
(AGENPARL) – lun 24 ottobre 2022 Gianni Tonelli è un fiume in piena oggi, dopo essere stato assolto dal tribunale di Roma, su richiesta del P.M. dal reato previsto dal 2° comma dell’art 331 c.p., assieme ad altri poliziotti perché il fatto non sussiste. Dopo 61 giorni di sciopero della fame, 27 kg persi al freddo sotto Montecitorio e al Quirinale, dopo due infarti, il suicidio di un poliziotto e dopo 7 anni di travaglio giudiziario si conclude oggi una delle più vergognose pagine della nostra storia.
“Questa non è vera giustizia -dichiara Tonelli-, perchéla lunga serie di reati commessi per ordire questo complotto, purtroppo, sono andati in prescrizione e quindi i responsabili non ne risponderanno né in sede penale né in sede civile. Tutti hanno ben presente che le politiche della spending review, dal 2013 al 2018, debilitarono completamente l’apparato della sicurezza.
Ricordo come fosse oggi che, dopo i cruenti episodi di Charlie Hebdo, del Bataclan, della strage dei mercatini di Natale a Berlino e sul lungomare di Nizza nella qualità di Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia, dopo aver tentato in tutti i modi di colloquiare con il governo Renzi, col ministro Alfano e con l’allora Capo della Polizia Alessandro Pansa, fui costretto a denunciare pubblicamente una situazione che metteva in pericolo l’intera comunità del Paese. La debilitazione dell’apparato della sicurezza causata dal taglio di circa 43mila unità negli organicidelle forze dell’ordine, dal prosciugamento delle risorse per le divise, il controllo del territorio e la mancanza di auto, caschi marci, giubbetti antiproiettile scaduti, in scadenza e comunque inidonei all’arma lunga, pistole mitragliatrici degli anni settanta e mancanza di formazione al tiro dinamico su bersagli in movimento, imponevano un’azione di consapevolezza mediante un’attività di informazione-denuncia nei confronti dell’intero Paese relativamente alle condizioni in cui versava il comparto sicurezza. Tutto ciò in ossequio ai doveri imposti dagli articoli 1, 2 e 3 della Carta Costituzionale e dallo spirito della legge 121 del 1981.
Questa denuncia scolpiva sulla roccia una responsabilitàineludibile e inaffrancabile del Governo e del Dipartimento della Pubblica Sicurezza. Per questo è risultato indispensabile procedere per chiudermi la bocca con un avviso di garanzia sul letto d’ospedale. Un processo di sette anni fondato sul nulla, e raccontato nel mio libro “Il digiuno della legge” con un complotto politico-giudiziario-amministrativo per preservare interessi politici di bottega e di carriera deivertici del Dipartimento della P.S.. Oggi io non ho avuto giustizia, -sottolinea Tonelli- perché sapevo da sempre che il fatto non sussisteva ma dopo sette anni sono sfumate le possibilitàdi perseguire un’infinitàdi reati e di comportamenti illeciti compiuti al fine di ordire questo complotto. Da poliziotto e da Segretario Generale del SAP, io ho fatto il mio dovere. Era mio dovere segnalare all’opinione pubblica e alla classe dirigente del Paese la gravitàdella situazione. Dopo quanto accaduto oltralpe le mie denunce pubbliche avrebbero chiamato i responsabili a dover rendere conto del loro operate se lo jihadismo islamico avesse colpito anche in Italia?Da uomo delle istituzioni, l’aver fatto il mio dovere è forse una colpa?Siamo stati tutti assolti perché il fatto non sussiste. Purtroppo uno dei poliziotti coinvolti non ha potuto gioire di questa vittoria perchéall’epoca dei fatti non ebbe la forza di sostenere il peso di un’accusa ingiusta, un disagio che non seppe gestire e che lo fece cadere in depressione, portandolo verso una strada buia che lo ha poi condotto all’estremo gesto del suicidio.
Chiunque è in grado di comprendere che è stato “criminale” portare a giudizio la mia persona omettendo di delineare una condotta e ancor più imputarmi per un reato proprio in difetto di qualifica, ossia quello dell’imprenditore, art.331c.p., 2°comma. Necessita sottolineare che tutte le persone coinvolte erano poliziotti, non imprenditori, i fatti sono avvenuti in servizio ed erano pienamente legittimi come dichiarato dalla sentenza di oggi. A tal proposito cercherò nelle pieghe del nostro ordinamento gli strumenti per perseguire, per quanto possibile, in sede penale e civile gli autori del complotto affinché sia fatta realmente giustizia. La veritàsu questa vicenda l’avevo giàscritta con la conferenza stampa del 21 gennaio del 2016, il primo giorno del mio sciopero della fame.
Milioni di persone hanno seguito e sostenuto questo disumano sacrificio ed oggi mi rivolgo a loro ringraziandoli per la fiducia dimostratami.
Un particolare ringraziamento va al grande operato del mio avvocato Marco Zincani e a quello degli avvocati Eugenio Pini, Federica Casale, Anna Addesi e Anna Rodinò Toscano”.
In allegato comunicato stampa personale a firma dell’On. Gianni Tonelli (LEGA) e Segretario Generale Aggiunto SAP
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