(AGENPARL) – mar 15 novembre 2022 Nel primo anno di pandemia forte calo
del fatturato delle imprese multinazionali
Dopo anni di costante crescita, nel 2020 il fatturato delle imprese a controllo estero residenti in Italia e delle controllate estere di multinazionali italiane registra un significativo calo: -12,2% per le prime e -11,9% per le seconde.
Le affiliate italiane all’estero destinano il 31,6% del loro fatturato alle vendite su mercati diversi dal paese di localizzazione. Vengono esportate in Italia quote elevate di fatturato prodotto all’estero nei settori tradizionali del Made in Italy.
I gruppi industriali di grande dimensione mostrano minore propensione all’investimento estero rispetto al bienno precedente (-5,8%), in controtendenza i gruppi attivi nei servizi (+3,5%).
26,8%
Quota di spesa in R&S effettuata da imprese a controllo estero sul totale nazionale
+0,8% rispetto al 2019. 175
I Paesi in cui sono presenti multinazionali italiane 32,3%
Il contributo delle multinazionali estere alle esportazioni nazionali di merci
50,3% il contributo alle importazioni
Alberghi e ristoranti i settori più colpiti
Nel 2020, durante la pandemia, le multinazionali estere in Italia e le controllate all’estero di gruppi italiani evidenziano una forte perdita in termini di fatturato e valore aggiunto.
Le multinazionali estere, provenienti da 107 paesi, sono attive in Italia con 15.631 controllate e 1,5 milioni di addetti. Rispetto al 2019 il fatturato cala di oltre 76 miliardi (-12,2%) e il valore aggiunto di oltre 12 miliardi (-9,3%).
Le perdite sono consistenti e diffuse in quasi tutti i settori di attività economica. Valori elevati si riscontrano nella manifattura, in particolare nelle industrie tessili (-38,1% di fatturato e -45,8% di valore aggiunto), nella fabbricazione di mobili (-20,3% e -6,6%), nelle altre industrie manifatturiere (-19,2% e -14,3%), nella confezione di articoli di abbigliamento e fabbricazione di articoli in pelle e simili (-13,3% e -22,2%), nella fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (-10,3% e -15,3%). Nei servizi risultano particolarmente colpiti i settori dell’alloggio e della ristorazione (-50,9% di fatturato e -63,4% di valore aggiunto) e il trasporto e magazzinaggio (-22,7% e -37,8%).
Seppur con un numero limitato di imprese (qui intese come unità giuridiche), pari allo 0,4% del totale delle imprese italiane, le multinazionali estere mantengono il loro significativo contributo ai principali aggregati economici nazionali dell’industria e dei servizi con l’8,8% degli addetti (+0,1 punti percentuali rispetto al 2019), il 19,1% del fatturato (-0,2 punti), il 16,5% del valore aggiunto (+0,2 punti) e il 26,8% della spesa in Ricerca e sviluppo (+0,8 punti).
Le multinazionali italiane sono presenti in 175 paesi con 24.103 controllate (-2,7% rispetto al 2019), occupano quasi 1,7 milioni di addetti (-3,9%) e fatturano oltre 499 miliardi (-11,9%).
Le perdite – dovute principalmente al periodo pandemico ma anche ad acquisizioni da parte di multinazionali estere – sono rilevanti nella fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (-57,9% di fatturato), nella fabbricazione di mobili e altre industrie manifatturie (-37%) e nella fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (-20,2%). Nei servizi, come per le multinazionali estere, risultano in deciso calo le attività di alberghi e ristoranti: il fatturato perde il 56,6%, l’occupazione il 43,4%.
Le affiliate estere attive nell’industria (9.319 unità, un numero molto minore rispetto alle 14.784 affiliate attive nei servizi) confermano una maggiore rilevanza economica: impiegano infatti quasi un milione di addetti (57,7% del totale) e realizzano quasi 280 miliardi di fatturato (56% del totale). Di questo fatturato oltre il 30% è realizzato nel settore della fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi, segue la fabbricazione di macchinari e apparecchiature nca con l’11,6% e la fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata con il 10,3%.
PRINCIPALI VARIABILI E INDICATORI ECONOMICI PER MACROSETTORE.
Anno 2020
IMPRESE ADDETTI FATTURATO
(mln di euro) DIMENSIONE MEDIA
Imprese a controllo estero residenti in Italia
Industria 4.517 524.123 211.368 116.0
Servizi 11.114 978.060 336.535 88.0
Controllate estere di imprese italiane
Industria 9.319 980.535 279.708 105,2
Servizi 14.784 719.008 219.724 48,6
Dalle multinazionali estere quasi un terzo dell’export e metà dell’import italiano
Le imprese appartenenti a gruppi multinazionali sia italiani sia esteri sono molto attive negli scambi internazionali di merci.
Nonostante il numero limitato, le multinazionali estere contribuiscono in misura significativa all’interscambio commerciale italiano: realizzano infatti il 32,3% delle esportazioni nazionali di merci (+0.2% rispetto al 2019) e attivano il 50,3% delle importazioni (-0,4%). A differenza delle multinazionali presenti in Italia, che hanno mantenuto i livelli di interscambio dell’anno precedente, le imprese domestiche hanno visto una flessione consistente sia delle esportazioni (-9,5%) che delle importazioni (-11,2%).
Per le esportazioni, i settori manifatturieri che contribuiscono di più all’interscambio nazionale sono: fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (74,4%), fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (56,6%), fabbricazione di prodotti chimici (45%) e fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (39,6%).
Per le importazioni, le quote maggiori attivate dalle imprese multinazionali si registrano quasi negli stessi settori: fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (86,8%), fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (51,2%), fabbricazione di prodotti chimici (48,8%) e fabbricazione di macchinari ed apparecchiature nca (48,8%).
La componente intra-gruppo dei flussi commerciali provenienti dalle multinazionali risulta pari al 35,8% per le esportazioni e al 57,3% per le importazioni. Quote significative per le esportazioni intra-gruppo si hanno in numerosi settori manifatturieri: fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (77,2%), industrie alimentari, delle bevande e del tabacco (66,4%), fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (58,8%) e fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (52,4%). Per le importazioni, la componente intra-gruppo è rilevante nella fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (65,6%), nella fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (59,9%) e nella fabbricazione di apparecchiature elettriche ed apparecchiature per uso domestico non elettriche (59,6%).
