
(AGENPARL) – lun 28 novembre 2022 VITTIME DI OMICIDIO | ANNO 2021
In famiglia quasi la metà degli omicidi,
tra questi le vittime sono soprattutto donne
Nel 2021 gli omicidi risultano in lieve calo, ne sono stati commessi 303 (315 nel 2019, 286 nel 2020). In 184 casi le vittime sono uomini e in 119 sono donne. Si arresta il calo degli omicidi di donne e sono in lieve aumento quelli di uomini, che erano invece diminuiti nel 2020 (170).
È straniero il 19,1% delle vittime, dato stabile nel tempo, nella maggior parte dei casi (63,8%) uomini. Tra gli italiani i maschi sono il 60% del totale.
Ancora in diminuzione gli omicidi dovuti alla criminalità organizzata: 23 nel 2021, pari al 7,6% del totale (29 nel 2019 e 19 del 2020).
Le vittime uccise in una relazione di coppia o in famiglia sono 139 (45,9% del totale), 39 uomini e 100 donne. Il 58,8% delle donne è vittima di un partner o ex partner (57,8% nel 2020 e 61,3% nel 2019). I minorenni sono uccisi da persone che conoscono.
0,51per 100mila
Il tasso di omicidi in Italia
Nell’Ue i più bassi tassi di omicidio si rilevano in Lussemburgo, Italia, Slovenia e Repubblica Ceca. +2,7%
In aumento le famiglie che nel 2018 effettuano la raccolta differenziata della plastica
Aumentano del 2,2% nel 2018 le famiglie che raccolgono in modo differenziata la carta.. +4,0%
Aumentano nel 2018 le famiglie servite dal servizio di raccolta dei rifiuti “porta a porta”
Un quarto delle famiglie si dichiarano “molto soddisfatte” del servizio di raccolta “porta a porta”..
39,3%
La percentuale di vittime donne
+2,7%
In aumento le famiglie che nel 2018 effettuano la raccolta differenziata della plastica
Aumentano del 2,2% nel 2018 le famiglie che raccolgono in modo differenziata la carta.. +4,0%
Aumentano nel 2018 le famiglie servite dal servizio di raccolta dei rifiuti “porta a porta”
Un quarto delle famiglie si dichiarano “molto soddisfatte” del servizio di raccolta “porta a porta”..
39,3%
Le vittime uccise con un’arma da taglio
Il 43,7% delle donne e il 36,4% degli uomini
+2,7%
In aumento le famiglie che nel 2018 effettuano la raccolta differenziata della plastica
Aumentano del 2,2% nel 2018 le famiglie che raccolgono in modo differenziata la carta.. +4,0%
Aumentano nel 2018 le famiglie servite dal servizio di raccolta dei rifiuti “porta a porta”
Un quarto delle famiglie si dichiarano “molto soddisfatte” del servizio di raccolta “porta a porta”..
In questo report sono presentati i dati relativi agli omicidi volontari consumati, rilevati e denunciati dalle forze di polizia nel corso del 2021, provenienti dal database della Direzione centrale della polizia criminale del Ministero dell’interno. Rispetto alle informazioni che pervengono all’Istat, per varie tipologie di delitto, da altri sistemi informativi dello stesso Ministero, queste sono di notevole interesse in quanto indicano la relazione, ove esistente e conosciuta, tra la vittima dell’omicidio e il suo assassino. Ciò ha un’importanza fondamentale soprattutto per conoscere le dinamiche degli omicidi di donne, che hanno profonde differenze rispetto a quelli di uomini.
È opportuno evidenziare che gli omicidi commessi in Italia, pur sempre esecrabili, sono poco frequenti, sia in confronto a situazioni socialmente ed economicamente comparabili, sia a maggior ragione rispetto ai valori medi mondiali.
