
VIBO VALENTIA A rallentare le indagini sarebbe stato, invece, Stefano Mura, anche lui rinviato a giudizio. In particolare, il 10 febbraio 2020, ovvero il giorno successivo all’omicidio dei fratelli Mirabello, Mura ha reso delle dichiarazioni sommarie ai carabinieri della Stazione di Dolianova, omettendo di riferire di aver rinvenuto solo il giorno prima, mentre transitava a “Fontana de Pirastu”, un coltello intriso di sangue nei pressi di alcune chiazze di sangue presenti sulla strada. Un mese dopo, invece, ha detto ai Carabinieri del Reparto del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Cagliari di aver rinvenuto il coltello intriso di sangue e che lui stesso aveva donato a Massimiliano Mirabello, prima di averlo gettato nelle campagne e poi di averlo consegnato al suocero per distruggerlo. Quattro giorni dopo, il 14 marzo 2020, consegna poi agli stessi Carabinieri un pugnale di ferro differente e tutto annerito dal fuoco e dunque inutilizzabile per effettuare eventuali rilievi per raccogliere tracce utili per le indagini. (News&Com)