Le affiliate italiane all’estero realizzano il 31,6% del loro fatturato tramite vendite su mercati diversi dal paese di localizzazione dell’impresa stessa, con valori di gran lunga superiori in numerosi settori manifatturieri. In particolare, le controllate estere di multinazionali italiane attive nei settori tradizionali del Made in Italy confermano quote notevoli di fatturato nelle esportazioni verso l’Italia: 53,7% per le industrie tessili e confezione di articoli di abbigliamento, di articoli in pelle e pelliccia (+0,7 punti percentuali rispetto al 2019), 49,3% per la fabbricazione di mobili e altre industrie manifatturiere (+19,0 punti) e 44,8% per la fabbricazione di articoli in pelle e simili (+ 3,9 punti; Figura 1).
La quota di fatturato destinata al paese estero in cui è realizzata la produzione è particolarmente rilevante e in crescita nella fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (77,2%, +3,0 punti percentuali rispetto al 2019) e nella fabbricazione di apparecchiature elettriche e per uso domestico non elettrico (69,3%, +2,0 punti).
Multinazionali: Ue prima area di provenienza e USA primo paese controllante
Le multinazionali estere che operano in Italia sono residenti soprattutto nell’Unione europea: sul totale delle imprese a controllo estero coprono una quota del 52,4% (-13,2% rispetto al 2019), impiegano il 54,0% degli addetti (-8,7%) e realizzano il 50,6% del fatturato (-8,4%). A seguito della Brexit le quote dell’Ue risultano in calo rispetto al 2019 mentre aumentano quelle dell’area degli altri paesi europei (23,1% delle imprese, 16,9% degli addetti e 15,1% del fatturato). Segue il Nord America con il 15,4% delle affiliate estere, il 21,5% degli addetti e il 21,0% del fatturato. Le multinazionali asiatiche, seppure presenti in numero inferiore (7,1% delle controllate estere), contribuiscono con il 6,8% degli addetti e il 12% del fatturato a controllo estero.
I primi dieci paesi di residenza delle multinazionali estere per numero di imprese controllate in Italia assorbono l’86,9% degli addetti, l’81,3% del fatturato, l’82,9% del valore aggiunto e l’84,8% della spesa in R&S. Gli Stati Uniti sono il paese con il più elevato numero di addetti a controllo estero in Italia (quasi 315mila); seguono Francia (oltre 290mila) e Germania (oltre 204mila). A livello settoriale la graduatoria cambia: la Francia è in testa nell’industria non manifatturiera (settore energetico ed estrattivo in particolare) con oltre 12mila addetti, seguita a notevole distanza dagli Stati Uniti con quasi 4mila addetti.
La presenza delle multinazionali italiane all’estero è diffusa e diversificata (175 paesi) tanto nell’industria quanto nei servizi. L’Unione europea a 27 si conferma anche la principale area di localizzazione delle multinazionali italiane all’estero, con il 47,5% delle imprese, il 40,0% degli addetti e il 47,9% del fatturato. Segue l’Asia con il 13,0% delle imprese, il 14,5% degli addetti e il 9,0% del fatturato.
I primi dieci paesi di residenza delle controllate italiane per numero di addetti assorbono il 59,8% delle imprese, il 61,7% degli addetti e il 70,1% del fatturato. Gli Stati Uniti conservano il primato anche come principale paese di localizzazione degli investimenti italiani all’estero per le attività industriali (quasi 158 mila addetti), seguiti da Romania (oltre 82mila), Brasile (oltre 75mila) e Cina (oltre 69mila). Per il settore dei servizi al primo posto figura il Brasile (oltre 71mila addetti), seguito da Spagna (quasi 66mila) e Germania (quasi 63mila).
Per le imprese del settore manifatturiero residenti all’estero si conferma una forte variabilità per il costo del lavoro. Risulta molto elevato negli Stati Uniti (74,6mila euro), seguono Francia (54,8mila euro), Germania (51,4mila euro) e Regno Unito (49,2mila euro; Figura 2). Il costo del lavoro è piuttosto contenuto in Tunisia (4,8mila euro), Serbia (7,8mila euro) e India (7,9mila euro).
FIGURA 2. COSTO DEL LAVORO PRO CAPITE DELLE IMPRESE MANIFATTURIERE A CONTROLLO ITALIANO NEI PRINCIPALI PAESI DI LOCALIZZAZIONE. Anno 2020, in migliaia di euro
In calo la propensione all’investimento dei grandi gruppi industriali italiani
Il 46,7% dei principali gruppi multinazionali italiani attivi nell’industria (-5,8% rispetto al biennio precedente) e il 40,6% di quelli dei servizi (+3,5%) hanno realizzato o progettato per il 2021-2022 (biennio preso in considerazione dalla Rilevazione sulle attività estere delle imprese a controllo nazionale) un nuovo investimento di controllo all’estero. Più limitata, ma in crescita, è invece la propensione all’investimento estero dei gruppi multinazionali di medio-grande dimensione, con quote pari a 20,6% nell’industria (+4,1%) e 21,2% nei servizi (+0,9%), e dei gruppi multinazionali di piccola dimensione, con una quota del 10,5% nell’industria (+1,4%) e del 7,6% nei servizi (+1,4%).
L’area Ue14 (cfr. Glossario) si conferma la principale area di localizzazione dei nuovi investimenti di controllo all’estero delle multinazionali italiane sia nell’industria (25,6%) sia nei servizi (32,9%); seguono, per l’industria, Stati Uniti e Canada (16,0%) e Altri Paesi europei (15,3%). Per i gruppi attivi nei servizi, dopo l’area Ue14, si posizionano Altri Paesi europei (16,1%) e Stati Uniti e Canada (13,4%).
I nuovi investimenti di controllo all’estero realizzati o progettati nel 2021-2022 sono finalizzati, tanto per le imprese industriali che per quelle attive nei servizi, soprattutto alla produzione di merci e servizi (32,0% e 35,5% rispettivamente) e alla distribuzione e logistica (22,9% e 17,6%). Seguono il marketing, vendite e servizi post vendita inclusi i centri assistenza (21,9%) e i call center (14,7%).
Per il 78,3% dei gruppi multinazionali italiani dell’industria la motivazione prevalente alla base dei nuovi investimenti all’estero nel periodo 2021-2022 è la possibilità di accedere a nuovi mercati (Figura 3). I gruppi industriali ritengono determinanti altri due fattori: l’aumento della qualità e lo sviluppo di nuovi prodotti (22,0%) e l’accesso a nuove conoscenze o competenze tecniche specializzate (17,2%). Il costo del lavoro interessa soltanto il 12,5% dei gruppi industriali.
Anche per i gruppi multinazionali attivi nei servizi la motivazione prevalente per i nuovi investimenti è l’accesso a nuovi mercati (77,5%), seguono l’aumento della qualità e lo sviluppo di nuovi prodotti (25,4%) e l’accesso a nuove conoscenze o competenze tecniche specializzate (19,0%). Il costo del lavoro non è considerato una motivazione importante (12,5%).