In Italia livelli di omicidi più bassi rispetto al resto d’Europa
All’interno dell’Unione europea, quindi in un contesto di maggiore comparabilità, le Repubbliche baltiche (Lettonia, Lituania ed Estonia) presentano i più elevati tassi di omicidi nel 2020, tra 4,88 e 2,78 omicidi per 100mila abitanti (valore medio Ue 0,89) mentre in Italia il valore è pari a 0,48 omicidi, più alto soltanto rispetto a quello del Lussemburgo (0,32 omicidi per 100mila abitanti).
Anche per gli omicidi di donne i valori italiani sono più bassi e pari a 0,38 omicidi per 100mila donne (0,66 la media europea). Rispetto a quelli degli uomini i tassi di omicidi di donne sono più elevati in Austria, Repubblica Ceca e Slovenia mentre in Germania, Ungheria, Slovacchia e Croazia sono pressoché uguali.
Se però il 2020 rappresentava un anno particolare di netta diminuzione degli omicidi di uomini nei mesi dei lockdown generali (con picchi negativi a marzo e novembre 2020), che prevedevano misure restrittive di distanziamento sociale per il contenimento della pandemia da Sars-Covid19, il 2021 ha visto risalire leggermente il tasso da 0,48 a 0,51 per centomila abitanti.
Sul territorio l’incidenza degli omicidi volontari consumati nel 2021 è più alta nel Mezzogiorno e sotto la media nazionale sia nel Nord che nel Centro.
Tra le regioni, la Valle d’Aosta-Vallée d’Aoste ha il tasso più alto (1,62 omicidi per 100mila abitanti; due vittime), seguita dalla Sardegna, con poco più di un omicidio per 100mila abitanti. I valori più contenuti si registrano nella Provincia autonoma di Trento e in Basilicata (0,18 in entrambi i casi), e nel Friuli-Venezia Giulia (0,17 omicidi per 100mila residenti). È opportuno considerare che nelle regioni più piccole dal punto demografico variazioni di una o di pochissime vittime possono determinare consistenti spostamenti del valore del tasso.
OMICIDI VOLONTARI CONSUMATI, PER GENERE E RIPARTIZIONE GEOGRAFICA. Anno 2021, valori assoluti
RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE VALORI ASSOLUTI VALORI PER 100.000 ABITANTI
maschi femmine totale maschi femmine totale
Fonte: Ministero dell’interno – Direzione centrale polizia criminale (DCPC)
Forte calo nel tempo per gli omicidi di uomini, più lieve per le donne
La diminuzione dei tassi di omicidio volontario nel tempo ha riguardato in maniera preponderante gli uomini, meno le donne, in un andamento che vede le curve dei tassi di omicidio maschile e femminile, un tempo assai distanti, molto riavvicinate.
Nei primi anni ’90 vi erano circa cinque uomini uccisi per ogni vittima donna; nel 2002 e nel 2021 tale rapporto è sceso rispettivamente a 2,6 e 1,6.
Nel 2020 si registra un decremento netto del tasso per gli uomini (da 0,70 del 2019 a 0,59 per 100mila maschi nel 2020), solo in parte compensato da una ripresa nell’anno successivo (0,64); dall’altro un lieve aumento per le donne rispetto al minimo storico del 2019 di 0,36 omicidi per 100mila donne (0,38 nel 2020 e 0,39 nel 2021).
La differenza sostanziale nella struttura per genere ed età si riscontra nelle età anziane. Infatti, per tutte le altre classi di età le vittime maschili eccedono quelle femminili, con tassi specifici per età che le superano da un minimo di 1,3 volte per i minorenni a un massimo di 2,8 volte per i giovani di 18-24 anni. Le donne ultra sessantaquattrenni costituiscono il 39,5% delle donne assassinate nel 2021, corrispondente a un tasso di 0,60 per 100mila donne (0,49 il tasso corrispondente per gli uomini).
Delle 303 vittime di omicidio volontario registrate nell’anno 2021, 184 sono maschi e 119 femmine (il 39,3% del totale) mentre quasi una vittima su cinque è straniera. Il rapporto tra i sessi vede in proporzione una maggior presenza femminile di vittime tra gli italiani (il 40,0% contro il 36,2% degli stranieri).
