la transizione
energetica degli edifici è un processo lungo da realizzare e che necessita di regole salde
per fruire degli incentivi, anche a costo che questi siano meno convenienti del 110% –
commentano Maria Amelia Lai, Presidente di Confartigianato Sardegna, e Giacomo
Meloni, Presidente degli edili artigiani – ci auguriamo che mai più si possano vedere, e
subire, gli stop and go normativi di questi ultimi mesi che hanno vanificato le aspettative
e gli sforzi di cittadini e imprenditori. I continui cambiamenti delle regole, infatti, in
questi mesi hanno gettato nell’incertezza gli operatori e reso estremamente prudente
l’atteggiamento degli intermediari finanziari che avevano garantito l’acquisto dei
crediti”.
“Ora, per le imprese è il momento di recuperare i crediti presenti nei propri
cassetti fiscali per lavori già eseguiti e pagare dipendenti, fornitori, tasse e contributi per
continuare a lavorare con serenità – sottolinea la Presidente Lai – problemi come quelli
legati ai crediti sono da risolvere visto che sono proprio i bonus edilizi ad aver
Confartigianato Imprese Sardegna
consentito la creazione di lavoro, il rilancio della domanda interna e sono questi che
dovrebbero favorire la transizione ecologica del nostro Paese”.
Ma la vera domanda che imprese e i cittadini si pongono è quale prospettiva
avranno i bonus in edilizia e che impatto avrà il superbonus con i nuovi parametri imposti
dal Governo. E soprattutto quanto potrà reggere il comparto alla luce della crisi legata al
rincaro dei materiali, all’aumento dei costi energetici e alla diminuzione del potere
d’acquisto delle persone.
“Sono queste le domande che ci poniamo ogni giorno e si pongono tutti gli
imprenditori artigiani del “sistema casa” isolano – fa eco Giacomo Meloni, Presidente
di Confartigianato Edilizia Sardegna – e per le quali abbiamo già sottolineato la
necessità di garantire il rispetto degli impegni già assunti dalle imprese,
salvaguardando, almeno, i lavori già avviati nel corso del 2022 con l’attuale intensità di
aiuto pari al 110%”. “I 22 anni di incentivi fiscali hanno impedito all’intera filiera
dell’edilizia isolana di andare a fondo – sottolinea il Presidente degli edili sardi –
sostenendo, salvando e rilanciando molte imprese che si occupano di costruzioni e
ristrutturazioni ma anche di riqualificazione del patrimonio immobiliare, del risparmio
energetico, della difesa dell’ambiente, con una importante emersione delle attività
irregolari”. “I dati ci dicono che questi bonus hanno avuto anche un potente effetto-leva
per il rilancio di molte altre attività economiche dell’indotto – continua Meloni – ora le
misure devono essere sostenute, stabilizzate ed estese, perché c’è ancora molto da fare
per riqualificare l’esistente, all’insegna di un’edilizia sicura e più rispettosa del
territorio”.
“La preoccupazione è il non sapere il futuro delle detrazioni, potrebbe avere un
effetto negativo su chi volesse ammodernare la propria abitazione – rimarca la
Presidente Lai – perché, nel bene o nel male, il Superbonus 110% è stata anche una
occasione unica per rinnovare gli edifici energivori anche considerato anche il periodo
di maxi rincari delle bollette”.
“Per noi questa norma è da modificare profondamente però confermandone la
sostanza – prosegue Meloni – perché è necessario responsabilizzare, economicamente,
chi vuole fare gli interventi: non può esistere uno Stato che copre totalmente gli
interventi perché non è sostenibile”.
“Come Associazione di Categoria e imprenditori edili artigiani – concludono Lai e
Meloni – siamo pronti a dare il nostro contributo di proposte per individuare soluzioni
equilibrate, che mettano al riparo dalle truffe dei finti imprenditori, e definire
provvedimenti certi, strutturali e sostenibili”.
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