FIGURA 3. PRINCIPALI MOTIVAZIONI DEI NUOVI INVESTIMENTI ESTERI PER I GRUPPI INDUSTRIALI. Biennio 2021-2022, composizioni percentualia)
a) Composizioni percentuali delle motivazioni (opzioni di risposta multipla) sul totale dei rispondenti che hanno dichiarato il fattore come pertinenteImprese a controllo estero più produttive di quelle a controllo nazionale
Il confronto tra la componente del sistema produttivo a controllo nazionale e quella a controllo estero, ottenuto tramite la definizione di impresa concordata a livello europeo, conferma differenze sostanziali nella performance economica misurata in termini di produttività (apparente) del lavoro (Cfr. Glossario nella definizione di Ent e Nota metodologica nel quadro normativo).
È infatti rilevante infatti la differenza nei livelli di produttività del lavoro: 81.200 euro per il totale delle imprese a controllo estero, 36.600 euro per quelle a controllo nazionale. Tali differenze a favore delle imprese a controllo estero sono diffuse in tutti i settori con pochissime eccezioni in controtendenza.
Nell’industria si registra un valore pari a 95.000 euro per le imprese a controllo estero contro 55.500 euro per quelle a controllo nazionale. La differenza si accentua nelle industrie alimentari, delle bevande e del tabacco dove la produttività delle imprese a controllo estero è più del doppio delle altre (123.100 contro 53.600). Lo stesso accade nella stampa e riproduzione di supporti registrati (87.500 contro 39.800) mentre è prossima al doppio nella confezione di articoli di abbigliamento e fabbricazione di articoli in pelle e similiari (67.400 contro 36.000), nelle altre industrie manifatturiere (78.000 contro 41.100) e nell’estrazione da cave e miniere (179.100 contro 99.300). Unici settori che registrano risultati in controtendenza sono la fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici dove la produttività delle imprese a controllo estero è pari a 149.300 contro 156.100 euro e la metallurgia con 48.400 euro contro 77.100 euro.
Tale differenza si conferma e si in tutti i settori dei servizi: la produttività del lavoro è pari a 73.500 euro per le imprese a controllo estero e a 28.200 euro per quelle a controllo nazionale.
Analizzando il peso economico a livello settoriale sul totale economia, la maggiore concentrazione di imprese a controllo estero si ha nella fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (20,4% delle unità del settore, 50,4% degli addetti, 52,7% del fatturato e 49,3% del valore aggiunto) (Figura 4). Rilevanti sono anche le quote di fatturato e valore aggiunto prodotte da queste imprese in altri settori, come ad esempio nella fabbricazione di prodotti chimici (37,6% del fatturato e 39,3% del valore aggiunto), nella fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (33,6% e 35%) e nella fabbricazione di macchinari e apparecchiature nca (25,1% e 22,5%).
Nei servizi, le imprese a controllo estero svolgono un ruolo importante nel settore dell’informazione e comunicazione (31% del fatturato e 28,4% del valore aggiunto), nel noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (23,2% e 27,2%) e nel commercio (22% e 20,9%).
FIGURA 4. FATTURATO E VALORE AGGIUNTO DELLE ENT A CONTROLLO ESTERO PER SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA. Anno 2020, percentuale delle imprese residenti in Italia
Glossario
Acquisti di beni o servizi: acquisti di materie prime sussidiarie e di consumo e acquisto di servizi forniti da terzi.
Addetto: persona occupata in un’unità giuridico-economica residente all’estero o in Italia come lavoratore indipendente o dipendente (a tempo pieno, a tempo parziale o con contratto di formazione lavoro), anche se temporaneamente assente (per servizio, ferie, malattia, sospensione dal lavoro, Cassa integrazione guadagni, ecc.). Comprende il titolare/i dell’impresa partecipante/i direttamente alla gestione, i cooperatori (soci di cooperative che, come corrispettivo della loro prestazione, percepiscono un compenso proporzionato all’opera resa e una quota degli utili dell’impresa), i coadiuvanti familiari (parenti o affini del titolare che prestano lavoro manuale senza una prefissata retribuzione contrattuale), i dirigenti, i quadri, gli impiegati, gli operai e gli apprendisti.
Affiliata estera: impresa o quasi-impresa (branch) residente sul territorio nazionale e controllata da un’unità istituzionale non residente.
Affiliate italiane all’estero: impresa o quasi-impresa (branch) residente all’estero e controllata da una unità istituzionale (impresa, persona fisica, istituzione pubblica o privata) residente in Italia. Il controllo è definito sulla base del concetto di controllante ultimo (italiano).
Archivio statistico delle imprese attive (Asia): archivio delle unità statistiche di osservazione delle indagini economiche dell’Istat, costituito in ottemperanza al Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio n. 177/2008 del 20 febbraio 2008, che istituisce un quadro comune per i registri di imprese utilizzati a fini statistici. Raccoglie le informazioni identificative (denominazione, localizzazione), strutturali (addetti, attività economica prevalente e secondaria, forma giuridica, volume degli affari) e demografiche (data di inizio attività, data di cessazione, stato di attività, presenza di procedure concorsuali) di tutte le imprese (e relative unità locali) attive in tutti i settori di attività economica (ad eccezione delle sezioni A, B, L, P e Q e dei soggetti privati non profit della classificazione Ateco versione 2002 per gli anni dal 2000 in poi e versione 1991 per gli anni precedenti, e delle sezioni A, O e U della classificazione Ateco versione 2007). L’Archivio Asia è aggiornato annualmente attraverso un processo di integrazione delle informazioni provenienti da fonti di natura amministrativa e statistica. In particolare, le principali fonti amministrative utilizzate sono: gli archivi gestiti dall’Agenzia delle entrate per il Ministero dell’economia e delle finanze, quali l’Anagrafe tributaria, le dichiarazioni annuali delle imposte indirette, le dichiarazioni dell’imposta regionale sulle attività produttive (Irap), gli Studi di settore, i dati del modello Unico, quadro Rh; i registri delle imprese delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e gli archivi collegati dei soci delle Società di capitale e delle “Persone” con cariche sociali; gli archivi dell’Istituto nazionale di previdenza sociale; l’archivio dell’Inail, delle assicurazioni per i lavoratori con contratto di somministrazione; l’archivio delle utenze telefoniche; l’archivio dei Bilanci consolidati e di esercizio; l’archivio degli Istituti di credito gestito dalla Banca d’Italia; l’archivio delle società di assicurazioni gestito dall’Isvap. Le fonti statistiche comprendono l’Indagine sulle unità locali delle grandi imprese (Iulgi) e le indagini strutturali e congiunturali che l’Istat effettua sulle imprese.