Nel primo semestre del 2021, l’83% di vittime italiane è stato ucciso da italiani e il 5% da stranieri (nel 12% dei casi l’autore risulta non individuato). Nel 91% dei casi le vittime straniere sono morte a opera di stranieri e per il 9% per mano italiana. All’interno della cerchia familiare o affettiva, la percentuale di donne italiane uccise da connazionali raggiunge il 97% mentre le donne straniere sono state uccise da altri stranieri nella totalità dei casi.
FIGURA 1. OMICIDI VOLONTARI CONSUMATI PER GENERE. Anni 2002-2021, valori per 100mila abitanti, 100mila maschi e 100mila femmine
LINK Excel.Sheet.12 “C:UsersUTENTEDesktopSmart workingEditing ReportReport omicidi novembre 2022GRAFICI STAT REPORT OMICIDI-NOVEMBRE 2022.xlsx!OGGETTO2 – SESSO![GRAFICI STAT REPORT OMICIDI-NOVEMBRE 2022.xlsx]OGGETTO2 – SESSO Grafico 1” “” a p
Fonte: Ministero dell’Interno, Direzione centrale della polizia criminale; Istat
Futili motivi e rancori personali le motivazioni per quasi metà degli omicidi
Non è possibile stabilire un movente per tutti gli omicidi. È quello che è accaduto nell’11,6% dei casi nel 2021. I moventi rimangono indeterminati per il 16,8% delle vittime maschili e solo per il 3,4% di quelle femminili. Analogamente anche la probabilità di scoprire l’autore dell’omicidio è più alta nel caso di una vittima donna, proprio per la particolarità di questi delitti – che si verificano per lo più in ambito familiare e di coppia – e con conseguente restrizione del campo delle indagini a una cerchia ben delimitata.
Tra i moventi degli omicidi, il primo posto è occupato da “lite, futili motivi, rancori personali” (45,9%), valore rilevante per le vittime di entrambi i sessi (47,3% per gli uomini e 43,7% per le donne). Al secondo posto figurano i “motivi passionali” (11,6% degli omicidi), con una netta distinzione per sesso (20,2% per le donne e solo 6,0% per gli uomini). Seguono i “motivi economici”, inclusi gli omicidi a scopo di rapina (6,9% del totale) con un’incidenza maggiore tra le vittime maschili rispetto a quelle femminili (9,2% e 3,4%). Il restante 24,1% (29,4% donne e 20,7% uomini) è imputabile ad altri motivi.
Considerando le sole vittime straniere (58 nel 2021), la motivazione “lite, futili motivi, rancori personali” è più frequente rispetto all’intera popolazione (63,8%), seguita da quella passionale (13,8%), mentre i motivi economici rappresentano solo il 3,4% del totale degli omicidi di stranieri.
Il mezzo più utilizzato per l’omicidio è l’arma da taglio (che inevitabilmente è presente nelle case e quindi a portata di chiunque) con cui sono stati compiuti 119 dei 303 omicidi del 2021 (39,3% del totale), utilizzata in proporzione maggiore contro le donne (43,7% rispetto a 36,4% delle vittime uomini).
Diffuso è anche l’utilizzo delle armi da fuoco (30,0% dei casi) che invece caratterizza gli omicidi di uomini (35,9% contro 21,0%). Dei 38 omicidi, tutti di uomini, per i quali non è stato individuato un responsabile, oltre i tre quarti (76,3%) sono stati commessi con un’arma da fuoco.
L’11,2% degli omicidi è invece stato effettuato con armi improprie o corpi contundenti, mentre il 4,3% è dovuto a lesioni o percosse. In questi due casi non si osservano particolari differenze di genere. Circa il 20% degli omicidi di donne è stato compiuto con altre modalità, come ad esempio l’asfissia, lo strangolamento, il soffocamento (12,0% per gli uomini).
Se si considerano i soli stranieri, l’arma da taglio è quella prevalente (55,2% degli omicidi), mentre le armi da fuoco sono state utilizzate solo nel 10,3% dei casi.