Aree geografiche: sono definite in relazione alla Geonomenclatura Eurostat. In particolare, l’Ue14 comprende, oltre l’Italia, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Svezia, Austria, Finlandia. L’Ue27 comprende, l’Ue14, Repubblica Ceca, Estonia, Cipro, Lituania, Lettonia, Ungheria, Malta, Polonia, Slovenia, Slovacchia, Bulgaria, Romania, Croazia; gli Altri Paesi europei includono: Albania, Andorra, Bielorussia, Bosnia e Erzegovina, Faer Øer, Gibilterra, Islanda, Kosovo, Liechtenstein, Macedonia (ex repubblica iugoslava), Moldavia, Montenegro, Norvegia, Regno Unito, Russia, Santa Sede (Stato della Città del Vaticano), Serbia, Svizzera, Turchia e Ucraina; il Nord America comprende: Canada, Groenlandia e Stati Uniti.
Attività ancillari: attività economiche specifiche (quali la gestione della contabilità, del personale, della logistica e dei magazzini) diverse dall’attività principale dell’impresa o del gruppo, spesso svolte da unità separate e sempre senza nessuna collocazione diretta sul mercato.
Attività economica: è relativa all’impresa a controllo nazionale residente all’estero, oppure all’impresa a controllo estero residente in Italia. È l’attività di produzione di beni o servizi che ha luogo quando risorse quali lavoro, impianti e materie prime concorrono all’ottenimento di beni o alla prestazione di servizi. Un’attività economica è caratterizzata dall’uso di fattori della produzione, da un processo di produzione e da uno o più prodotti ottenuti (merci o prestazioni di servizi). Ai fini della produzione dell’informazione statistica, le attività economiche sono classificate secondo la nomenclatura europea Nace Rev.2 (Ateco versione 2007 a livello nazionale) mentre il dettaglio di analisi, e quindi di raccolta dell’informazione statistica, è definito dal Regolamento FATS.
Branch: vedi sede secondaria.
Classificazione delle attività economiche per intensità tecnologica e contenuto di conoscenza dei settori (Ocde-Eurostat): estende ai servizi la classificazione originariamente sviluppata da Pavitt (1984). In particolare sono considerate industrie ad alta tecnologia i gruppi ATECO 303 e 325 e le divisioni 21 e 26 ; industrie a medio-alta tecnologia le divisioni 20, 27, 28, 29, 30, 33 (escluso il gruppo 303) e il gruppo 254 ; industrie a medio-bassa tecnologia le divisioni 19, 22, 23, 24, 25 (escluso il gruppo 254); industrie a bassa tecnologia le divisioni 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 31, 32 (escluso il gruppo 325). I servizi tecnologici ad elevata conoscenza includono le divisioni 53,58,60-63; i servizi di mercato ad elevata conoscenza comprendono le divisioni 50, 51, 68, 69-71, 73, 74, 77, 78, 80-82; i servizi finanziari ad elevata conoscenza sono costituiti dalle divisioni 64, 65, 66. I servizi che non presentano un elevato contenuto di conoscenza, denominati Altri servizi, sono ricostruibili per differenza dai precedenti raggruppamenti e includono le divisioni 45, 46, 47, 49, 52, 55,56, 59, 75, 79.
Controllante ultimo (italiano): unità istituzionale (impresa, persona fisica o istituzione) residente in Italia che si colloca all’ultimo anello della catena di controllo dell’impresa residente all’estero. Pertanto, al fine di individuare correttamente l’insieme delle controllate italiane residenti all’estero è necessario considerare l’intera struttura di controllo del gruppo multinazionale a controllo nazionale, inclusa la presenza di controllate estere che dipendono da holding intermedie residenti all’estero.
Controllante ultimo (estero): unità istituzionale (impresa, persona fisica o istituzione) che si colloca all’ultimo anello della catena di controllo dell’impresa. Pertanto, al fine di individuare correttamente questo soggetto, è necessario ricostruire l’intera catena di controllo fino ad individuare il soggetto economico che non risulta a sua volta controllato, direttamente o indirettamente, da altri. Il paese del controllante è individuato dalla residenza del controllante ultimo.
Controllata (impresa): l’impresa A è definita come controllata da un’unità istituzionale B quando quest’ultima controlla, al 31 dicembre dell’anno di riferimento, direttamente o indirettamente, oltre il 50% delle sue quote o azioni con diritto di voto.
Controllo: capacità di determinare l’attività generale dell’impresa, anche scegliendo gli amministratori più idonei. Il controllo può risultare di difficile determinazione e pertanto, nei processi di acquisizione delle informazioni, la quota di proprietà del capitale sociale con diritto di voto è spesso impiegata come sua proxy. L’impresa A, residente all’estero, è definita come controllata da un’unità istituzionale B, residente in Italia, quando quest’ultima controlla, al 31 dicembre dell’anno di riferimento, direttamente o indirettamente, oltre il 50% delle sue quote o azioni con diritto di voto. Sono tuttavia considerati come casi particolari le limitazioni/sospensioni del controllo effettivo dell’impresa dovuti ad accordi o connessi a regolamentazioni presenti nel paese in cui opera la controllata estera.
Controllo diretto estero da parte di persone fisiche residenti in Italia: si realizza quando il controllante diretto dell’impresa residente all’estero è una persona fisica residente in Italia. Questa tipologia di controllo è diffusa nel settore delle piccole e medie imprese anche se geograficamente limitata quasi esclusivamente al caso della Romania.
Costo del lavoro: comprende tutte le voci che costituiscono la retribuzione lorda del personale dipendente (dirigenti, quadri, impiegati, operai, commessi, apprendisti e lavoranti a domicilio): paga base, indennità di contingenza e altre indennità similari per la parte non conglobata, interessenze, lavoro straordinario, compensi per ferie e festività, gratifiche natalizie, mensilità oltre la dodicesima e altre analoghe erogazioni e corresponsioni in natura. Sono inoltre incluse le spese per contributi sociali al netto di eventuali fiscalizzazioni, le provvidenze varie, le quote accantonate nell’esercizio per provvedere alla successiva corresponsione delle indennità di fine rapporto lavoro e le spese sociali varie (nidi di infanzia, colonie marine e montane, eccetera). La sua misurazione può variare significativamente in relazione alle diverse regolamentazioni e leggi presenti nel paese di residenza nel caso della controllata italiana.
Costo unitario del lavoro: rapporto tra costo del lavoro e numero di dipendenti.
Controllo estero: quando il controllante ultimo è residente in un paese diverso da quello dell’impresa controllata.
Dipendente: persona che svolge la propria attività lavorativa in un’unità giuridico-economica ed è iscritta nei libri paga dell’impresa o istituzione. Sono considerati lavoratori dipendenti i soci di cooperativa iscritti nei libro paga, i dirigenti, i quadri, gli impiegati e gli operai, a tempo pieno o parziale, gli apprendisti, i lavoratori a domicilio iscritti nei libro paga, i lavoratori stagionali, i lavoratori con contratto di formazione lavoro.