FIGURA 2. OMICIDI VOLONTARI CONSUMATI PER SESSO E TIPO DI ARMA. Anno 2021, valori percentuali
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Fonte: Ministero dell’Interno, Direzione centrale della polizia criminale; Istat
Quasi tutti i minorenni vittime di persone che conoscono
Per tutti gli omicidi di donne avvenuti nel 2021 è stato individuato il responsabile. Nel 58,8% dei casi l’omicidio si è verificato nell’ambito della relazione di coppia, dato stabile nel tempo: il 45,4% delle donne (54 in valore assoluto) è vittima del partner, il 13,4% (16) di un ex partner. Fra i partner assassini nel 77,8% dei casi si tratta del marito, mentre tra gli ex prevalgono ex conviventi ed ex fidanzati. Il 25,2% delle donne è invece vittima di un altro parente, il 5% di un conoscente e il 10,9% di uno sconosciuto.
Le regioni con il tasso più elevato di donne uccise dai partner (con cui hanno o hanno avuto nel passato una relazione) sono più spesso al Nord: Liguria (0,51 per 100mila donne liguri), Emilia Romagna (0,35), le Province autonome di Bolzano/Bozen e Trento (rispettivamente 0,37 e 0,36), a cui si aggiungono il Lazio (0,34) e l’Abruzzo (0,31), valori tutti sopra alla media (0,23 per 100mila donne).
Tra le vittime di sesso maschile, il 4,3% è stato ucciso dal partner (8 in valore assoluto), il 42,9% lo è da sconosciuti e per il 21% dei casi l’autore dell’omicidio non è stato identificato. Le morti maschili di cui non si è identificato l’autore (38 casi) sono in valore assoluto di più in Campania (17 casi) e in Sardegna (7 vittime), pari rispettivamente a 0,62 e 0,90 per 100mila uomini (il tasso medio maschili è 0,13).
Praticamente tutti i minorenni sono uccisi da persone che conoscono. Tra i ragazzi la quota di persone uccise in famiglia è tre volte più alta rispetto alla media maschile (circa il 55% contro il 21,2%), tra le ragazze la quota è al 75%, un valore inferiore al totale femminile (85%).
La percentuale di donne uccise nella coppia o in famiglia è più alta tra le 45-54enni (94,7%) e tra le 55-64enni (91,7%).
FIGURA 3. OMICIDI VOLONTARI CONSUMATI PER SESSO E TIPO DI RELAZIONE CON L’AUTORE.
Anni 2019-2021, valori percentuali
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Fonte: Ministero dell’Interno, Direzione centrale della polizia criminale; Istat
Omicidi di donne in prevalenza “femminicidi”
A marzo 2022, la 53a sessione della Statistical Commission ha approvato lo “Statistical framework for measuring the gender-related killing of women and girls (also referred to as “femicide/feminicide”). In questo ambito vengono definiti omicidi di genere, comunemente detti femminicidi, quelli che riguardano l’uccisione di una donna in quanto donna.
Le variabili necessarie per identificare un femminicidio sono molte e riguardano sia la vittima, sia l’autore, sia il contesto della violenza. Sinteticamente dal punto di vista statistico nella definizione afferiscono tre tipologie di gender-related killing: gli omicidi di donne da parte del partner; gli omicidi di donne da parte di un altro parente; gli omicidi di donne da parte di un’altra persona, sia conosciuta sia sconosciuta, che però avvenga attraverso un modus operandi o in un contesto legato alla motivazione di genere (Figura 4).
Tra queste vi sono informazioni riferite a specifiche condizioni, tra cui: se la vittima ha subito altre violenze in precedenza da parte dell’autore dell’omicidio, se ha subito forme di sfruttamento illecito (ad esempio tratta di persone, lavoro forzato o schiavitù), se si trovava in una situazione in cui è stata rapita o privata illegalmente della sua libertà; se lavorava nell’industria del sesso; se vi è stata una violenza sessuale contro la vittima prima e/o dopo l’uccisione; se vi era una differenza di posizione gerarchica tra la vittima e l’autore; se il corpo della vittima ha subìto mutilazioni; se il corpo è stato abbandonato in uno spazio pubblico; se la motivazione dell’omicidio costituiva un crimine d’odio di genere (cioè se vi era un pregiudizio specifico nei confronti delle donne da parte degli autori).