Ent (da Enterprise): secondo il Regolamento UE 696/93 “L’impresa corrisponde alla più piccola combinazione di unità giuridiche che costituisce un’unità organizzativa per la produzione di beni e servizi che fruisce d’una certa autonomia decisionale. In particolare per quanto attiene alla destinazione delle sue risorse correnti. Un’impresa esercita una o più attività in uno o più luoghi. Un’impresa può corrispondere a una sola unità giuridica. L’impresa è definita come un’entità economica che, in certe circostanze, può corrispondere al raggruppamento di più unità giuridiche. Certe unità giuridiche esercitano infatti attività esclusivamente a favore di un’altra entità giuridica e la loro esistenza è dovuta unicamente a ragioni amministrative (ad esempio fiscali) senza assumere rilevanza dal punto di vista economico. Rientrano in questa categoria anche una grande parte delle unità giuridiche senza posti di lavoro. Spesso le loro attività devono essere interpretate come attività ausiliarie dell’unità giuridica madre a cui essa appartengono e a cui devono essere ricollegate per costituire l’entità «impresa» utilizzata per l’analisi economica”.
Esportazioni di merci o servizi: si riferiscono agli scambi di merci e servizi effettuati dalla controllata estera nei confronti di paesi diversi da quello in cui questa risiede. Pertanto i flussi commerciali da e verso l’Italia sono considerati come parte delle importazioni o esportazioni della controllata estera. Le esportazioni o le importazioni totali si riferiscono al complesso degli scambi realizzati dalla controllata estera, mentre gli scambi intra-gruppo fanno invece riferimento ad un loro sottoinsieme, relativo agli scambi realizzati con imprese appartenenti allo stesso gruppo internazionale residenti in un paese diverso, inclusa l’Italia (intra-firm trade).
FATS (Foreign Affiliates Statistics): acronimo in lingua inglese che definisce le statistiche sull’attività complessiva delle affiliate estere. In particolare, le statistiche che definiscono l’attività delle affiliate estere sul territorio nazionale sono chiamate Inward FATS, mentre quelle relative all’attività delle affiliate all’estero controllate da imprese residenti sul territorio nazionale sono definite Outward FATS.
Fatturato: comprende le vendite di prodotti fabbricati dall’impresa, gli introiti per lavorazioni eseguite per conto terzi, gli introiti per eventuali prestazioni a terzi di servizi non industriali (commissioni, noleggi di macchinari, ecc.), le vendite di merci acquistate in nome proprio e rivendute senza trasformazione, le commissioni, le provvigioni e altri compensi per vendite di beni per conto terzi, gli introiti lordi del traffico e le prestazioni di servizi a terzi. Per le imprese residenti all’estero, il fatturato viene misurato in relazione al bilancio di esercizio o di altro documento contabile predisposto dalla controllata estera al lordo dei flussi di consolidamento interni al gruppo multinazionale. Per le imprese a controllo estero residenti in Italia, è inteso al lordo di tutte le spese addebitate ai clienti (trasporti, imballaggi, assicurazioni e simili) e delle imposte indirette (fabbricazione, consumo, ecc.) ad eccezione dell’IVA fatturata ai clienti, al netto di abbuoni e sconti accordati ai clienti e delle merci rese; sono inoltre esclusi: rimborsi di imposte all’esportazione, interessi di mora e quelli sulle vendite rateali. Il valore dei lavori eseguiti nel corso dell’esercizio da parte delle imprese di costruzione e cantieristiche sono conglobati nel valore complessivo del fatturato.
Fatturato al netto degli acquisti di beni e servizi intermedi: è dato dalla differenza tra fatturato e acquisti di beni e servizi intermedi. Tale aggregato rappresenta una stima, ancorché approssimativa, della creazione di valore aggiunto realizzata all’estero. La rilevazione del valore aggiunto realizzato all’estero risulta particolarmente complessa e onerosa per le imprese. Si segnala che le discrepanze tra questa variabile e il valore aggiunto, valutate nell’ambito delle statistiche strutturali sui conti economici delle imprese residenti in Italia, risultano inferiori al 10% per tutti i settori di attività economica, ad eccezione del coke e raffinerie di petrolio, costruzioni, Ricerca e sviluppo, attività immobiliari e, in misura più limitata, nella fabbricazione di mezzi di trasporto e fabbricazione macchine e apparecchi meccanici.
Grado di internazionalizzazione attiva: è valutato sulla base dell’incidenza delle attività realizzate all’estero rispetto al complesso di quelle svolte in Italia, dove entrambe sono misurate in termini di addetti.
Grandi imprese: con 250 addetti e oltre.
Gruppi multinazionali di medio-grande dimensione: questa tipologia comprende i gruppi multinazionali con un fatturato consolidato del gruppo compreso tra 50 milioni e 499 milioni di euro e/o un numero di controllate all’estero compreso tra 5 e 19.
Gruppi multinazionali di piccola dimensione: questa tipologia comprende i gruppi multinazionali con un fatturato consolidato del gruppo minore di 50 milioni di euro e/o un numero di imprese controllate all’estero minore di 5.
Investimenti fissi lordi: acquisizioni di capitali fissi effettuate nel corso dell’anno; comprendono anche il valore dei beni capitali prodotti dall’azienda per uso proprio e delle riparazioni e manutenzioni straordinarie eseguite dall’impresa stessa sugli impianti aziendali.
Medie imprese: Imprese con addetti compresi tra 50 e 249.
Paese di residenza della multinazionale estera: Paese in cui risiede il controllante ultimo dell’impresa (impresa, persona fisica o istituzione). Non sono, pertanto, considerate a controllo estero le imprese con sede legale, controllante prossimo o intermedio, società holding o fiduciarie residenti all’estero qualora il controllante ultimo risulti residente in Italia.
Principali gruppi multinazionali: questa tipologia comprende i gruppi multinazionali che presentano un fatturato consolidato del gruppo superiore a 500 milioni di euro e/o un numero di imprese controllate all’estero maggiore o uguale a 20.
Produttività (apparente) del lavoro: rapporto tra valore aggiunto e numero di addetti.
Redditività lorda: quota di valore aggiunto assorbita dal margine operativo lordo. Tale indicatore si ottiene depurando il margine operativo lordo della componente di remunerazione dei lavoratori indipendenti assimilabile al “reddito da lavoro” dell’imprenditore. Il margine operativo lordo è calcolato sottraendo il costo del lavoro al valore aggiunto e rappresenta il surplus generato dall’attività produttiva dopo aver remunerato il lavoro dipendente. Il costo del lavoro tiene conto della remunerazione nominale dei lavoratori indipendenti.