In Italia, non sono disponibili tutte queste informazioni, che solo in futuro si potranno rilevare grazie alla collaborazione inter-istituzionale con il Ministero dell’Interno. Tuttavia, già a partire dalle informazioni disponibili (relazione tra vittima e autore, movente, ambito dell’omicidio) è possibile delineare un primo quadro: sono 70 le donne uccise nell’ambito della coppia, dal partner o ex partner; sono 30 le donne uccise da un altro parente; sono invece quattro quelle uccise da conoscenti in ambito affettivo o relazionale. In totale si tratta di 104 femminicidi presunti, su 119 omicidi con una vittima donna.
Tra le restanti 15 vittime donne ne figurano due con più di 65 anni che hanno subito una rapina da parte di sconosciuti, altre due sono state uccise da conoscenti per problemi di vicinato o altri motivi, mentre altre 11 sono state uccise da sconosciuti con diversi moventi. Per questi 15 casi solo un maggiore dettaglio di informazioni permetterebbe di definire se sono uccisioni legate alla motivazione di genere.
FIGURA 4. IL SET MINIMO DELLE VARIABILI DEL CENTER OF EXCELLENCE FOR GENDER STATISTICS (CEGS) PER RILEVARE I FEMMINICIDI. Anno 2022
le caratteristiche delle vittime (21 variabili), tra cui oltre alle variabili socio-demografiche, l’orientamento sessuale, se è stata vittima di violenza sessuale, se era incinta, se era una prostituta, ecc. le caratteristiche dell’autore (18 variabili), tra cui oltre alle variabili socio-demografiche, i precedenti penali, le storie di violenza pregresse, ecc.
la relazione vittima-autore (9 tipologie di relazione), tra cui partner, ex partner, familiare, conoscente, collega, amici, sconosciuti, persone appartenente alle forze armate e alle forze di polizia, ecc. il modus operandi (5 variabili), tra cui l’accanimento sul corpo e tipo di armi usate, il vilipendio del cadavere, ecc.
Fonte: UNODC – UNWOMEN”
Glossario
Associazione per delinquere: si verifica nei casi in cui tre o più persone si associano allo scopo di commettere più delitti.
Associazione per delinquere di tipo mafioso: un’associazione che si crea quando coloro che ne fanno parte si avvalgono della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri, ovvero al fine di impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a sé o ad altri in occasione di consultazioni elettorali
Autorità giudiziaria: quella preposta all’amministrazione della giustizia penale, civile e amministrativa.
Forze di polizia: corpi dello Stato che hanno, tra i loro numerosi compiti, quello del mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica. Attualmente in Italia esistono quattro forze di polizia con competenza nazionale, oltre ad altri corpi con competenza locale. Delle quattro forze di polizia con competenza nazionale, due hanno ordinamento civile (la Polizia di Stato, dipendente dal Ministero dell’interno, e la Polizia penitenziaria, dipendente dal Ministero della giustizia) e due hanno ordinamento militare (l’Arma dei carabinieri, dipendente dal Capo di Stato maggiore della difesa per i compiti militari e funzionalmente dal Ministero dell’interno per i compiti di ordine e sicurezza pubblica, e il Corpo della guardia di finanza, dipendente dal Ministero dell’economia e delle finanze). L’Arma dei carabinieri è stata elevata al rango di Forza armata nell’anno 2000, e nel 2016 ha assorbito il Corpo forestale dello Stato, precedentemente forza di polizia a ordinamento civile alle dipendenze del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
Omicidio volontario: delitto commesso da chi cagiona la morte di un uomo. Può essere frutto di un comportamento commissivo od omissivo (nei casi giuridicamente previsti) e dev’essere presente la coscienza e la volontà di causare la morte.