Scambi complessivi e scambi intra-gruppo di merci o servizi: i primi si riferiscono al complesso degli scambi realizzati dall’impresa a controllo estero con operatori economici residenti all’estero. I secondi riguardano un loro sottoinsieme, relativo agli scambi realizzati con imprese (estere) appartenenti allo stesso gruppo internazionale (intra-firm trade). Sono pertanto esclusi dal computo gli scambi realizzati con altre imprese residenti in Italia e appartenenti al medesimo gruppo internazionale.
Sede secondaria o Branch: unità locale senza autonomia giuridica propria che risulta dipendere da un’impresa a controllo nazionale. Sono considerate come quasi-imprese.
Special purpose entity o SPE: unità legali costituite nell’ambito di un gruppo multinazionale al fine di realizzare attività strumentali o limitate nel tempo e negli obiettivi.
Spesa in Ricerca e sviluppo (intra-muros): spesa per attività di R&S svolta dalle imprese o dagli enti pubblici con proprio personale e proprie attrezzature.
Trasferimenti di competenze manageriali, commerciali o di altro tipo: riguardano gli scambi di competenze e conoscenze di natura non scientifica e tecnologica che si realizzano tra l’impresa e le imprese residenti all’estero appartenenti allo stesso gruppo multinazionale. Questi scambi possono riguardare l’adozione di nuove procedure o strategie in relazione all’organizzazione complessiva dell’impresa o a sue specifiche funzioni: commerciale, amministrativa, logistica, ecc.
Trasferimenti di conoscenze scientifiche e tecnologiche: riguardano gli scambi di competenze e conoscenze di tipo scientifico e tecnologico che si realizzano tra l’impresa e le imprese residenti all’estero appartenenti allo stesso gruppo multinazionale. Questi scambi possono essere di tipo sia materiale (prodotti intermedi o strumentali ad elevato contenuto tecnologico) sia immateriale (utilizzo di brevetti, licenze, software o rapporti di collaborazione in attività di ricerca, progettazione e innovazione).
Unità giuridica: unità giuridico-economica che produce beni e servizi destinabili alla vendita e che, in base alle leggi vigenti o a proprie norme statutarie, ha facoltà di distribuire profitti realizzati ai soggetti proprietari siano essi privati o pubblici. Il responsabile è rappresentato da una o più persone fisiche, in forma individuale o associata, o da una o più persone giuridiche. Tra le imprese sono comprese: le imprese individuali, le società di persone, le società di capitali, le società cooperative, le aziende speciali di comuni o province o regioni. Sono considerate imprese anche i lavoratori autonomi e i liberi professionisti.
Unità istituzionale: centro elementare di decisione economica caratterizzato da uniformità di comportamento e da autonomia di decisione nell’esercizio della sua funzione principale. Può riferirsi a persone fisiche, imprese o istituzioni.
Valore aggiunto: incremento di valore che l’attività dell’impresa apporta al valore dei beni e servizi ricevuti da altre aziende mediante l’impiego dei propri fattori produttivi (lavoro, capitale e attività imprenditoriale). Tale aggregato è ottenuto sottraendo l’ammontare dei costi al totale dei ricavi: i primi comprendono i costi per acquisti lordi, per servizi vari e per godimento di servizi di terzi, le variazioni delle rimanenze di materie e di merci acquistate senza trasformazione e gli oneri diversi di gestione; i secondi contengono il valore del fatturato lordo, le variazioni delle giacenze di prodotti finiti, semilavorati e in corso di lavorazione, gli incrementi delle immobilizzazioni per lavori interni e i ricavi accessori di gestione.
Nota metodologica
Quadro normativo
La produzione statistica orientata a misurare i fenomeni connessi all’internazionalizzazione delle imprese è stata oggetto di armonizzazione nell’Unione Europea attraverso il Regolamento Ce N. 716/2007 del Parlamento europeo e del Consiglio del 20 giugno 2007. Il Regolamento definisce, in relazione al paese che produce le statistiche, due distinte popolazioni di imprese: le imprese a controllo estero residenti in Italia (Inward FATS statistics) e le imprese a controllo nazionale residenti all’estero (Outward FATS statistics).
L’analisi condotta è basata sia sulla definizione di impresa come unità giuridica, ma anche sulla definizione di impresa utilizzata a livello europeo (Ent dal termine inglese Enterprise, cfr. glossario) definita nel Regolamento UE 696/93.
Principali caratteristiche del sistema di indagini sulle imprese multinazionali
Il quadro concettuale e definitorio per la produzione di statistiche Inward e Outward FATS è definito a livello nazionale dal Regolamento sopra indicato in modo integrato. Sulla base del concetto di controllante ultimo estero è possibile infatti definire in modo accurato e non sovrapposto le due popolazione di rifermento. Questo risultato è assicurato da un sistema di monitoraggio che consente di anticipare le principali entrate e uscite dalle due popolazione e anche il passaggio da una popolazione all’altra, come sempre più spesso avviene per le multinazionali italiane che sono acquisite da multinazionali estere. A livello di processo di produzione statistica il sistema di indagini sulle imprese multinazionali si compone di due distinte rilevazioni dirette (Rilevazione sulle imprese a controllo estero residenti in Italia e Rilevazione sulle attività estere delle imprese a controllo nazionale), entrambe di carattere censuario al fine di garantire la qualità dei dati rispetto a domini di stima notevolmente dettagliati e basati sull’incrocio tra attività economica e paese. L’utilizzo integrato degli archivi e di altre fonti di carattere informativo (dati amministrativi, siti aziendali, profiling dei principali gruppi multinazionali) consente di selezionare a priori il sotto-insieme delle imprese potenzialmente interessate alla rilevazione riducendo al minimo il fastidio statistico sulle imprese non interessate dal fenomeno oggetto di indagine. Ad esempio, nel caso della rilevazione sulle imprese a controllo estero le imprese che si sono dichiarate a controllo nazionale sono meno del 7% dei rispondenti, mentre il 10% si rileva per le imprese a controllo nazionale che dichiarano di non controllare imprese residenti all’estero. Nei paragrafi che seguono vengono illustrate le principali caratteristiche del processo di produzione e delle metodologie impiegate per ciascuna indagine.
Rilevazione sulle imprese a controllo estero residenti in Italia (Inward FATS)
Popolazione di riferimento e fonti impiegate
Il campo di osservazione delle statistiche Inward FATS è costituito dalle imprese e dalle unità locali (branches) residenti in Italia e sottoposte a controllo ultimo estero che risultano attive nei settori da B a N e P-Q-R-S della classificazione delle attività economiche Ateco 2007.
La produzione di statistiche Inward FATS è realizzata a partire dall’integrazione di un ampio insieme di fonti informative di tipo prevalentemente censuario riportate nel seguente prospetto.
PROSPETTO 1. ELENCO DELLE FONTI INFORMATIVE IMPIEGATE PER LA PRODUZIONE DELLE STATISTICHE INWARD FATS
Fonti informative Caratteri e variabili economiche impiegati per le stime
A. Panel delle imprese a controllo estero integrato con i risultati della rilevazione censuaria sulle imprese a controllo estero in Italia Nazionalità estera del controllante ultimo e scambi con l’estero di merci e servizi (nel complesso e per la componente intra-firm)
B. Archivio dei gruppi di imprese Struttura del gruppo e nazionalità del vertice, lista di imprese a controllo diretto estero.
C. Archivio statistico delle imprese attive in Italia (ASIA) Caratteri anagrafici dell’impresa (codice di attività economica, numero di addetti, ecc), elenco delle imprese operanti in Italia con forma giuridica estera.
D. Principali giornali, pubblicazioni specialistiche, database commerciali, a livello nazionale e internazionale Monitoraggio delle principali imprese a controllo estero in relazione ad eventi di entrata o uscita dalla popolazione di imprese a controllo estero nonché di cambiamento di nazionalità estera.
E. Rilevazione sul sistema dei conti delle imprese (SCI) Fatturato, valore aggiunto al costo dei fattori, valore della produzione, costi per il personale, acquisti totali di beni e servizi, acquisti di beni e servizi per la rivendita senza trasformazione, investimenti fissi lordi
F. Dati Frame-SBS integrati con i risultati della rilevazione sulle piccole e medie imprese e sull’esercizio di arti e professioni (PMI) G. Rilevazione sulla Ricerca e sviluppo nelle imprese (RS1) Spesa per Ricerca e sviluppo
H. Rilevazioni sul commercio estero (COE) Esportazioni e importazioni di merci
Individuazione lista di partenza
Le informazioni sul controllo estero hanno natura censuaria e derivano dall’aggiornamento annuale del panel ISTAT sulle affiliate residenti in Italia delle multinazionali estere composto da circa 15.800 unità. Questo panel, che contribuisce anche all’aggiornamento dell’archivio sui gruppi di impresa, viene aggiornato annualmente integrando una pluralità di fonti: rilevazione censuaria inclusa nel PSN, analisi dei segnali provenienti dalle fonti amministrative, allineamento con l’archivio gruppi e attività di profiling sulle unità economiche più influenti.
Strategie e strumenti di rilevazione
La rilevazione è censuaria per le imprese con oltre 50 addetti, campionaria per le altre (campionamento casuale con strati definiti dalla combinazione classe di addetti e attività economica, dove quest’ultima è definita in modo coerente con la classificazione richiesta dal Regolamento=Ateco_FATS). La raccolta dati è biennale e con periodo di riferimento 2019-2020, ha coinvolto 8.935 imprese con un tasso di risposta pari al 69%. La rilevazione diretta è realizzata in modalità esclusivamente elettronica e consente di raccogliere informazioni sul controllante ultimo dell’impresa e sul paese di residenza del controllante.
Sono raccolte inoltre informazioni relative alle esportazioni e importazioni di merci e servizi, con il dettaglio relativo agli scambi intragruppo. Infine si richiedono informazioni qualitative relative agli interscambi di conoscenze scientifiche e competenze manageriali dall’estero per il tramite del gruppo di appartenenza
Trattamento statistico delle mancate risposte e integrazione variabili economiche
Le informazioni sul controllo estero per le imprese non rispondenti sono state verificate puntualmente per tutte le imprese con almeno 100 addetti e a campione per le imprese con meno di 100 addetti al fine di garantire la qualità dei dati. In particolare, gli eventi di entrata o uscita dalla popolazione delle imprese a controllo estero sono stati monitorati sulla base delle principali fonti informative, mentre la qualità e la coerenza con le definizioni adottate relative al controllo ultimo dell’impresa sono state verificate per le imprese con un significativo impatto sulle variabili economiche prodotte a livello aggregato. A partire dall’anno 2018, per una migliore copertura si sono completamente integrati i risultati della Rilevazione con il Registro dei gruppi di impresa e pertanto si è passati da una logica di riproporzionamento del controllo estero e dei paesi di residenza del controllante ultimo, ad una logica censuaria. Per tale motivo, come riportato nel testo e nelle tavole la numerosità di imprese a controlllo estero ha subito delle variazioni in termine di paese di residenza del controllante ultimo. Le principali variabili economico-strutturali Inward FATS sono ottenute a partire dall’integrazione di tipo censuario della lista aggiornata delle imprese a controllo estero con i microdati relativi alle indagini sui conti economici delle imprese (SCI e Frame SBS integrato con i risultati della rilevazione PMI), sulla Ricerca e sviluppo nelle imprese (RS1) e, limitatamente all’interscambio di merci, alle rilevazioni sul commercio con l’estero (COE). Per i risultati ottenuti sulle variabili economiche delle imprese a controllo estero è stata verificata la coerenza con le stime prodotte per gli altri domini statistici che riportano le stesse variabili (SBS). La quantificazione degli scambi complessivi di merci e la stima della componente intra-gruppo è frutto dell’integrazione dei dati COE e di quelli raccolti presso le imprese a controllo estero. L’informazione relativa al paese di residenza del controllante ultimo dell’impresa, se non disponibile, è stata a sua volta stimata impiegando tecniche di riproporzionamento che tengono conto della distribuzione dei rispondenti per paese e attività economica.
Rilevazione sulle attività estere delle imprese a controllo nazionale (Outward FATS)
Popolazione di riferimento
L’unità di analisi delle statistiche Outward FATS è costituita dalle imprese e dalle unità ad esse assimilabili (Branches e SPE di tipo non finanziario) residenti all’estero e sottoposte a controllo ultimo nazionale. Le attività realizzate all’estero sono incluse nei settori da B a N e P-Q-R-S della classificazione delle attività economiche Ateco 2007.
Individuazione della lista di partenza
L’unità di rilevazione è costituita dai vertici di gruppi di impresa residenti in Italia per cui esistono i presupposti giuridici per la raccolta. In particolare, l’impresa che ha la funzione di vertice del gruppo risponde per l’intero perimetro estero del gruppo multinazionale.