Nota metodologica
Introduzione
Si sono analizzati i dati relativi agli omicidi volontari rilevati dalle forze di polizia, con particolare riferimento ai profili delle vittime. La metodologia di rilevazione statistica adottata fa corrispondere a ciascuna vittima un delitto di omicidio; pertanto, un evento con più vittime darà luogo a più omicidi, in numero pari a quello delle vittime. I dati provengono dai database del Ministero dell’Interno, il sistema di indagine (SDI) e il database dedicato agli omicidi, della Direzione centrale della polizia criminale. Trattandosi di dati utilizzati a fini operativi, essi sono suscettibili di modifiche che possono emergere in fasi successive del trattamento dei dati; tali modifiche possono riguardare la stessa classificazione del reato in fase investigativa (da non confondersi con l’esatta determinazione della qualificazione giuridica del reato, che è prerogativa dell’autorità giudiziaria e sarà da essa decisa successivamente, durante l’eventuale iter giudiziario penale).
La rilevazione della delittuosità
La statistica della delittuosità fornisce a partire dal 1955 informazioni che riguardano i delitti e le persone denunciate all’Autorità Giudiziaria, e dal 2007 per le caratteristiche degli autori e delle vittime dei reati, ed è una fonte imprescindibile per la conoscenza del fenomeno criminale.
Questa rilevazione permette di rispondere alla sempre più ampia domanda di informazione statistica, soprattutto a livello internazionale, e rende possibile il monitoraggio del fenomeno della criminalità in generale e dei suoi attori principali, cioè degli autori dei reati, e delle vittime.
Altresì importante l’analisi del territorio che presenta un interesse sempre crescente, basti pensare al sistema di indicatori per lo sviluppo territoriale che utilizza i dati delle statistiche di polizia al fine di stabilire politiche regionali.
Quadro normativo attuale
Riferimento normativo: Circ. Amm.va 558/C/D. 3/2-1888/900(165) del 6/11/2003 del Ministero dell’Interno (atto programmatico).
Rilevazione: Numero dei delitti denunciati all’Autorità giudiziaria dalle Forze di polizia (codice Programma Statistico Nazionale: INT-00062) – Titolare: Ministero dell’interno.
Rielaborazione: Delitti denunciati dalle Forze di polizia all’Autorità giudiziaria (codice Programma Statistico Nazionale: IST-01002) – Titolare: Istat.
La raccolta delle informazioni e i contenuti
I dati rilevati si riferiscono alle fattispecie delittuose consumate e tentate, e alle notizie a esse connesse (alcune caratteristiche di vittime e autori, circostanze), nonché ad alcuni elementi riguardanti l’attività di controllo (identificazione di persone e automezzi, eccetera). Le Forze di polizia operanti sul territorio nazionale (inclusa DIA, Polizia Municipale, Polizia Provinciale e Guardia Costiera) provvedono a registrarle nello SDI (acronimo di Sistema Di Indagine). Tale sistema informatizzato, nato a scopo prevalentemente investigativo, consente di monitorare l’andamento dei delitti, sia di quelli tradizionali sia di quelli emergenti.
Più in particolare, i dati sono relativi alle denunce/querele dei reati pervenute alle Forze dell’ordine da parte dei cittadini o emersi grazie all’azione investigativa delle Forze di Polizia. Per gli omicidi le informazioni sono inserite anche in una banca dati distinta (esistente in questa forma dall’anno 2002), più completa, che consente di conoscere anche il movente presunto, distinguere tra gli omicidi di criminalità comune e organizzata, e soprattutto di studiare la relazione – per gli omicidi di cui si conosce l’autore – tra quest’ultimo e la vittima dell’omicidio, permettendo così di conoscere quante donne sono uccise da partner o da parenti, o quanti uomini sono uccisi da sconosciuti, e così via. Trattandosi di dati utilizzati a fini operativi, essi sono suscettibili di modifiche che possono emergere in estrazioni successive.