Popolazione di riferimento e fonti impiegate
Al fine di ridurre il burden statistico sulle imprese e migliorare l’accuratezza delle stime, l’universo di riferimento, costituito dall’insieme delle imprese residenti all’estero e a controllo ultimo italiano e le relative unità di rilevazione ad esso associate, è stato individuato a priori integrando le seguenti fonti:
Archivio statistico delle imprese
Archivio gruppi di impresa
Dati di bilancio (esercizio e consolidati) per la parte relativa alle partecipazioni di controllo in imprese residenti all’estero (Elenco delle partecipazioni in altre società incluse nella nota integrativa). In particolare, la definizione di controllante ultimo adottata dal Regolamento FATS ha richiesto di realizzare alcune integrazioni dell’universo di riferimento per tenere conto di casi particolari di controllo ultimo italiano riducendo cosi la sottostima del fenomeno oggetto di indagine. I principali casi particolari considerati sono stati “controllo estero su estero” e “persone fisiche residenti in Italia che controllano direttamente imprese residenti all’estero”. La prima tipologia, che riguarda un numero limitato di grandi gruppi industriali italiani ha consentito di recuperare informazioni relative ad affiliate estere controllate direttamente da holding residenti all’estero e a controllo ultimo italiano (una o più persone fisiche). La seconda tipologia, relativa a un numero elevato di imprese, prevalentemente localizzate in Romania, riguarda la costituzione diretta di società all’estero da parte una o più persone fisiche residenti in Italia. In entrambi i casi per l’integrazione si è impiegata una banca dati internazionale (banca dati commerciale ORBIS prodotta e commercializzata da Bureau Van Dijk).
Strategie e strumenti di rilevazione
Dato l’elevato numero e dettaglio dei domini di stima richiesti dal Regolamento FATS – che richiede la produzione di statistiche congiuntamente per settore di attività economica e paese di residenza delle controllate estere – si è optato per una rilevazione censuaria che ha interessato circa 5.897 vertici di gruppi di imprese che detengono almeno una partecipazione di controllo in un’impresa residente all’estero. La selezione a priori della lista di imprese da sottoporre ad indagine ha consentito tanto di operare su una lista di imprese molto limitata, riducendo al minino il carico statistico sulle imprese non interessate al fenomeno, quanto di razionalizzare la raccolta dati. Questa è stata attuata escludendo tutte le controllate intermedie dei gruppi e intervistando il vertice del gruppo, cui sono state chieste informazioni relative all’insieme delle imprese controllate direttamente o indirettamente, tramite altre controllate residenti in Italia o all’estero. La rilevazione diretta sulle imprese residenti in Italia è stata realizzata in modalità esclusivamente elettronica e ha consentito di raccogliere informazioni sull’attività economica, sul paese di residenza e sulle principali variabili economiche delle controllate estere. Il tasso di risposta dell’indagine è stato pari al 69% in termini di unità di rilevazione (vertici di impresa) con un impatto rilevante in termini di unità di analisi e relative variabili (Prospetto 2). Si segnala infatti la presenza di una forte correlazione tra tasso di risposta e dimensione economica del gruppo: per i principali gruppi multinazionali italiani il tasso di risposta è risultato pari al 99%, mentre è risultato molto superiore alla media per i gruppi multinazionali italiani di medie dimensioni.
Trattamento statistico delle mancate risposte totali e parziali
La stima delle mancate risposte totali (l’unità di rilevazione non ha risposto per tutte le unità di analisi da essa controllate) risulta particolarmente complessa nel contesto di un’indagine volta a rilevare attività economiche non residenti in Italia. Le caratteristiche delle unità di rilevazione (attività e dimensione economica) non sono necessariamente correlate con le caratteristiche delle unità di analisi. In particolare, a un vertice possono essere associate una o più controllate estere e la distribuzione delle controllate estere per settore di attività economica e paese di residenza può differire notevolmente anche tra vertici di gruppi di imprese con caratteristiche molto simili in termini di dimensione economica complessiva e caratteristiche delle unità residenti. La banca dati commerciale ORBIS, prodotta e commercializzata da Bureau Van Dijk, è stata impiegata limitatamente alla variabile di classificazione “attività economica” e alle variabili di analisi “addetti” e “fatturato”, per la ricostruzione delle principali unità di analisi non rispondenti (sottocopertura delle unità controllate fornite da un rispondente o mancata risposta totale). L’impiego di questa fonte ha determinato un significativo recupero del tasso di mancata risposta. La mancata o parziale ricostruzione delle controllate che fanno capo a un medesimo vertice, connessa con problemi di copertura, completezza e qualità dell’informazione presente nella banca dati commerciali, ha richiesto di adottare opportune metodologie di stima per la parte residuale di unità di analisi non rilevate e non integrate. Il metodo di stima impiegato tiene conto sia delle caratteristiche delle unità di rilevazione (dimensione economica e attività economica “prevalente” del gruppo di imprese), sia delle caratteristiche note delle unità di analisi (numero di controllate e area geografica di residenza). Il prospetto 2 riporta in sintesi il contributo delle diverse fonti e metodi che hanno determinato la produzione degli aggregati finali.
PROSPETTO 2. CONTRIBUTO DELLE DIVERSE FONTI E METODI ALLE STIME FINALI. In percentuale del totale
FONTI E METODI DI STIMA NUMERO DI CONTROLLATE NUMERO DI ADDETTI FATTURATO
Dati rilevati tramite indagine 63,2 85,1 94,1
Integrazione mancate risposte totali o parziali con banca dati internazionale 1,3 3,5 3,2
Recupero copertura per casi particolari con banca dati internazionale 1,8 1,8 1,5
Totale dati rilevati o ricostruiti 66,3 90,4 98,8
Stima mancate risposte totali o parziali 33,7 9,6 1,2
Informazioni sulla riservatezza dei dati
I dati raccolti sono tutelati dal segreto statistico e sottoposti alla normativa sulla protezione dei dati personali. Questi possono essere utilizzati, anche per successivi trattamenti, esclusivamente per fini statistici dai soggetti del Sistema statistico nazionale e possono, altresì, essere comunicati per finalità di ricerca scientifica alle condizioni e secondo le modalità previste dall’art. 7 del Codice di deontologia per il trattamento di dati personali effettuato nell’ambito del Sistema statistico nazionale e dal regolamento comunitario n. 831/2002. Le stime diffuse in forma aggregata, sono tali da non poter risalire ai soggetti che hanno fornito i dati o a cui si riferiscono.
Diffusione
A conclusione del processo produttivo delle due rilevazioni, i risultati ottenuti vengono pubblicati attraverso i seguenti canali di diffusione:
-La Statistica Report “Struttura e competitività delle imprese multinazionali”.
-Volume istituzionale “Annuario Statistico Italiano”.
-Annuario Istat-Ice-Parte dei dati risultano consultabili anche sul sito di Eurostat.
I dati elementari rilevati nel corso dell’indagine sono resi disponibili per gli utenti che ne facciano richiesta. In ogni caso, i dati sono rilasciati in forma anonima.
Per chiarimenti tecnici e metodologici
Emanuela Trinca
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