L’elaborazione dei dati
Poiché il contenuto della banca dati è in continua evoluzione, in ragione degli aggiornamenti legati alle indagini e ai provvedimenti dell’autorità giudiziaria, le informazioni di tipo statistico più rilevanti relative ai delitti e alle segnalazioni (numero di autori) sono trasferite, in momento stabilito, dalla banca dati SDI a un apposito ambiente (STATDEL), e successivamente elaborati in forma di tabelle di frequenza e trasmessi all’Istat.
Il processo di validazione prevede la verifica della completezza e della coerenza dei dati, sia in rapporto all’andamento pregresso, sia mediante un confronto di massima con altre fonti, come i dati delle Procure. A questa fase segue, eventualmente, la richiesta di verifica di situazioni anomale e l’imputazione probabilistica ove esistano sporadici dati mancanti. Si riconducono inoltre le modalità di alcune variabili alle classificazioni ufficiali. Segue un trattamento informatico dei dati per trasformarli in un formato atto all’alimentazione della banca dati I.stat.
Il procedimento descritto viene ripetuto in modo sostanzialmente analogo, per le caratteristiche demo-sociali di autori e vittime, che sono oggetto di un invio separato, e successivo, da parte del Ministero dell’interno. I dati sono diffusi annualmente, ma possono essere effettuate, da parte del Ministero dell’interno, delle interrogazioni della banca dati in tempo reale.
La diffusione dei dati
Lo strumento principale di diffusione da parte dell’istat è il datawarehouse I.Stat. I principali risultati vengono pubblicati annualmente anche su volumi Istat di ampia diffusione (Annuario statistico italiano, Noi Italia, Italia in cifre, Rapporto BES, Rapporto SDGs) e occasionalmente in altre pubblicazioni dell’Istituto. Sempre annualmente, il Ministero dell’interno pubblica i dati nell’Annuario delle statistiche ufficiali dell’amministrazione dell’interno. Sono inoltre periodicamente diffusi da organismi internazionali quali EUROSTAT per quanto attiene alcuni dati di criminalità violenta e predatoria, come “Statistics in Focus” e report sui dati inerenti il riciclaggio del denaro sporco e la tratta di esseri umani, presso UNECE nel database sul gender statistics, per UNODC nel rapporto sugli omicidi e nei report della Crime Trend Survey.
I dati sono pubblicati tra il 1955 e il 2004 negli Annuari di statistiche giudiziarie penali, e successivamente nel datawarehouse I.Stat (una parte dei dati, precedenti il 2010, è presente sotto forma di tavole excel).
I dati sono diffusi abitualmente in valore assoluto, per permetterne un utilizzo autonomo da parte dei fruitori. A essi si accostano valori depurati dalla dimensione demografica, solitamente rapporti per 100.000 abitanti, e variazioni percentuali per analizzare l’andamento temporale.
Copertura e dettaglio territoriale
La copertura dell’indagine è totale. Il dettaglio territoriale disponibile comprende il dato nazionale, quelli regionali e provinciali, e tra i comuni solo quelli capoluoghi di provincia. I dati per gli altri comuni (non capoluoghi) sono rilevati dal Ministero distintamente, ma non sono diffusi. La somma dei delitti negli ambiti territoriali considerati può non coincidere con il dato di sintesi riferito al livello immediatamente superiore; quindi la somma dei dati provinciali può differire dal dato riferito all’intera regione, eccetera. Ciò si verifica perché i delitti commessi non attribuibili a un determinato dettaglio territoriale (ad es. il comune) vengono conteggiati nel primo livello più ampio nel quale è possibile collocarli (provincia, regione, Stato).
Banche dati e sistemi tematici
I.STAT: il datawarehouse dell’ISTAT: http://dati.istat.it/Serie storiche: http://seriestoriche.istat.it/Il quadro informativo sulla violenza contro le donne: https://www.istat.it/it/violenza-sulle-donneVolumi
Annuario Statistico Italiano: https://www.istat.it/it/archivio/annuario+statistico+italianoLe donne vittime di omicidio, 2020 (https://www.istat.it/it/archivio/274826)
L’effetto della pandemia sulla violenza di genere – anni 2020-2021 (https://www.istat.it/it/archivio/263847)
